"Siete l'orgoglio della Chiesa e della nazione"

Nell’omelia non pronunciata a Tacloban, papa Francesco elogia i filippini che si sono prodigati nei soccorsi e nella ricostruzione dopo il tifone Yolanda

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Ricostruire, guarire, consolare. Sono questi i verbi ricorrenti che caratterizzano l’omelia preparata per la messa presieduta da papa Francesco nei pressi dell’aeroporto di Tacloban e, all’ultimo momento, sostituita da un discorso a braccio del Pontefice.

Nell’omelia non pronunciata, Bergoglio porta la consolazione di un padre a un popolo di suoi figli feriti: nella carezza paterna del Pontefice si manifesta la consolazione di un Padre ancor più grande, che ha mandato suo Figlio Gesù Cristo, “il nostro Salvatore, il nostro sommo sacerdote che ci offre misericordia, grazia e sostegno in tutto ciò di cui abbiamo bisogno”.

Nel caso specifico, le ferite sono quelle di una città che è stata devastata dal tifone Yolanda quattordici mesi fa, e alla quale, il Papa ha portato “le preghiere di tutta la Chiesa, la promessa che non siete dimenticati mentre continuate la ricostruzione”.

A Tacloban, “la tempesta più forte mai registrata sul pianeta è stata vinta dalla forza più potente dell’universo: l’amore di Dio – ha commentato il Santo Padre -. Siamo qui questa mattina per dare testimonianza di quell’amore, del suo potere di trasformare morte e distruzione in vita e comunione”.

La resurrezione di Cristo, quindi, si manifesta anche per le popolazioni filippine colpite dal tifone ed “avviene soltanto dopo la croce, quella croce che voi avete portato con fede, dignità e forza data da Dio”, afferma il Papa rivolto ai fedeli filippini.

Nella fiducia che le vittime del cataclisma “abbiano trovato misericordia e pace” giungendo al cospetto di Dio, rimane “molta tristezza a causa della loro assenza” tra i loro cari. “Il nostro dolore è un seme che un giorno sboccerà nella gioia che il Signore ha promesso a quanti hanno creduto alle sue parole: “Beati voi afflitti, perché sarete consolati” (cfr Mt 5,4)”, ha aggiunto il Pontefice.

In mezzo a “tanta sofferenza e distruzione”, c’è tuttavia motivo di ringraziamento per il Signore che, con la sua “com-passione”, con il suo “soffrire insieme con noi, offre un significato e un valore eterni ai nostri sforzi”. Una gratitudine che il Papa ha riscontrato anche nel popolo filippino, anche dopo aver perso così tanto: ciò è “anche un segno della bontà di Dio, della sua vicinanza, della sua tenerezza, del suo potere salvifico”.

Francesco ha quindi lodato le tantissime manifestazioni di solidarietà di quanti, ad esempio, “hanno accolto e dato riparo al gran numero di famiglie sfollate, agli anziani, ai giovani”, come pure di “quanti si sono presi cura dei senza tetto, degli orfani e delle persone sole”.

Moltissimi filippini – in particolare sacerdoti e religiosi – “hanno ospitato e nutrito le persone in cerca di sicurezza in chiese, conventi, rettorie e che continuano ad assistere coloro che sono ancora in difficoltà”, ha detto il Papa esprimendo la sua gratitudine.

“Siete un onore per la Chiesa – ha proseguito – siete l’orgoglio della vostra nazione. Io ringrazio personalmente ognuno di voi, poiché qualunque cosa voi avete fatto per l’ultimo dei fratelli e delle sorelle di Cristo, lo avete fatto a Lui”.

Tantissime persone si sono prodigate nei soccorsi, offrendo “generosamente il proprio tempo, soldi e beni”. Sebbene notevole sia stato l’impegno di “stati, organizzazioni e singole persone”, il Santo Padre ha chiesto “ai governanti, alle agenzie internazionali, ai benefattori e alle persone di buona volontà di non stancarsi”, poiché “rimane ancora molto da fare”.

Il popolo filippino “in mezzo a tanta sofferenza” non ha mai smesso di “confessare la vittoria della croce, il trionfo dell’amore di Dio”, pur nella tragedia ulteriore dello “sciacallaggio”, delle “ruberie” e delle “mancate risposte a questo grande dramma umano”: tutti “tragici segni del male dal quale Cristo è venuto a salvarci”.

In conclusione, papa Francesco ha esortato a pregare affinché Dio “renda ciascuno sempre più sensibile al grido dei nostri fratelli e delle nostre sorelle nel bisogno” e “ci conduca a respingere ogni forma di ingiustizia e corruzione, le quali, derubando i poveri, avvelenano le radici stesse della società”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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