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Ricordando la GMG di Toronto, 10 anni dopo

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di padre Thomas Rosica, C.S.B.

ROMA, lunedì, 23 luglio 2012 (ZENIT.org).- La Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto si è svolta dieci anni fa, dal 23 – 28 luglio 2002. La GMG del 2002 ha innescato un periodo di risveglio nella Chiesa in Canada.  E stato un formidabile catalizzatore grazie al quale molte cose si sono potute verificare in e per il Canada. Possiamo parlare della GMG come un qualcosa del passato, che ha illuminato le ombre, la monotonia e la fatica della nostra vita in un preciso e splendido momento della storia nel 2002.

Rispetto ad un mondo in cui facevano da sfondo il terrore e la paura, il collasso economico e gli scandali nella Chiesa, la GMG ha proposto una visione alternativa, di una bellezza imponente.

La GMG del 2002 ha risvegliato la popolazione e la Chiesa in Canada. La Chiesa cattolica si è ritrovata viva e giovane durante quei giorni gloriosi del luglio 2002, e la Chiesa continua ad essere viva e giovane anche oggi.

La GMG del 2002 ha anche provocato un terremoto mediatico in Canada. Due momenti dei discorsi del Santo Padre mi sono rimasti impressi nella memoria.  Il primo, alla cerimonia di arrivo a Toronto di Giovanni Paolo II, all’inizio della GMG del 2002, il Santo Padre ha pronunciato queste parole profetiche di fronte ai rappresentanti delle nazioni e alla gente del Canada, presso l’Aeroporto internazionale Pearson il 23 luglio 2002:

“I canadesi sono eredi di un umanesimo straordinariamente ricco, grazie alla fusione di molti elementi culturali diversi”.

“In un mondo di grandi tensioni etiche e sociali, e di confusione sullo scopo stesso della vita, i canadesi hanno un tesoro incomparabile da offrire come loro contributo. Essi devono, però, preservare ciò che è profondo, buono e valido nella loro eredità”.

Poi, il sabato sera del 27 luglio 2002, sulla pista di un aeroporto in una ex base militare a Toronto, Downsview Park, Giovanni Paolo II ha posto alcuni interrogativi profondi alla folla di più di 600.000 giovani radunati per la grande vigilia della GMG del 2002:

“La domanda che si impone è drammatica: su quali fondamenta bisogna costruire la nuova epoca storica che emerge dalle grandi trasformazioni del secolo XX?”.

“Sarà sufficiente scommettere sulla rivoluzione tecnologica in corso, che sembra essere regolata unicamente da criteri di produttività e di efficienza, senza un riferimento alla dimensione religiosa dell’uomo e senza un discernimento etico universalmente condiviso?”.

“E’ giusto accontentarsi di risposte provvisorie ai problemi di fondo e lasciare che la vita resti in balia di pulsioni istintive, di sensazioni effimere, di entusiasmi passeggeri?”.

E cosa è successo nel nostro Paese negli ultimi cinque anni? Una delle crisi più gravi dei nostri tempi è quella che riguarda il matrimonio e la famiglia.

I canadesi devono riflettere attentamente sulle conseguenze sociali derivanti da una ridefinizione del istituto del matrimonio, esaminando tutte le conseguenze che potrebbero derivare da una società che non assicura più un ruolo preminente e un valore fondamentale all’unione a vita tra un uomo e una donna nel matrimonio.

La famiglia è la pietra angolare della società ed è l’ambiente più idoneo in cui accogliere e crescere i figli.

Non dimenticherò mai la visione di Giovanni Paolo II che scende dalla scaletta dell’aereo che lo ha portato a Toronto e, alla fine della GMG, che sale sull’aereo che l’avrebbe portato in Guatemala.

Giovanni Paolo II ci ha insegnato, nel corso del suo pontificato, che ciascuno di noi è destinato anche alla sofferenza, persino il Vicario di Cristo. E lui, piuttosto che nascondere le sue infermità, come solitamente fanno le personalità pubbliche, ha voluto che il mondo intero vedesse ciò che stava attraversando.

In una cultura ossessionata dal mito della gioventù, la gente cerca costantemente di combattere o negare i segni del tempo, della vecchiaia, della malattia, egli ci ha ricordato che la vecchiaia e la sofferenza fanno parte della vita naturale dell’essere umano.  Mentre gli anziani e i malati vengono così facilmente scaricati nelle case di cura e spesso dimenticati, il Papa ha ricordato in modo puntuale e poderoso che i nostri genitori e progenitori, i malati, i disabili e i malati terminali sono portatori di un grande valore.

La nostra realtà canadese si fonda effettivamente su una visione trascendente, basata sulla Rivelazione cristiana, che ci ha consentito di edificare una società libera, democratica e solidale, riconosciuta in tutto il mondo come paladina dei diritti umani e della dignità umana.  Ma noi saremo in grado di continuare ad offrire questo tesoro all’umanità e alla storia solo se preserveremo ciò che è profondo, buono e valido c’è nel nostro patrimonio nazionale.

Dobbiamo tutelare la dignità di ogni vita umana, dai suoi primi momenti di esistenza, fino alla sua morte naturale. E dobbiamo celebrare la dignità e la sacralità del matrimonio tra un uomo e una donna, e promuovere e amare la famiglia.

La Giornata Mondiale della Gioventù di Torono ha fornito lenti bibliche, attraverso le quali poter comprendere il profondo senso di quel luglio 2002 per la Chiesa in Canada.

Le Giornate Mondiali della Gioventù non sono una panacea o una facile soluzione ai problemi e alle sfide dei nostri tempi. Piuttosto esse offrono un nuovo quadro e nuove lenti attraverso le quali vedere la Chiesa e il mondo, al fine di costruire il nostro futuro.  Una cosa è diventata chiara dopo la GMG del 2002: ci siamo resi conto di avere molto lavoro da fare per raggiungere i giovani sparsi in questo vasto territorio.

Il luglio del 2002 non è stato per noi un traguardo o la realizzazione di una sorta di impresa eroica; è stato piuttosto l’inizio di una nuova avventura di fede e di speranza per l’intera Chiesa canadese.  Alla nostra GMG 2002 in Canada, Giovanni Paolo II ha rivolto un forte appello all’impegno, indirizzato all’intera Chiesa canadese.

Ai suoi giovani amici ha detto: “Numerose e allettanti sono le proposte che vi sollecitano da ogni parte: molti vi parlano di una gioia che si può ottenere con il denaro, con il successo, con il potere. Soprattutto vi dicono di una gioia che coincide con il piacere superficiale ed effimero dei sensi”.

La chiamata alternativa è quella di Gesù: “Egli vi chiama ad essere sale e luce del mondo, a scegliere la bontà, a vivere nella giustizia, a diventare strumenti di amore e di pace”. La scelta è stata dura, piena di abnegazione, una scelta di vita e irrevocable.

È stata tra “il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte.” Nessuna scorciatoia e nessun compromesso era possibile per Giovanni Paolo II; solo chiarezza. E questo è ciò che i giovani cercano oggi: non risposte facili, ma la chiarezza evangelica.

La Chiesa è chiamata ad offrire opportunità solide per i giovani e per la pastorale giovanile che siano in grado di essere incisive come contenuti, come visione, come comunità e come speranza.

Molte persone mi hanno riferito che la GMG 2002 ha insegnato loro a indossare le lenti bibliche, attraverso le quali poter comprendere il profondo senso di quel luglio 2002 per la Chiesa in Canada.  Da un punto di vista prettamente personale, quando ripenso al grande evento della Giornata Mondiale della Gioventù del 2002 e ricordo le sue caratteristiche reali, un’immagine domina nella mia mente: quella della violenza e della ferocia del vento e della tempesta che si è abbattuta su Downsview Park quella domenica mattina del 28 luglio 2002.

È stata per me e per molte altre persone come il vento della Pentecoste di cui abbiamo letto nel Nuovo Testamento.  Eppure, nonostante il vento e la tempesta, le nazioni della terra – almeno 172 Paesi erano radunati insieme in quel campo – si sono ritrovate e avvicinate reciprocamente attorno al successore di Pietro quella mattin
a di luglio di dieci anni fa.

È stato quel vento che aveva condotto la Croce della GMG da una costa all’altra, attraverso l’intero Canada “a mari usque ad mare”. Quell’estate e in particolare quella mattina del 28 luglio 2002 la Chiesa in Canada è rinata sulla riva del lago Ontario.

Il Canada è spesso descritto, sulla scena internazionale, come una delle società più politicamente corrette e tolleranti del mondo.   Alcuni vanno fieri di questa fama che riguarda il nostro Paese. Altri, me compreso, non necessariamente vedono questa descrizione come un qualcosa di assolutamente positivo.  Non vi è nulla di politicamente corretto nel predicare e vivere il Vangelo, nell’essere sale e luce in una cultura che ha perso il sapore del Vangelo e ha cercato di spegnere la luce di Cristo.

In realtà, il messaggio del Vangelo è talvolta del tutto politicamente scorretto, secondo la visione e lo stile di vita del mondo! Il Vangelo di Gesù Cristo deve essere proclamato con coraggio e sfrontatezza, e questa è una delle grandi lezioni emerse dalla Giornata Mondiale della Gioventù del 2002.

Una sfrontatezza che non è oppressione, che non è scortesia, che non si vanta, che non è mai irrispettosa, che non ostenta mai i doni ricevuti, ma in cui lo Spirito è stato riversato con grande abbondanza su di noi come individui e come comunità di fede. La Chiesa ha il dovere di annunciare e di proclamare Gesù Cristo in modo franco, non apologetico e convinto; con grande gioia.

Poco prima di Pasqua quest’ultimo anno, mentre ero in visita a Roma, mi sono soffermato lungamente davanti alla tomba del Beato Giovani Paolo II, il grande sognatore e padre delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Ancora una volta ho chiesto al Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II di pregare per noi e intercedere per noi, e specialmente per i giovani che hanno trovato in lui un padre, un nonno, un maestro e un amico esigente che li ha amati.  Che quei giovani possano trovare nella Chiesa in Canada una roccia, un rifugio, un porto, una casa e una possibilità di trascorre la vita al servizio della Chiesa dei nostri tempi – una Chiesa che è “viva e giovane”, come l’ha descritta Papa Benedetto II all’inizio del suo ministero petrino.

*

Padre Thomas Rosica, C.S.B., fu il Direttore Nazionale della GMG 2002 in Canada. Adesso è Direttore del Salt and Light Media Foundation and Catholic Television Network, con sede a Toronto, che egli stesso ha fondato nel 2003. Ed è anche Presidente dell’Assumption University a Windsor (Canada). Padre Rosica è consultore al Pontificio Consiglio per le Communicazioni Sociali.

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ZENIT Staff

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