"Siate araldi della Nuova Evangelizzazione!"

Ad Owerri, il cardinale Filoni esorta seminaristi e formatori ad “essere aperti alla guida dello Spirito Santo” per rispondere adeguatamente alle attese dell’umanità

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OWERRI, domenica, 11 novembre 2012 (ZENIT.org) – Il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha presieduto questa mattina la Concelebrazione Eucaristica, nella festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano.

La celebrazione, secondo quanto riferito dall’agenzia Fides, si è svolta nella cappella del Seminario di Owerri dedicato a Maria “Sedes Sapientiae” (Seat of Wisdom), che Filoni ha definito “cuore di tutte quelle Diocesi e Congregazioni che inviano qui i loro seminaristi per essere preparati per il sacerdozio”.

Nell’omelia, il Cardinale ha ricordato anzitutto quanto Benedetto XVI afferma nel Motu proprio Porta Fidei, “è il dono dello Spirito Santo che ci rende adatti per la missione e rafforza la nostra testimonianza”, quindi ha esortato formatori, professori e seminaristi, a cercare di essere “il più aperti possibile alla guida dello Spirito Santo” per essere in grado di rispondere adeguatamente alle attese dell’umanità. 

“La vocazione di diventare o essere un prete – ha detto il porporato – non è una scelta che ognuno di noi ha fatto, ma si tratta di una chiamata del Signore stesso che abbiamo accettato e a cui abbiamo risposto con il nostro ‘sì’… il lavoro del seminario è quello di aiutare a fare esperienza dell’azione dello Spirito Santo e a capire le cose dello Spirito di Dio. È necessario entrare in un rapporto intimo con lo Spirito Santo, affinché le intenzioni del Signore su di voi diventino chiare”.

Proseguendo nella sua omelia, il Presidente del Dicastero Missionario ha sottolineato che “il Seminario deve essere una scuola di sapienza e santità” e che gli anni della formazione devono preparare gli “araldi della Nuova Evangelizzazione”, che attraverso nuovi metodi e rinnovato entusiasmo, presentino il messaggio evangelico “non come una storia o un’idea o una ideologia, ma come un evento, una persona, cioè Gesù Cristo, morto e risuscitato il terzo giorno”.

La formazione in Seminario, ha spiegato, si basa su quattro pilastri: umana, accademica, spirituale e pastorale. “Ognuna è importante”, in particolare la formazione umana e l’importanza della maturazione, utili “per diventare per gli altri un ponte per l’incontro con Cristo”. 

“Se la gente ci ascolta – ha proseguito il Card. Filoni – non sarà perché indossiamo un collarino o perché pensiamo di essere persone importanti, ma ci ascolteranno solo perché siamo testimoni di colui che professiamo come nostro Signore e Maestro, Gesù Cristo. A tal fine, la comunità del seminario deve essere un luogo in cui la fede, nella sua pienezza e autenticità è professata, celebrata, vissuta e pregata. La fede cresce quando è vissuta”.

Esortando i seminaristi a seguire il Signore Gesù senza riserve, e affidandoli alla materna protezione della Vergine Sedes Sapientiae, il porporato ha rimarcato che “essere cristiano è un dono” e “essere chiamati a seguire il Signore è un privilegio”, quindi “non bisogna avere paura di offrire la propria vita alla sua Chiesa”.

Sempre ad Owerri, ieri, il card. Filoni ha presieduto le celebrazioni per il Centenario della Provincia ecclesiastica in Nigeria. “Cento anni di evangelizzazione di Owerri significano che la Chiesa in Nigeria può essere considerata ‘venerabile’ – ha spiegato il cardinale – anche se in relazione ad altre Chiese secolari è ritenuta giovane”.

“Venerabile”, ha detto, perché “avendo ricevuto la Buona Novella, il Vangelo, la gente qui ha creduto immediatamente alla Parola che è stata loro proclamata”. E giovane “perché è una Chiesa che ha tutte le caratteristiche della gioventù: l’entusiasmo, la bellezza, il dinamismo, la generosità e la lealtà”.

Queste celebrazioni, ha proseguito il Presidente del Dicastero Missionario, ci hanno dato l’occasione “per ringraziare Dio Altissimo per il dono della fede che 100 anni fa è stata annunciata e che è stata accolta con entusiasmo dalla gente. Una fede che hanno continuato a trasmettere di generazione in generazione;  che non è solo insegnamenti, detti saggi, un codice di moralità o una tradizione; che […] vi è stata consegnata e che vi viene chiesto non solo di proclamare, ma soprattutto di vivere”.

Il porporato, al termine del suo saluto, ha quindi invitato a rivolgersi a Maria, “nostra Madre e Madre della Chiesa”, che è “modello del nostro discepolato nella fede”, perché ci aiuti ad essere evangelizzatori nella nostra famiglia, nella nostra comunità, tra quanti professano un altro credo.

“Come la Santa Madre Maria – questo l’augurio di Filoni – impegniamoci come comunità cristiana ad evangelizzare ricordando che l’evangelizzazione è un’espressione dell’amore universale. Testimoniare agli altri la nuova vita in Cristo e proclamare il messaggio di speranza di Cristo, è segno di amore”.

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ZENIT Staff

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