Siamo responsabili davanti a Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nella festa della Cattedra di San Pietro, la Chiesa propone il Vangelo di Matteo che narra come Gesù consegnò le chiavi del suo regno a Pietro. Dopo aver sentito le opinioni della gente, Gesù chiede ai discepoli chi pensano loro chi egli sia. È a questo punto che Simon Pietro può dire: «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente». E Gesù riconosce che è stato Dio Padre a rivelargli questa verità, e quindi gli consegna gli affida la missione di confermare nella fede i fratelli. 

Meditazione

La Chiesanon è una democrazia. Gesù non ha incaricato un gruppo di discepoli di legare o sciogliere, ha incaricato un’unica persona: Pietro. Le grandi decisioni del Papa hanno quindi valore anche nel cielo. Responsabilità immane, quasi insopportabile! Come non pensare a condanne, scismi, eresie? Come fa una sola persona, come fa il Papa a sopportare questo peso? Non è troppo per un singolo uomo? Nulla vieta che egli si faccia suggerire opinioni o che egli senta le indicazioni di altri. Alla fine è solo, solo nella sua decisione che ha valore anche nell’aldilà. Paolo VI scrisse una frase impressionante: «Bisogna che mi renda conto della posizione e della funzione, che ormai mi sono proprie, mi caratterizzano, mi rendono inesorabilmente responsabile davanti a Dio, alla Chiesa, all’umanità. La posizione è unica. Vale a dire che mi costituisce in un’estrema solitudine. Era già grande prima, ora è totale e tremenda. Dà le vertigini». La sensazione di Paolo VI è diversa da quella del singolo cristiano, ma può comunque ricordarci che tutti noi siamo responsabili dinanzi a Dio e che nessuno ci può togliere questa responsabilità. Certo noi non siamo responsabili degli altri come lo è il Pontefice, ma anche noi, oltre alla responsabilità per noi stessi, è affidata quella verso i nostri fratelli. La confessione di Pietro ci pone dinnanzi alla grande domanda sull’identità di Gesù secondo noi, e di conseguenza pone in questione ciò che pensiamo di fare: vivere la nostra vita come se niente fosse, o vivere la vita da cristiani. Non è una decisione da delegare, ognuno è responsabile, ognuno può decidere se seguire o no Cristo. Paolo VI disse: «le confidenze consolatrici non possono essere che scarse e discrete: il profondo dello spirito resta per me. Io e Dio. Il colloquio con Dio diventa pieno e incomunicabile». 

Preghiera

Signore, scarico la responsabilità per la mia fede sugli altri. Ma questo è troppo facile. Non è colpa della Chiesa, dei miei familiari, degli altri cristiani se io vivo la mia vita di fede in modo superficiale. Ecco, Signore, che oggi mi pongo dinnanzi a te: noi due soli. Ho molto da dirti Signore. Aiutami ad essere un vero cristiano. 

Agire

Tante cose nella Chiesa non ci piacciono. Anche io sono parte di essa. Oggi mostrerò a tutti il vero volto della Chiesa: semplice, sorridente e felice, gentile… 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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