Si infiamma il dibattito sulla libertà di informazione in Polonia

False le accuse di antisemitismo contro Radio Maryja e la TV Trwam

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A cura della redazione di ZENIT

ROMA, giovedì, 21 giugno 2012 (ZENIT.org) – Domenica 17 giugno ZENIT ha pubblicato la notizia della mobilitazione dei cattolici polacchi in difesa del pluralismo dei media in Polonia.

E’ accaduto infatti che il 5 giugno a Bruxelles un gruppo di politici polacchi capeggiato dal prof. Mirosław Piotrowski ha organizzato nel Parlamento Europeo una audizione pubblica (public hearing), per far conoscere al mondo la storia della discriminazione della TV Trwam, l’unica televisione cattolica in Polonia.

Tra gli ospiti del Parlamento c’era anche padre Tadeusz Rydzyk, direttore della Radio Maryja e della TV Trwam. L’iniziativa ha avuto un notevole successo tenendo conto del numero dei partecipanti ed anche della consistente presenza di europarlamentari, mossi soltanto dal desiderio di “vigilare sul rispetto della libertà e del pluralismo dei media”, principio che sta alla base di ogni autentica democrazia.

L’iniziativa che ha svelato all’opinione pubblica mondiale la discriminazione della televisione cattolica in Polonia, ha suscitato i pregiudizi e le ire di ambienti anticattolici.

La europarlamentare britannica Marina Yannakoudakis ha scritto e inviato una lettera al prof. Piotrowski rimproverandolo per aver organizzato il “public hearing” e per aver invitato al Parlamento Europeo p. Tadeusz Rydzyk, che, a suo giudizio, promuove le idee “antisemite e xenofobe”.

L’europarlamentare britannica ha intimato il prof. Piotrowski di “non farlo mai più”.

Sulla stesso tema il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato un articolo di Raajev Syal riprendendo le accuse della Yannakoudakis, contro Rydzyk.

E’ impressionante scoprire che le accuse di antisemitismo e di xenofobia non sono fondate su fatti oggettivi. Le persone che muovono gli attacchi infatti non sono in grado di fornire nessuna prova sulla fondatezza delle loro accuse.

Secondo i parlamentari polacchi si tratta di una vile manovra per appiccicare alla persona che si ritiene scomoda o ad un avversario politico o ideologico, l’infamante etichetta di “antisemita”.

Si tratta di un’etichetta indelebile, che nessuno osa contestare per non essere, lui stesso, bollato d’antisemitismo. Ma, in questo caso, l’accusa di antisemitismo è particolarmente ingiusta e senza fondamento.

Infatti, nessuno ha mai saputo dimostrare, con prove e fatti, atteggiamenti antisemitici nei programmi di Radio Maryja. In Polonia l’antisemitismo è proibito dalla legge e gli eventuali trasgressori sono perseguibili a termini di legge.

Tutti i casi di denunce e esposti alla magistratura a carico di Radio Maryja si sono sempre rivelati infondati.

Occorre piuttosto sottolineare come, grazie ai programmi promossi da Radio Maryja, sono pervenute numerosissime testimonianze di ebrei che hanno raccontato di come sono stati salvati e protetti dai cattolici, durante la Seconda Guerra mondiale.

Non è un caso che al museo della memoria lo Yad Vashem il più alto numero di Giusti tra le nazioni è cattolico e di nazionalità Polacca.

Sono 6195 i polacchi a maggioranza cattolica che hanno salvato dall’Olocausto decine di migliaia di ebrei.

Le testimonianze sono state raccolte e pubblicate nel libro intitolato “Degni figli della nostra Patria”, che grazie all’intervento dell’ambasciatore d’Israele in Polonia si trova oggi nel museo Yad Vashem a Gerusalemme.

A proposito delle ingiuste e false accuse di antisemitismo, mosse contro Radio Maryja, è degno di nota il fatto che i sociologi dell’Università di Varsavia, sotto la direzione del Prof. Ireneusz Krzemiński, nell’ottobre 2009, sono giunti alle conclusioni che Radio Maryja non promuove né l’antisemitismo né il nazionalismo e i suoi ascoltatori si contraddistinguono per una fede autentica.

L’analisi sociologica è stata condotta sulla base di molti programmi selezionati di Radio Maryja e degli articoli pubblicati negli ultimi anni sul quotidiano Gazeta Wyborcza.

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ZENIT Staff

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