Si è concluso ieri a Varsavia l'incontro dei Vescovi dell'Europa Centro Orientale

Sono stati discussi vari temi, tra cui le diverse sfide sorte nelle attuali società nei confronti della famiglia

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A Varsavia, presso il Centro Educativo di Formazione della Caritas polacca, dal 6 al 7 marzo 2014, ha avuto luogo l’incontro dei Presidenti e dei cardinali delle Conferenze episcopali dell’Europa centro-orientale. Su invito del card. Peter Erdő, Presidente del CCEE e di Mons. Józef Michalik, Presidente della Conferenza episcopale polacca, sono giunti cardinali, arcivescovi e vescovi dall’Ungheria, Croazia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ucraina, Lituania, Bielorussia e Polonia. Ha preso parte all’incontro anche il Nunzio Apostolico in Polonia. 

La prima parte della riflessione ha preso in considerazione le principali sfide sulla famiglia nel contesto del nuovo Sinodo dei Vescovi. 22 anni dopo il crollo dei regimi comunisti, la situazione appare particolarmente complessa, e presenta sfide comuni. I partecipanti hanno presentato la situazione odierna della famiglia nei rispettivi paesi. Uno sguardo complessivo mostra una certa somiglianza di situazioni sia al livello giuridico che al livello della vita quotidiana. Di fronte alle diverse sfide sorte nelle attuali società nei confronti della famiglia, dovute anche ad un forte cambiamento verso la società secolarizzata, le chiese hanno provato a trovare risposte adeguate. La riflessione ha sottolineato soprattutto la difficile situazione della famiglia, il crollo demografico e l’aumento di famiglie divise, ma anche lo sforzo pastorale, indirizzato alla riscoperta della vita familiare a una nuova mentalità riguardo all’apertura alla vita e all’educazione religiosa. I vescovi hanno sottolineato il ruolo dei movimenti pro familia, le stesse famiglie coinvolte nella pastorale e le iniziative indirizzate alla difesa del matrimonio fra un uomo e una donna come p.e. il referendum in Croazia.

Un altro tema riguardava anche la preparazione al matrimonio e alla vita familiare, non soltanto all’avvicinarsi del matrimonio, ma già nell’età giovanile: quella che è chiamata “preparazione remota”. Questa preparazione non può essere ridotta a una mera sintetica informazione sul matrimonio, ma deve toccare il tema di cosa significhi essere famiglia. Questo riguarda anche i metodi di lavoro pastorale con le famiglie che non devono sostituire il lavoro stesso delle famiglie. La testimonianza della vita familiare risulta essere il più convincente metodo nella preparazione al matrimonio e alla famiglia.

I vescovi hanno particolarmente insistito sull’importanza della famiglia allargata, una risorsa sociale ed economica per le società odierne e future, in termini di solidarietà e gratuità, che gli Stati dovrebbero sempre più valorizzare. 

Di fronte alla crescente presenza di convivenze senza alcuna formalità istituzionale e altre situazioni difficili, i vescovi hanno insistito sulla necessità di avere parrocchie che siano vere comunità accoglienti. Bisogna interrogare la capacità delle nostre comunità ad accogliere tutti mostrando l’amore di Dio per tutti: amore che non entra in conflitto con le esigenze di verità sul matrimonio. 

I vescovi si sono anche soffermati sulla presenza della Chiesa nella società nei diversi paesi. Una presenza che, dopo il cambiamento di regime, è diventata anche oggetto di riflessioni nei vari contesti nazionali. Trovare nuove forme di presenza dopo tanta sofferenza è stata ed è tuttora una grande sfida. La memoria di tanti martiri incoraggia a non perdere mai la speranza e la certezza della presenza di Dio. 

La Chiesa cerca di garantire una sua presenza a livello sociale secondo la sua identità. Si dedica impiegando notevoli risorse nella formazione dei giovani sia nelle parrocchie che nelle scuole. In alcuni paesi si osserva un’apertura all’appoggio pubblico all’attività di utilità pubblica della Chiesa. Si sono anche paragonate le esperienze nei singoli paesi circa la restituzione dei beni ecclesiastici confiscati.

Anche attraverso i laici, la Chiesa svolge un’importante missione nella formazione morale senza la quale non esiste stabilità sociale. Formare ed accompagnare con cura la formazione permanente degli insegnanti di religione appare quindi in questo contesto una priorità.

Un riferimento è stato fatto anche al ruolo di riconciliazione che la Chiesa svolge sia a livello nazionale che tra le diverse nazioni. In questi anni, la Chiesa cattolica è stata protagonista di varie dichiarazioni che mostrano non soltanto il bisogno di una convivenza pacifica, ma di un vivere affrontando insieme le sfide comuni. Questo non impedisce, ma anzi da spazio, ad un sano risveglio e ad un reciproco riconoscimento dell’identità nazionale e delle proprie culture e tradizioni. 

I vescovi hanno anche avuto l’opportunità d’incontrare il regista cinematografo Krzysztof Zanussi per un dialogo sul rapporto tra il sacro e il profano nell’arte contemporanea. 

Nel corso dell’incontro, i partecipanti hanno pregato per l’Ucraina che vive un momento molto delicato, auspicandosi che la situazione venga presto chiarita nella pace per il bene di tutti.

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ZENIT Staff

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