Iraqi christians united in prayer

ACN

Si allarga la rete di preghiera per i cristiani perseguitati

Sabato 20 febbraio, la veglia promossa dal Comitato Nazaret di Rimini. Prosegue intanto la campagna Adotta una famiglia in Siria

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Il comitato Nazaret di Rimini prosegue l’attività di sostegno e la preghiera per i cristiani perseguitati nel mondo, in particolare nel Medio Oriente. Ora poi, anche con il coinvolgimento delle grandi potenze, la situazione per i cristiani e i componenti di altre minoranze religiose è peggiorata, come ha testimoniato padre Ibrahim, che il 20 gennaio scorso s’è collegato telefonicamente da Damasco con la piazza di Rimini.
In quell’occasione, padre Ibrahim ha riferito: “Quelli rimasti ad Aleppo hanno una grande missione verso la Siria e tutto il Medio Oriente: testimoniare Cristo Risorto nelle fatiche e difficoltà quotidiane. Rimangono perché questa terra è santa, irrigata dal sangue dei martiri che ci hanno consegnato la fede; tocca a noi che restiamo contribuire a conservare la fede per il futuro”.  Per questo continua l’Appello all’umano, oramai una tradizione dall’agosto 2014, il 20 di ogni mese.
Il Comitato si ritroverà in piazza Tre Martiri sabato 20 febbraio alle ore 21 per recitare il rosario e ascoltare la testimonianza di padre Rebwar Basa, un religioso caldeo cattolico nato 37 anni fa ad Arbil in Iraq.
Padre Rebwar  fa parte della comunità antoniana caldea del convento di San Giuseppe a Roma; per anni ha prestato servizio pastorale nelle parrocchie della diocesi di Baghdad e spesso si reca tra i rifugiati del suo paese che vivono in Svizzera, Svezia, Germania e Finlandia.
La rete di preghiera e solidarietà nata a Rimini si sta allargando. Con la stessa formula dell’Appello all’umano un appuntamento viene organizzato da qualche mese anche a Lugano, in pazza San Rocco.
L’iniziativa è nata quasi in sordina da un gruppo di amici in gemellaggio con quella analoga organizzata a Rimini. Anche a loro sta a cuore il destino di tanti cristiani, yazidi, musulmani di fronte alla inaudita violenza cui sono sottoposti e che vorrebbero costringerli ad abbandonare le loro terre e proprietà  in Medio Oriente, Kenia, Nigeria ed in altri luoghi.
Così come molte comunità religiose hanno assicurato la comunione di preghiera, negli stessi giorni e orari. Questo l’elenco di chi ha aderito in Italia e all’estero: le trappiste del monastero Nostra Signora della Moldova di Nasi Pani (Repubblica Ceca), le religiose dell’Adorazione Eucaristica di Pietrarubbia, il monastero di Santa Maria Maddalena di Sant’Agata Feltria, le carmelitane di Santa Teresa di Tolentino, le clarisse del monastero della Natività di Rimini, le clarisse  diSant’Agnese a Perugia, le suore caldee Figlie di Maria Immacolata di Roma e padre Bahjat da Damasco.
Contemporaneamente prosegue anche la campagna Adotta una famiglia in Siria in collaborazione con la onlus Orizzonti, la quale ha già inviato in Siria 10mila euro.
Questo l’iban della onlus:  IT 74W06120 23901 CC0010031679, nella causale va indicato: Adotta una famiglia siriana.
 
 

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ZENIT Staff

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