Shimon Peres propone al Papa l'istituzione di una "Onu delle religioni"

Stamane l’incontro in Vaticano. Dopo l’ex presidente israeliano, il Pontefice ha ricevuto il principe di Giordania

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Una “Onu delle religioni”. È questa la proposta che Shimon Peres, premio Nobel per la Pace nel 1994 insieme con Ytzhak Rabin e Yasser Arafat, ha illustrato stamattina a papa Francesco nel corso del colloquio di 45 minuti avvenuto in Vaticano. Il contenuto della proposta lo aveva già anticipato questa mattina lo stesso Peres in un’intervista esclusiva a Famiglia Cristiana.

L’ex presidente dello Stato d’Israele, il cui mandato è finito lo scorso 24 luglio, rileva che l’Organizzazione delle Nazioni Unite è spesso impotente dinanzi alle azioni dei tanti gruppi terroristici “che pretendono di uccidere in nome di Dio”. Ogni qual volta accadono brutali episodi, gli interventi del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – secondo Peres – non sortiscono effetti, giacché una sua dichiarazione “non ha né la forza né l’efficacia di una qualunque omelia del Papa, che nella sola piazza San Pietro raduna mezzo milione di persone”.

E allora, aggiunge Peres, “preso atto che l’Onu ha fatto il suo tempo, quello che ci serve è un’Organizzazione delle Religioni Unite, un’Onu delle religioni”. L’ex presidente israeliano ritiene che sarebbe “il modo migliore per contrastare questi terroristi che uccidono in nome della fede, perché la maggioranza delle persone non è come loro, pratica la propria religione senza uccidere nessuno, senza nemmeno pensarci”.

Peres pensa inoltre a un “Carta delle Religioni Unite, esattamente come c’è la Carta dell’Onu”. La nuova Carta servirebbe a stabilire “a nome di tutte le fedi” che “sgozzare la gente, o compiere eccidi di massa, come vediamo fare in queste settimane, non ha nulla a che vedere con la religione. È questo che ho proposto al Papa”.

La reazione del Santo Padre alla proposta di Peres è stato resa nota da padre Lombardi alla Radio vaticana: “Il Papa personalmente non ha assunto impegni particolari, personali. Però, naturalmente, ha detto tutta la sua attenzione, il suo rispetto per l’iniziativa dell’ex presidente Peres, ha garantito anche l’attenzione dei dicasteri della Curia Romana che sono particolarmente impegnati in questo campo e sono soprattutto – evidentemente – il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e il Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace, con i cardinali Tauran e Turkson”.

Analoga come tipo di impostazione è stata anche l’udienza di Francesco al principe El Hassan bin Talal del Regno Hashemita di Giordania. Anche durante questo colloqui si è parlato infatti di pace e di dialogo fra le religioni. Il principe – ha riferito il portavoce vaticano – ha inoltre presentato al Santo Padre l’attività dell’Istituto da lui fondato i cui obiettivi sono realizzare e valorizzare, appunto, il dialogo interreligioso in favore della pace, nell’attuale contesto della violenza, rispettare la dignità umana, aiuto ai poveri nel tempo della globalizzazione, educazione dei giovani alla fratellanza, insistenza sul rispetto della dignità delle persone. Anche quella con il principe giordano è stata un’udienza abbastanza lunga, durata oltre mezz’ora, che – ha concluso Lombardi – “il Papa ha molto apprezzato e a cui dà un notevole significato”.

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ZENIT Staff

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