Sette martiri polacchi del nostro secolo

Pubblicate le memorie dei sacerdoti della diocesi di Czestochowa che vissero gli orrori della Seconda Guerra Mondiale

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di Don Mariusz Frukacz

CZESTOCHOWA, giovedì, 21 giugno 2012 (ZENIT.org) – “Memorie di guerra (1939-1945) dei sacerdoti della diocesi di Czestochowa” è il titolo del libro pubblicato in questi giorni dal Settimanale Cattolico “Niedziela” che fa parte della serie “Biblioteca di Niedziela”.

Le memorie in questione sono quelle dei sacerdoti sopravvissuti all’inferno dei campi di concentramento, raccolte dagli storici don Jacek Kapuściński e don Jan Związek.

Sono sette i sacerdoti di cui il libro riporta i ricordi: don Jan  Brodziński (1904-1975), don Roman Aleksander Konopka (1912-1994), don Józef Kubica (1911-1952), don Antoni Mietliński (1877-1959), don  Maciej Namysły  (1892-1979), don Serafin Opałka (1911-1986) e don Józef Pruchnicki (1894-1963).

Fra questi, quattro rievocano gli eventi e le esperienze di cinque campi di concentramento: Dachau, Gusen, Auschwitz, Konstantynów e Sosnowiec. Altre tre memorie descrivono, invece, il lavoro pastorale durante l’occupazione, soprattutto nella terra di Wieluń.

Ognuno di questi testi è preceduto da un profilo biografico e un commento storico ed è accompagnato da un apparato critico. Vengono presentate, inoltre, le circostanze delle memorie, il loro status e il luogo di stoccaggio.

Il libro si apre con l’articolo di don Jan Związek sulla diocesi di Czestochowa durante l’occupazione nazista. Il tutto è arricchito da una serie di fotografie che illustrano i personaggi e lo scenario della Seconda Guerra Mondiale.

È superfluo quasi parlare dell’enorme valore di queste pubblicazioni. Esse sono “la testimonianza della politica di sterminio della Germania nazista e della sofferenza che dovette subire chiunque volesse perseverare nella fede e nella fedeltà alla propria nazione” come ha affermato il prof. don Zygmunt Zieliński.

Secondo Mons. Stanislaw Nowak, arcivescovo emerito dell’arcidiocesi di Czestochowa, le memorie di guerra dei sacerdoti diocesani “sono la testimonianza del grande l’amore di Dio, dell’uomo, della Patria e della Chiesa, oltre che i segni di attaccamento al sacerdozio”.

“Possiamo leggere queste memorie come gli atti dei martiri del XX secolo. Questo libro sarà una lettura spirituale che potrà aiutarci a formare anche i nostri atteggiamenti morali” ha aggiunto l’Arcivescovo.

Per don Jacek Kapuściński, uno degli autori, le  memorie, scritte nel 1945, riguardanti le esperienze della Seconda Guerra Mondiale: “sono il tesoro più prezioso per gli storici, ma anche per la nostra generazione che deve conoscere la storia della sua Patria e della Chiesa”.

La situazione più difficile per la popolazione cattolica polacca, durante la Guerra, nel territorio della diocesi di Czestochowa, si verificò nel cosiddetto “Warthegau”, una regione che affaccia sul fiume di Warta, inserito in una parte della diocesi di Czestochowa, nel distretto di Wieluń.

Fin dall’inizio della guerra, i sacerdoti della regione di Wieluń furono sottoposti alle repressioni. Qui, il 9 novembre 1939, i tedeschi arrestarono i sette preti cattolici e un pastore protestante. Il 6 Ottobre 1941, tutti i sacerdoti vennero arrestati e portati in un campo di transito nei pressi in Konstantynow di Łódź, e quindi al campo di concentramento di Dachau.

In totale, a Dachau furono inviati 55 sacerdoti provenienti da Wieluń, di cui due erano monaci. Negli anni 1939-1945 la somma dei sacerdoti della diocesi di Czestochowa assassinati è di 61.

Tra questi c’erano anche don Maksimilian Binkiewicz e don Lugwik Gietyngier, beatificati da Papa Giovanni Paolo II, il 13 giugno 1999, a Varsavia.

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ZENIT Staff

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