Statuto della Confraternita del Crocefisso e di S. Michele arcangelo in San Clemente a Viterbo, 1579

“Servire l’uomo: il Lazio e il volto della Misericordia”

Nella mostra delle Confraternite romane, una selezione di documenti tratti dagli archivi diocesani e da quelli degli ordini religiosi del territorio

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La Sovrintendenza archivistica e bibliografica del Lazio ha aderito con entusiasmo alla sollecitazione rivolta dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo a realizzare, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco, iniziative rivolte a far emergere la straordinaria ricchezza del patrimonio culturale ecclesiastico.
Pertanto dopo la positiva esperienza rappresentata dal restauro di 107 pergamene della Basilica Cattedrale di Aquino effettuato nei primi mesi di questo 2016 in collaborazione con il locale Circolo San Tommaso, le Confraternite di Roma hanno pensato di organizzare, insieme alla Consulta regionale del Lazio per i beni culturali ecclesiastici, una mostra dal titolo “Servire l’uomo: il Lazio e il volto della Misericordia”, in modo da presentare al pubblico una selezione di documenti tratti dagli archivi diocesani e da quelli degli ordini religiosi del territorio.
Tale esposizione, incentrata sulle opere di misericordia corporale e spirituale, nasce dunque dalla volontà di promuovere una sempre più stretta cooperazione tra Amministrazione archivistica da un lato e istituzioni ecclesiastiche dall’altro per la valorizzazione di una documentazione che occupa un posto di assoluto rilievo all’interno del patrimonio archivistico italiano, naturale conseguenza della storia stessa del nostro Paese, fortemente caratterizzata dall’intreccio tra potere secolare e potestà ecclesiastica.
In Italia del resto non si può fare storia se accanto alle fonti delle autorità civili non si studiano le fonti degli enti ecclesiastici (da quelle diocesane a quelle parrocchiali, da quelle dei capitoli e delle collegiate a quelle degli ordini e delle congregazioni religiose), dato che tali istituzioni rivelano una influenza diretta e indiretta sul mondo laico grazie alla loro capillare struttura e a un’azione che, specie nel caso delle corporazioni religiose e delle confraternite, assume, accanto a finalità più propriamente religiose, risvolti di tipo sociale, specie nel campo dell’istruzione, dell’assistenza e della sanità.
L’Amministrazione archivistica, ben consapevole di questa situazione, ha fin da subito intrapreso, come dimostra l’operato delle Soprintendenze archivistiche, e in particolare di quella del Lazio, iniziative volte a stabilire rapporti di sempre più stretta collaborazione con gli archivi ecclesiastici, al fine di dar vita a una azione congiunta per la loro tutela e valorizzazione. In questo percorso una tappa di particolare rilevanza è senza dubbio rappresentata dalla pubblicazione nel 1990, nelle collane editoriali degli Archivi di Stato, della Guida degli archivi diocesani in tre volumi, concepita come l’indispensabile completamento della Guida generale degli Archivi di Stato, realizzata in quegli stessi anni dalla Direzione generale archivi.
Questo processo ha trovato il suo coronamento nel protocollo di intesa stipulato il 18 aprile 2000 tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI), con cui si sono stabilite forme concordate di collaborazione per la conservazione e fruizione degli archivi storici e delle biblioteche di enti e istituzioni ecclesiastiche. In particolare, l’Intesa ha fissato criteri organici e omogenei per sottrarre le iniziative a ogni estemporaneità e sporadicità al fine di strutturarle inun’attività di tutela correttamente impostata, comprendente l’inventariazione e la catalogazione del patrimonio, il restauro, l’accesso al pubblico, la formazione del personale tecnico, il recupero del materiale illecitamente sottratto, gli interventi in caso di calamità naturali.
È in questa cornice ormai ampiamente collaudata che si inserisce dunque tale esposizione che, oltre a illustrare il tema della misericordia, intende anche mettere in evidenza la rilevanza degli archivi ecclesiastici, fornendo nel catalogo non solo le indicazioni anagrafiche di quelli che hanno partecipato attivamente alla realizzazione della mostra, ma anche dando notizia della storia del loro archivio e della consistenza del rispettivo patrimonio.
Tutte informazioni utili anche a sollecitare una maggiore conoscenza dei tesori, molto spesso inesplorati, conservati dagli enti ecclesiastici e che non sono circoscritti al solo patrimonio archivistico, ma includono altresì volumi preziosi e oggetti di alto valore artistico. Anche di questi materiali la presente esposizione, pur nelle sue contenute dimensioni, intende fornire un rapido “assaggio”, in modo da integrare e rendere maggiormente “parlante” la documentazione d’archivio selezionata.
L’auspicio è che la mostra, inserita negli itinerari turistico-culturali realizzati per il Giubileo, possa mostrare a quanti la visiteranno il lento delinearsi di un concetto che, come ben dice Luciano Osbat nel suo saggio introduttivo al catalogo della mostra, porta a considerare la misericordia non più l’espressione di un generico filantropismo, ma piuttosto il riflesso di uno spontaneo sentimento di carità e amore verso il prossimo che prescinde da ogni tentativo di assicurarsi tramite le “buone azioni” la benevolenza di Dio.

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ZENIT Staff

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