"Servire gli altri"

LEV pubblica omelie di Bergoglio per festa nazionale argentina e per festa di San Gaetano

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S’intitola Servire gli altri e presenta 13 omelie del cardinale Jorge Mario Bergoglio la nuova pubblicazione della Libreria Editrice Vaticana, in coedizione con Jaca Book. Si tratta della raccolta delle omelie pronunciate dall’arcivescovo di Buenos Aires dal 1999 al 2004, durante le celebrazioni del 25 maggio (festa nazionale argentina, nell’anniversario della formazione del primo governo autonomo, quando l’Argentina raggiunse l’indipendenza, nel 1810), e di quelle dettate ogni 7 agosto, dal 1999 al 2005, per la festa di San Gaetano (una tradizione religiosa radicata nel popolo argentino che ogni anno, nella memoria liturgica di san Gaetano da Thiene, vede sfilare migliaia di fedeli davanti la statua del santo, nel santuario di San Cayetano, per baciare il vetro della nicchia che la contiene e farsi il segno della croce, chiedendo “pane e lavoro” per sé e per gli altri).

Queste omelie, oltre alla spiegazione del Vangelo, affrontano anche i problemi economici e sociali più drammatici sperimentati dal popolo argentino. “Presentiamo questi messaggi – annotano gli editori nell’introduzione al volume – con la certezza che le parole di questo pastore costituiscono una sapiente interpretazione dei segni dei tempi nella nostra cara nazione. Si tratta di un contributo che offre uno sguardo evangelico sulle complesse circostanze che dobbiamo affrontare come popolo”. 

“Noi che esercitiamo una qualche autorità – sostiene Bergoglio in un passaggio – dobbiamo servire la comunità. Cediamo il protagonismo alla comunità, appoggiando e sostenendo quelli che si organizzano in vista dei suoi fini”. Si avrà così una “gioia partecipativa”, nella quale “si prepara una vera rivoluzione interiore e, nello stesso tempo, una trasformazione sociale che sfugge alle macromanipolazioni dei sistemi e delle strutture estranee alla genuina natura del popolo”. Ma a tal fine occorre “rinunciare al protagonismo futile; l’iniziativa di abbandonare le devastanti lotte intestine e la sete insaziabile di potere”.

Non mancano espressioni dure, come quando il cardinale parla di “suicidio sociale provocato da ogni filosofia e tecnica che espelle manodopera, che emargina la tenerezza dell’affetto familiare, che negozia i valori propri della dignità dell’uomo”; o di “agonia della mediocrità”, che è prolungata da una serie di atteggiamenti: “insediarsi nelle stanze del potere, impegnarsi nel negare i bisogni, non affrontare le contraddizioni e accentuare gli odi interni”. E ancora quando si riferisce a un popolo, quello argentino, che “non crede alle soluzioni menzognere e mediocri”, e che “si sta stancando della narcosi dello stordimento, del consumismo, dell’esibizionismo e degli annunci clamorosi”.

L’arcivescovo Bergoglio accusa poi la “mediocrità”, ritenendola “il miglior narcotico per schiavizzare i popoli” e si sofferma su quella che definisce “l’epoca del pensiero debole”, nella quale “non esitiamo a mettere sul candelabro la luce fatua di qualsiasi perversione, ravvivata giorno e notte dall’immagine e dall’informazione martellante; un fascino del voyeurismo dove tutto è permesso, dove il gusto del morboso, sottoposto a ben precise strategie di mercato, sembra ottundere i sensi e sommergerli nel nulla”, fino ad ottenere “un’identità artificiale, di cartone, imbellettata e utilitaristica”. E aggiunge poi che “una confusa cultura mediatica, resa volutamente mediocre, ci mantiene nell’incertezza del caos e dell’anomia (…). È il mondo dei falsi modelli e delle telenovelas. L’oppressione più sottile, allora, è quella della menzogna e dell’occultamento… sì: quella basata su molta informazione, un’informazione opaca e pertanto equivoca”. “Curiosamente – prosegue – abbiamo più informazione che mai e tuttavia non sappiamo che cosa succede. La sovrabbondante informazione globale, controllata, deformata, reinterpretata ingombra l’anima con dati e immagini, ma non esiste profondità nel sapere. Confonde il realismo con il morbo manipolatore e invasivo, contro il quale è attrezzato e che, nelle paralizzante perplessità, ottiene ritorni di propaganda. Lascia immagini disincarnate, senza speranza”.

Rivolto alla classe dirigente, Bergoglio nota che essa “non ha diritto di chiedere di più ai sudditi se il sacrificio non comincia dall’alto”. Al popolo invece dice: “E non ci spinga nemmeno la superbia dell’autoreferenzialità faziosa, il più crudele degli sport nazionali, secondo la quale, invece di arricchirsi nel confronto delle differenze, la regola d’oro consiste nel distruggere implacabilmente anche la migliore delle proposte e dei successi degli avversari”. Sull’esempio del buon Samaritano, Bergoglio infine invita: “Tutti, secondo le responsabilità di ciascuno, dobbiamo prenderci sulle spalle la patria, perché il tempo stringe”. Ciò in quanto “non abbiamo diritto all’indifferenza e al disinteresse o a voltarci dall’altra parte. Non possiamo ‘passare oltre’ come fecero quelli della parabola. Abbiamo responsabilità nei confronti del ferito che è la nazione e il suo popolo”.

Questo titolo è la terza coedizione con Jaca Book di testi del cardinale Bergoglio, dopo Noi come cittadini, noi come popolo, che ripropone un intervento tenuto nel 2010, nell’approssimarsi del secondo centenario dell’Argentina, e In Lui solo la speranza, gli esercizi spirituali predicati ai vescovi spagnoli nel gennaio del 2006.  

Tra le pubblicazioni apparse in questi giorni per i tipi della LEV, anche il volume VIII degli Insegnamenti di Benedetto XVI, che raccoglie tutti gli interventi del Pontefice nel primo semestre del 2012, dall’omelia per la Messa del 1° gennaio al saluto rivolto il 30 giugno agli arcivescovi metropoliti che hanno ricevuto il pallio il giorno precedente. Il volume è corredato da una serie di indici: l’Indice degli Atti Pontifici, che riferisce tutti i testi degli Insegnamenti raggruppati sotto le diverse voci (Angelus, Discorsi, Lettere, Messaggi, Omelie, Telegrammi, Udienze generali, Appelli, Preghiere, Saluti); l’Indice Analitico, suddiviso in indice delle persone, indice delle materie e degli argomenti e indice dei luoghi; infine l’Indice dei Riferimenti, che dà modo di reperire tutte le citazioni, suddivise in tre sezioni: Sacra Scrittura, Documenti della Chiesa e Insegnamenti Pontifici, altri Autori.

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ZENIT Staff

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