Senza Scuole e Università cattoliche, la Nuova Evangelizzazione rischia il fallimento

Secondo mons. Dal Covolo è la formazione cattolica la risposta della Chiesa all’emergenza educativa

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 14 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito l’intevento di S.E.R. Mons. Enrico Dal Covolo, S.D.B., Vescovo titolare di Eraclea, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense in Roma, alla Settima Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi, svoltasi venerdì 12 ottobre 2012.

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La situazione attuale di progressiva scristianizzazione della vecchia Europa dipende, fra l’altro, da due innegabili processi, fra loro collegati. Essi sono: la statizzazione del diritto; la statizzazione delle Scuole.

Di fatto, le Scuole e le Università (anche quelle cattoliche) sono sempre più sottomesse al controllo diretto degli Stati. A questa logica non sfugge il cosiddetto Processo di Bologna.

I contenuti dell’insegnamento sono imposti dallo Stato non solamente attraverso i cosiddetti programmi, ma pure per mezzo dei libri di testo.

In questo procedimento, la visione culturale aperta alla fede cristiana viene sistematicamente indebolita, a vantaggio di prospettive cosiddette interreligiose o interculturali. Di fatto, in questo modo viene insinuata nella mente dei giovani una visione culturale ben lontana dalla fede cristiana, o addirittura esplicitamente contraria ad essa.

Il cavallo di Troia, attraverso il quale gli Stati si appropriano delle intelligenze degli studenti, è la formazione dei docenti. In molti Paesi i docenti sono formati unicamente nelle Università statali, e comunque chi vuole insegnare deve possedere l’abilitazione statale conseguita secondo il percorso formativo stabilito dagli Stati e con esami di Stato.

La progressiva scristianizzazione dell’Occidente è avvenuta così, attraverso la scristianizzazione delle Scuole e delle Università.

Ora, una nuova evangelizzazione non può che avvenire nel riconoscimento delle persone, della loro coscienza, dei loro diritti. Se gli Stati, come spesso hanno fatto e continuano a fare, si appropriano del progetto personale di apprendimento, tolgono alle persone la libertà di realizzarsi, privandole di un diritto originario e costitutivo.

Di conseguenza, una comunità ecclesiale che si impegna per una Nuova Evangelizzazione dovrà curare con urgenza e priorità il buon funzionamento delle Scuole e delle Università in genere, ma in modo tutto particolare di quelle cattoliche.

In stretta sinergia con le famiglie e le altre agenzie educative del territorio (parrocchia, oratorio, centri giovanili, istituzioni…), esse dovranno rendersi capaci di fronteggiare efficacemente l’attuale emergenza educativa: perché la risposta della Chiesa all’emergenza educativa è la formazione, e soprattutto la formazione dei formatori, che passa in modo peculiare attraverso le Scuole e le Università.

Per questo stesso motivo, l’elemento caratterizzante delle Scuole e delle Università cattoliche dovrà essere il dialogo tra la fede e la cultura nell’insegnamento. La specificità delle Scuole e delle Università cattoliche dovrà essere il dialogo inesausto tra la scienza di Dio e le scienze dell’uomo, all’insegna di una sintesi teologica assimilata esistenzialmente, e coerentemente testimoniata dai formatori.

Un progetto di nuova evangelizzazione che collocasse in secondo ordine – o, peggio, che trascurasse – il ruolo insostituibile delle Scuole e delle Università cattoliche, rischierebbe il fallimento.

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ZENIT Staff

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