"Senza Cristo non possiamo far nulla"

Le parole del Papa alla recita del Regina Caeli di questa mattina

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di Salvatore Cernuzio

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 6 maggio, 2012 (ZENIT.org) – “Ognuno di noi è come un tralcio, che vive solo se fa crescere ogni giorno la sua unione con il Signore”: è questo il messaggio di Benedetto XVI ai fedeli e ai pellegrini in Piazza San Pietro, prima di introdurre il Regina Cæli di oggi.

Affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Papa si è soffermato sul Vangelo di questa quinta domenica del Tempo Pasquale, che si apre con l’immagine della vigna. 

“La vera vigna di Dio, la vite vera, è Gesù” ha esordito. Egli “con il suo sacrificio d’amore ci dona la salvezza, ci apre il cammino per essere parte di questa vigna”. Ritorna alla mente l’esempio degli apostoli: “Come Cristo rimane nell’amore di Dio – ha detto il Papa – così i discepoli, sapientemente potati dalla parola del Maestro, se sono uniti in modo profondo a Lui, diventano tralci fecondi che producono abbondante raccolto”.

“Nel giorno del nostro Battesimo”, quindi, la Chiesa “ci innesta come tralci nel Mistero Pasquale di Gesù” ha proseguito il Santo Padre. “Da questa radice riceviamo la preziosa linfa per partecipare alla vita divina e come discepoli, con l’aiuto dei Pastori della Chiesa, cresciamo nella vigna del Signore vincolati dal suo amore”.

“Vincolati” ha sottolineato il Pontefice, in quanto “è indispensabile rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da Lui, perché senza di Lui non possiamo far nulla”.

Sorge, a tal punto, un interrogativo, un dubbio forse, antico ma quanto mai attuale: “Come è possibile tenere insieme la libertà dell’uomo e il non poter far nulla senza Dio?”. A tale quesito sul libero arbitrio Benedetto XVI ha risposto citando le parole di Giovanni il Profeta, un monaco di Gaza del quinto secolo:

“Se l’uomo inclina il suo cuore verso il bene e chiede a Dio l’aiuto, ne riceve la forza necessaria per compiere la propria opera. Perciò la libertà dell’uomo e la potenza di Dio procedono insieme. Questo è possibile perché il bene viene dal Signore, ma esso è compiuto grazie ai suoi fedeli”.

La libertà di scegliere può portare un uomo a fare grandi cose, dunque, ma la libertà di scegliere Cristo porta un uomo a fare cose più grandi di Lui. E’ questo il senso della liturgia della quinta domenica di Pasqua, oltre che il modo cristiano di intendere il dono e l’utilizzo della propria libertà, secondo il Santo Padre.

“Rimanere in Cristo” è  quindi l’esortazione finale, perchè Lui è “il vero giardiniere, creatore, coltivatore che pianta con la Sua parola e irriga con il Suo spirito”. Ognuno di noi è invece come un piccolo tralcio, che vive “solo se fa crescere ogni giorno nella preghiera, nella partecipazione ai Sacramenti, nella carità, la sua unione con il Signore”.

Prima della preghiera del Ragina Caeli, Benedetto XVI ha poi rinnovato la sua presenza dall’1 al 3 giugno al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che avrà luogo tra meno di un mese a Milano, e ha ringraziato l’intera Diocesi ambrosiana per l’organizzazione dell’evento.

Salutando poi i pellegrini nelle varie lingue, ha rivolto il suo “cordiale saluto” ai fedeli di lingua italiana, in particolare all’Associazione Meter, “che promuove l’impegno in favore dei bambini vittime della violenza”. Un saluto speciale è andato infine alle nuove Guardie Svizzere e ai loro familiari, nel giorno della festa di “questo storico Corpo”. 

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ZENIT Staff

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