Sempre più persone alla Marcia per la vita in Francia

Il portavoce dell’iniziativa racconta di come crescono le forze a favore della vita

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di Elisabetta Pittino

ROMA, sabato, 28 gennaio 2012 (ZENIT.org).- L’Ottava marcia per il rispetto della vita che si è svolta a Parigi il 22 gennaio ha avuto un grande successo. Mai tanta gente. Innumerevoli i volontari, e tanti, tantissimi bambini e giovani.

Per capire cosa se questa manifestazione è il segno di un cambiamento del sentire del popolo francese, ZENIT ha intervistato Paul Ginoux Defermon ,Vice Presidente dell’Associazione Choisir la Vie (Scegliere la vita), una delle 11 associazioni che organizzano la marcia e portavoce della Marcia per l’insieme delle 11 associazioni promotrici e delle associazioni sostenitrici.

Quanti mesi sono necessari per organizzare una marcia?

Paul Ginoux Defermon : Partiamo da maggio ma il grosso del lavoro comincia in settembre. Quindi 5- 6 mesi prima della Marcia. Il lavoro diventa molto intenso a partire da settembre.

E’ difficile lavorare insieme con molte associazioni?

Paul Ginoux Defermon: Non è molto facile perché tutti abbiamo punti di vista differenti, ma quel giorno siamo pronti a scendere a compromessi per un lavoro comune. È infinitamente preferibile lavorare insieme piuttosto che ciascuno per conto proprio. Questo funziona da 8 anni quindi si continua così!

La marcia aumenta ogni anno. Cosa pensate di questo fenomeno?

Paul Ginoux Defermon: Il nostro segreto è che facciamo lavorare i giovani. Come vedi ci sono moltissimi giovani nell’organizzazione! I giovani fanno venire i giovani. Se fossero degli adulti che organizzano invitano la gente a venire ma la gente non è obbligata a venire; se sono dei giovani che organizzano attirano i loro compagni, i loro amici. E’ così che la marcia si ingrandisce a poco a poco.

Avevate mai pensato quando avete fatto la prima marcia nel 2005 che avreste avuto tutte queste persone e tutto questo successo?

Paul Ginoux Defermon: No non lo sapevamo…Abbiamo fatto la prima marcia nel 2005 e non sapevamo se avremmo fatto altre marce . Abbiamo deciso, dopo qualche mese dalla prima marcia, di continuare e da allora abbiamo sempre continuato. Non abbiamo mai messo in dubbio questa marcia annuale.

Questa marcia ha dato il via ad altre marce in Europa. E’ così?

Paul Ginoux Defermon: Si, può darsi che questa marcia abbia dato ad altri l’idea di fare delle marce allo stesso modo. So che ce ne sono sempre di più, quasi in tutti i paesi d’Europa. Inviamo delle delegazioni. Credo che sia bene che ci sosteniamo a vicenda.

Quali sono i frutti che queste marce hanno portato ai pro vita della Francia e dell’Europa?

Paul Ginoux Defermon: Prima di tutto in Francia c’è una seconda marcia per la vita, a Bordeaux, in occasione della festa della mamma a maggio. Poi ci sono le altre marce in Europa. Ogni paese ha le sue rivendicazioni tanto più che le questioni del rispetto della vita sono le sole iniziative proprie del paese, non regolate a livello europeo cioè a Bruxelles o Strasburgo. Quindi ogni paese ha le proprie rivendicazioni. Dato che ci sono cose che vengono decise a livello di parlamento europeo, bisogna che ci si organizzi sempre di più tra i diversi paesi e tra i diversi gruppi pro vita dei differenti paesi.

Quest’anno avete le elezioni in Francia. Cosa si può fare per incidere sugli elettori?

Paul Ginoux Defermon: Giustamente nel volantino della marcia è scritto “Grande marcia nazionale per il rispetto della vita. Nel 2012 io marcio e io voto per la vita”. Ecco…

E’la risposta dei pro vita alla politica!

Paul Ginoux Defermon: Si. E’ il momento in cui gli uomini politici ascoltano gli elettori. Una volta eletti è un altra cosa…ma per il momento ascoltano quindi ne approfittiamo per presentare le nostre indicazioni. Abbiamo preparato un dossier in cui esprimiamo le nostre attese. Speriamo che ne ascoltino almeno una parte. Perché i politici sono in un altro mondo rispetto al nostro. Noi siamo in un mondo in cui si mostra la rotta, in cui si mostra la direzione loro invece devono trovare una maggioranza che voti la loro risoluzione, la loro legge. Non è la stessa cosa.

La marcia per la vita non né politica, né partitica.

Paul Ginoux Defermon: No, noi non siamo né politici, né confessionali. Tra di noi ci sono persone e associazioni cattoliche, protestanti, evangeliche, laiche. Non siamo legati a nessun partito politico. Ci sentiamo più vicini a certi partiti politici rispetto ad altri, ma preferiamo non essere legati a nessun partito politico.

Perché marciare di persona in una società dei media, dove si comunica con cellulare, email, face book, twitter…?

Paul Ginoux Defermon: Credo che gli uomini politici siano più impressionati da persone che si riuniscono in un solo giorno in un luogo venendo da tutta la Francia, con il sostegno delle delegazioni straniere. Anche i sindacati dei lavoratori fanno delle manifestazioni così. Impressiona di più perché è difficile riunire delle persone. Bisogna che la gente si sposti, è costoso, occorre tempo. Inviare un email è facile ma venire a marciare nel mese di gennaio è un’altra sfida.

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ZENIT Staff

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