"Sempre in ascolto del Signore"

Spunti per l’omelia a cura della Congregazione per il Clero per la XVI Domenica del Tempo Ordinario – C

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CITAZIONI

Gen 18,1-10a: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abtfsr.htm 
Col 1,24-28: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9bfdofa.htm  
Lc 10,38-42: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9b0xucj.htm     

Le letture della Liturgia della Parola odierna ci inducono a considerare il mistero della rivelazione di Dio e della risposta dell’uomo ad essa, risposta suscitata dalla grazia, che è la fede. Nella prima lettura, Abramo riceve la visita di tre misteriosi individui. È noto che, per diversi commentatori classici, si tratta di un evidente preannuncio della rivelazione trinitaria, che sarà effettivamente svolta solo nel Nuovo Testamento; mentre per altri autori – tra cui sant’Agostino – solo l’identità di uno dei tre personaggi corrisponderebbe a quella di Dio, ossia del Verbo, essendo gli altri due semplicemente angeli che accompagnano il primo (una soluzione che sembrerebbe preferibile in base al prosieguo del testo biblico, anche se le due interpretazioni potrebbero armonizzarsi).

Al di là di queste pur importanti annotazioni, l’essenziale del racconto è che si tratta di una teofania, di una manifestazione di Dio. Non è l’uomo che riesce ad aprirsi un varco tra le nubi per afferrare la conoscenza di Dio. È Dio che si rivela all’uomo. Ciò non toglie che la filosofia abbia trovato vie ragionevoli per dimostrare l’esistenza di Dio ed alcuni dei suoi attributi, ma la conoscenza piena di Dio, per quanto tale conoscenza è possibile in questa vita, viene offerta solo da Dio stesso per via soprannaturale (rivelazione divina).

La seconda lettura conferma tutto ciò, ruotando attorno alla categoria di «mistero». Scrivendo ai Colossesi, san Paolo descrive il suo ministero come «missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria». Nel linguaggio comune odierno, mistero indica una conoscenza oscura, esoterica. Ma nella Scrittura le cose stanno diversamente. San Paolo dice – certo – che la parola di Dio è mistero nascosto da secoli, ma subito aggiunge: «ora manifestato». A chi? «ai suoi santi», ossia ai suoi fedeli. Ad essi Dio ha voluto far conoscere questo mistero in mezzo alle genti nella Persona di Gesù Cristo. Un primo aspetto da notare riguardo al mistero neotestamentario è allora questo: non si tratta di una conoscenza esoterica, tantomeno di una non conoscenza; bensì di una conoscenza che è possibile avere solo se Dio la concede dall’alto. E Dio ha fatto questa concessione in modo perfetto in Cristo, Verbo incarnato.

Un secondo aspetto da notare è il seguente. Nella mentalità comune, si può pensare che nel momento in cui un mistero viene svelato non è più tale. Prima era mistero, ossia era segreto, ma ora che è svelato questo mistero è svanito. Ma san Paolo insegna qualcosa di diverso. L’Apostolo dice che ora il mistero è stato svelato ai santi. Non dice: ciò che era un tempo un mistero ora non lo è più, perché è stato svelato. Dice al contrario che l’oggetto di questo svelamento è proprio il mistero, che viene svelato in quanto tale. La rivelazione di Dio, in altre parole, non sopprime il carattere misterioso di Dio, ma lo ripropone. Il mistero di Dio, prima nascosto, è ora conosciuto proprio in quanto mistero. E il contenuto di questa rivelazione è Dio in se stesso ed il piano che Egli ha sul mondo e sull’uomo, piano che trova il suo apice e definitivo compimento in Gesù Cristo, mistero centrale e fondamentale del parlare e dell’agire di Dio nel tempo.

Quanto detto sin qui può essere anche riassunto con la formula: «a Dio che si rivela è dovuta l’obbedienza della fede» (Conc. Vat. II, Dei Verbum, n. 5). L’uomo, in quanto destinatario della rivelazione soprannaturale e gratuita di Dio, è ricettore, o ascoltatore, della parola del Signore. Il Dottore della Chiesa san Giovanni d’Avila, scrivendo ad una figlia spirituale, afferma: «Se hai ben ascoltato quello che abbiamo fin qui detto, ti sarai resa conto fino a che punto sia necessario, per piacere a Dio nostro Signore, stare in ascolto» (Audi filia, cap. 56).

L’ascolto di Dio, come atteggiamento fondamentale del cristiano, è rimarcato infine anche nell’odierna pagina evangelica, che riporta l’episodio di Marta e Maria. Se di certo il servizio amorevole di Marta è gradito e benedetto, ancor più importante è l’ascolto di Maria. Si tende a volte a vedere una totale contrapposizione tra gli atteggiamenti, certamente diversi, delle due sorelle. Dovremmo però notare che la colpa di Marta non è stata quella di darsi da fare per servire Gesù in cose concrete, come il merito di Maria non è stato quello di stare seduta ai suoi piedi senza lavorare. Il merito di Maria è stato ascoltare. Marta, presumibilmente, avrebbe potuto dedicarsi virtuosamente alle faccende domestiche se nel frattempo avesse anche ascoltato il Maestro. Il rimprovero di Gesù non riguarda tanto il fatto che Marta lavori (in una parabola evangelica, un datore di lavoro rimprovera alcuni lavoratori a giornata perché se ne stanno «tutto il giorno senza far niente»: cf. Mt 20,6). Piuttosto il Maestro rimprovera il fatto che Marta lavori avendo chiuso le orecchie alla parola di Gesù. Ci sono senz’altro diverse vocazioni e diverse occupazioni nella Chiesa. L’importante è svolgerle rimanendo sempre in ascolto del Signore.

*

PREGHIERA DEI FEDELI 

Introduzione del celebrante

Abbiamo la gioia di averti in mezzo a noi, Signore: desideriamo accoglierti e ascoltarti come Marta e Maria nella casa di Betania.

1.    Signore Gesù, grazie perché vieni a trovarci nelle nostra case e nella casa della Chiesa, come hai visitato Marta e Maria: donaci di ascoltarti e servirti con la mente e il cuore, con le opere e la vita,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

2.    Ti affidiamo o Signore Gesù la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Rio insieme con Papa Francesco. Ti affidiamo tutti i giovani e tutte le iniziative di collegamento con Rio,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

3.    Guarda il nostro mondo o Signore: la pace vinca la violenza, la fraternità superi ogni disuguaglianza, e ogni uomo si converta riconoscendoti come Dio e Salvatore,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

4.    O Signore, ogni nostra azione trovi in te il suo inizio e il suo compimento; ti affidiamo tutto il tempo dell’estate,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA 

Conclusione del celebrante

Grazie o Signore, della tua presenza tra noi; rendici attenti alle tue parole e alle tue azioni, per riconoscerti e ospitarti nella vita.

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ZENIT Staff

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