Seminari e futuri sacerdoti: la sfida della formazione

La formazione umana al centro della Settimana di studio per formatori di seminari

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Si è conclusa venerdì 7 febbraio la terza edizione della Settimana di studio per formatori di seminari svoltasi presso la Pontificia Università della Santa Croce e promossa dal Centro di Formazione Sacerdotale del medesimo ateneo. Il tema della “Formazione umana dei candidati al sacerdozio” è stato al centro della Settimana di studio, che ha visto la partecipazione di circa settanta formatori provenienti da contesti culturali ed ecclesiali dall’America Latina all’Australia, passando per Europa e Palestina.

La formazione umana, in riferimento alla missione sacerdotale, costituisce “la piattaforma e il fondamento sul quale edificare l’edificio della formazione intellettuale, spirituale e pastorale” del presbitero, che dovrà presentarsi “con un bagaglio di virtù umane che lo rendano degno della stima degli altri”. È quanto si legge al n. 93 del Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri pubblicato nel febbraio del 2013 dalla Congregazione per il Clero ed è intorno a questo punto che sono ruotati gli interventi dei relatori e i contributi dei partecipanti, coinvolti attivamente in workshop pomeridiani.

Giovanni Paolo II affermava che “senza un’opportuna formazione umana l’intera formazione sacerdotale sarebbe priva del suo necessario fondamento”, mentre Benedetto XVI ricordava che il presbitero, “scelto fra gli uomini, […] resta uno di essi ed è chiamato a servirli donando loro la vita di Dio”.

Nell’incontro con i Seminaristi, i Novizi e le Novizie del luglio scorso, Papa Francesco ha parlato di quattro “pilastri fondamentali” su cui edificare la vocazione: formazione spirituale, ossia la vita spirituale; vita intellettuale; vita apostolica; vita comunitaria. Quattro sono stati anche i temi portanti della Settimana di studio, ovvero: formazione nelle virtù; maturazione dell’affettività; educazione alla libertà; sviluppo della relazionalità.

L’Arcivescovo Jorge Carlos Patrón Wong, Segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero, ha inaugurato i lavori. Nel corso del suo intervento ha affermato che “mediante la sua formazione, dopo aver ‘liberata’ la propria libertà, il candidato al sacerdozio deve essere capace di dare il proprio assenso a Dio che lo ha chiamato, nella continua disponibilità a far operare in tutto il proprio essere, anima e corpo, la grazia sacramentale, la quale poi non tarderà a realizzare in lui una piena e vera trasformazione, una configurazione a Cristo, da tutti visibile”.

Secondo uno dei conferenzieri, l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Mons. Luigi Negri, “formazione umana significa riabituare l’uomo ad un incontro obiettivo e spassionato con la propria umanità”, tanto che “uomo è desiderio di verità di bene, di bellezza e di giustizia”.

Sempre in qualità di relatori hanno partecipato, inoltre, i Vescovi di Trapani e Pitigliano-Sovana-Orbetello, l’Arcivescovo di Altamura, Mons. Giovanni Ricchiuti, e il Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, Mons. Concetto Occhipinti.

Nell’ambito della giornata dedicata alla “maturazione dell’affettività” si è parlato anche di celibato sacerdotale con lo psichiatra Franco Poterzio, docente all’Università degli Studi di Milano. “Con il celibato”, ha spiegato il professore, “il corpo umano assume tutta la sua dignità di fronte all’uomo e di fronte a Dio”. Infatti, “non si può intendere il celibato se non si pensa al corpo, quel corpo umano creato da Dio a Sua immagine e a Lui predisposto per l’Incarnazione”.

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Laura Guadalupi

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