Chinese children

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"Se non farà più figli, la Cina non avrà altra crescita economica"

Lo sostiene Yi Fuxian, ricercatore medico, autore di “Grande nazione con una culla vuota”. Esiliato da Pechino nel 2000, oggi è stato parzialmente riabilitato

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La crisi demografica impone che anche in Cina si incoraggino “con ogni mezzo le coppie di sposi ad avere figli”. Quando nel 2000 lo scrisse in un libro dal titolo Grande nazione con una culla vuota, Yi Fuxian, ricercatore medico, fu esiliato dal suo Paese, in quanto “nemico di una politica fondamentale”.
Dal 2010, quando Pechino ha iniziato a ripensare quella politica che forse è tutt’altro che “fondamentale”, Fuxian è stato gradualmente riabilitato. Oggi lavora all’università del Wisconsin-Madison, negli Stati Uniti, ma due volte l’anno torna in Cina per parlare di problemi demografici alla classe dirigente cinese del futuro.
In questi giorni ha rilasciato un’intervista al South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, dove ha sottolineato che l’alleggerimento della politica del figlio unico, che concede alle coppie in cui uno dei due membri sia già figlio unico, di avere due figli, è “un fallimento”.
Fuxian spiega che “i tassi di fertilità non hanno subito variazioni considerevoli”. Lo testimonia il fatto che le nascite nel 2015 in Cina sono scese di 320mila unità e il tasso di fertilità si è attestato a 1,3 figli per donna, uno dei più bassi al mondo. “In pratica – ha spiegato il ricercatore – è già troppo tardi. La popolazione invecchia e presto inizierà a contrarsi: questo avviene sia nelle zone rurali che in quelle urbane. In queste condizioni demografiche Pechino non ha modo di mantenere la forte crescita economica degli ultimi decenni”.

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ZENIT Staff

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