Se anche la Chiesa impara a stare sui social network

Un libro di Giovanni Tridente e Bruno Mastroianni, docenti della Santa Croce, offre alcuni spunti su cui impostare la “missione digitale”

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Come esorta continuamente Papa Francesco, la Chiesa non deve aver paura di stare sui social network. Alle echo chambers, così tanto frequenti nell’ambiente digitale, bisogna imparare a rispondere con proposte di valore. Tutto ciò nella consapevolezza che nella comunicazione istituzionale non esiste più un portavoce unico, ma una pluralità di voci che fanno da rappresentanti.
Sono alcune delle riflessioni proposte dal nuovo libro di Giovanni Tridente e Bruno Mastroianni, entrambi docenti alla Pontificia Università della Santa Croce – La missione digitale. Comunicazione della Chiesa e social media –, che si avvale, tra gli altri, dei contributi di Daniele Chieffi, social media manager di ENI, e Daniele Bellasio, responsabile de IlSole24Ore.com.
In effetti, come spiegano gli autori, il volume non è rivolto solo agli addetti ai lavori ma a chiunque voglia fare della sua presenza online un’occasione per cooperare al bene comune. Questo perché la comunicazione non è più solo per i professionisti del settore (giornalisti e comunicatori) ma qualcosa a cui ciascuno contribuisce con la sua vita in Rete.
Se è dunque vero che il Web è passato da essere un semplice strumento a un ambiente da abitare, tutti (educatori, genitori, artisti, ecclesiastici, religiosi, volontari…) sono chiamati a dare il loro apporto per costruire legami, incontrare persone e arricchire le proprie esperienze.
L’approccio dei saggi che compongono l’edizione è di tipo propositivo. Non si analizzano infatti pericoli e rischi che la tecnologia digitale porta con sé, ma si parte dal presupposto inverso, e cioè che ogni nuovo scenario di comunicazione – coinvolgendo donne e uomini – porta con sé le luci e le ombre della condizione umana, ed è proprio in considerazione della capacità di far luce che le ombre si possono dissipare.
Più che “spegnere la tecnologia” o “mettere regole” per limitarne l’uso, il libro si domanda quindi “cosa c’è da fare” nel momento in cui i dispositivi sono accessi e connessi alla Rete. In sintesi: “puntare al valore delle relazioni per costruire, nella Rete, dei dialoghi davvero rilevanti”.
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Il testo è disponibile anche in formato digitale per i dispositivi Apple e Kindle.
Per la scheda del libro cliccare qui  

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ZENIT Staff

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