Daily meditation on the Gospel

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Schiavo di se stesso

Meditazione della Parola di Dio di venerdì 3 febbraio — Feria della IV settimana del T.O. — S. Biagio (Memoria facoltativa), S. Ansgario (Memoria facoltativa)

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Lettura
Il Vangelo di oggi racconta della fine di Giovanni Battista che, per mantenere fede alla sua missione di testimone della verità, fu vittima della tirannia e della corruzione di Erode. La fine del precursore viene annunciata all’improvviso, quasi a sottolineare lo sconforto e lo scalpore che tale morte ha suscitato. L’evangelista sembra voler indurre i suoi lettori a interrogarsi; se il quesito più immediato è “che ne sarà di Gesù, visto che Erode non ha avuto riguardo per il Battezzatore?”, la vera domanda però è: “Chi è Gesù?”.
Meditazione
Erode è il signore assoluto, decide tutto, giudica tutto. È lui il giudice supremo che sceglie chi deve vivere e chi merita di morire: è lui stesso metro e misura. Le sue passioni sono la legge, anzi: esse “fanno” il tiranno Erode. Per non essere deposto dal potere di Roma e conservare i suoi privilegi, egli deve accontentare l’Impero in tutto. L’unica cosa che lo preoccupa è la sua tranquillità e il suo ventre. Non a caso, è durante il banchetto della festa in suo onore, tra danze e ubriachezze, che viene presa la decisione sulla morte del Battista. Più Erode è schiavo delle sue passioni, e più si illude di mostrarsi forte e di riuscire a nascondere la sua debolezza con la spavalderia e l’ostentazione di chi può decidere e fare di tutto. Ha paura degli altri, di ciò che dicono, di come lo giudicano; non lo ammette, ma non riesce a liberarsi. Il silenzio gli è nemico, deve riempirlo col frastuono dell’ubriachezza; la solitudine è ancora peggio, perciò deve circondarsi di servi, sempre pronti a manifestare un’approvazione supina, come quella di chi è schiavo come lui e più di lui. Si sfama del suo essere vuoto, ma non si sazia, si illude di avere il controllo, ma sono le sue ombre a gestirlo. Gesù diventa il suo nuovo incubo, non lo conosce se non per sentito dire, eppure ne ha paura: “Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!”. Erode si era illuso, insieme ai suoi che, mettendo a tacere la voce di chi lo invitava a confrontarsi con la Legge di Dio, avrebbe vinto le sue paure, la sua debolezza. E invece, queste si fanno più forti, finendo con l’offuscare la capacità di comprensione della realtà che gli si propone. Alla luce di Dio, Erode preferisce il buio della sua illusione.
Preghiera
Dio onnipotente ed eterno, nei momenti della prova nutri la nostra speranza, fà che godiamo dei benefici della salvezza, rendici capaci del tuo amore, che la nostra vita sia sempre una lode e rendimento di grazie alla tua misericordia.
Agire
Che ogni gesto e parola di quest’oggi sia pieni di gioia e di vita.
Meditazione del giorno a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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