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Scelti per portare frutto

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 15,9-17

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Lettura
L’amore del Padre è tutto ciò di cui Gesù ha bisogno; così la presenza e l’insegnamento del Maestro sono il tesoro abbondante delle risorse necessarie al discepolo per essere coerente e fedele in tutto, e per ritrovare sempre se stesso, nel servizio come amico e nella preghiera come figlio. Le parole di Gesù, pronunciate in un punto centrale del Discorso della Cena, rappresentano lo statuto essenziale di ogni vocazione, la carta d’identità di ogni chiamato.
Meditazione
La grandezza dell’amore per gli amici non contraddice l’amore per i nemici. Se guardiamo solo al livello affettivo non capiamo nulla, tagliati fuori dal senso evangelico. L’affettività non va semplicemente vissuta ma attentamente educata, così come l’intimità, che quanto più è profonda tanto più esige di essere regolamentata, altrimenti diventa distruttiva. Quale vita intende Gesù, da dare ai propri amici? Secondo il termine greco si deve intendere la vita psichica, non l’inconscio, ovviamente, ma l’intera e profonda struttura del proprio pensare e agire. Si dà, infatti, una conversione intellettuale, come fuga dai luoghi comuni e come dedizione alla riflessione piana e completa; c’è poi la conversione morale, dove si rivedono continuamente reazioni e costumi quotidiani; ovviamente, c’è la conversione religiosa, che mira a ristabilire il primato di Dio nelle grandi scelte, come in quelle comuni. Due altri tipi di conversione completano la persona: quella affettiva, in cui il soggetto si esercita a controllare desideri e appetiti possessivi e manipolatori. Nella conversione psichica, infine, si è sollecitati a verificare continuamente e a mettere in gioco tutte le facoltà: dalla libertà alla memoria, dall’intelligenza alla volontà, per abbracciare ciò che si è e si possiede, per farne dono, in un’apertura sempre prudente e sapiente. L’intellettuale non convertito psichicamente, ad esempio, sa disquisire sulla Chiesa, ma rimane a livello di parole, chiacchiere se non logorree; la persona risanata, invece, parte da sé, si offre; ha convertito utilmente l’interiorità, perciò serve la comunità dove vive, la ama, ed è libera anche di criticarla nell’amicizia, se essa si discosta da Gesù e dai suoi comandamenti; tutto sempre nella più eccelsa delle sublimazioni psichiche: la preghiera, costante, raccolta, umile.
Preghiera
Maria, Sancta Dèi Gènetrix! O Maria, tu ci hai dato Gesù, Parola di Dio, criterio di condotta per la vita, apertura di speranza, luce nel buio, gioia nella luce. Illumina le menti e i cuori e aiutaci a comprendere quale sia il bene che il Signore vuole per noi, per attuarlo con un forte programma di vita.
Agire
Per intercessione di Maria, Avvocata nostra, oggi nulla chiederò nella preghiera e non cercherò nulla di personale, se non di vivere bene il ruolo che mi è stato assegnato, in umiltà e gratitudine.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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