Holy Mass at the Shrine of Caacupé

ANSA

“Santo Padre, contro la cultura dello scarto, conta su di noi!”

Sessanta giovani guanelliani partecipano all’ultima messa di Francesco in Paraguay, accanto ad anziani e disabili

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C’è profonda commozione e gioia negli occhi di Eliana, 20 anni, Luis, 23 e Pablo, 24. Sta per iniziare (alle 19 ora locale) la veglia di preghiera per i 200 giovani che accompagneranno anziani e disabili alla messa con il Papa a Nu Guazu, l’ultima prevista in Paraguay. Tra i 200, 60 sono ragazzi del movimento giovanile guanelliano. “Alle 2 – spiega P. Roberto Corvalan, assistente spirituale – partiranno con i disabili e alle 5 del mattino saranno già sul posto. Si sono preparati con amore, entusiasmo e dedizione a questo incontro, nello stile di servizio tanto caro a don Guanella e che parla e testimonia il loro essere cristiani”.

“È un appuntamento storico – sottolinea Eliana – la testimonianza di come essere Chiesa in uscita, sentirsi protagonisti di questo tempo presente, in una Chiesa a servizio del prossimo, autenticamente samaritana”.

I giovani guanelliani che fanno parte delle parrocchie La Piedad e San Miguel sono in tutto un centinaio. Si incontrano settimanalmente in due gruppi: Buensa, che sta per buon Samaritano e Giovani con Don Guanella.

Ascolto della Parola e sua traduzione nella vita, sui passi di San Luigi. E così la presenza dell’Hogar per anziani accanto alla parrocchia de La Piedad, dove i religiosi guanelliani ne accolgono e custodiscono 30, diventa grande palestra di vita. “Alcuni nonni non hanno più nessuno, altri non possono essere aiutati dalle famiglie. Così i ragazzi si fanno loro prossimi condividendo un po’ del loro tempo, aiutandoli nei pasti, o nella sistemazione e pulizia degli spazi interni ed esterni, pregando insieme il rosario, partecipando alle celebrazioni, festeggiandone i compleanni o promovendo iniziative culturali e momenti di aggregazione.

“Una delle più grandi povertà che possiamo riscontrare nel mondo giovanile – spiega p. Roberto – è proprio la tendenza all’individualismo, allo star bene nel proprio piccolo cerchio, disinteressandosi degli altri. I nostri anziani sono per questo maestri di vita: insegnano ai giovani, come a bambini, catechisti, studenti ed adulti ad uscire da sé, generando un clima più ampio di famiglia, di comunità, di Chiesa”.

Così, fedeli al carisma guanelliano, i giovani vengono invitati, sullo stile del buon samaritano, ad uscire da sé andando verso l’altro, chi come catechista, chi come volontario, missionario, pellegrino, in particolare verso i loro coetanei indicando loro l’esperienza del “vieni e vedi”, che propose Gesù.

“Sono giovani ricchi di entusiasmo e pieni di dedizione, che ben conoscono la spiritualità guanelliana. Giovani chiamati a fronteggiare una generale perdita di valori nella società, a confrontarsi con la cultura del piacere fine a se stesso, degli eccessi. Giovani che amano il Papa, che si commuovono per la verità espressa dalle sue parole e contro la cultura dello scarto rispondono in prima persona “conta su di noi!”.

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ZENIT Staff

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