disegno del maestro Carmelo Raco

Sant’Agostino: una conversione che affascina ancora oggi

La vicenda del vescovo di Ippona dimostra come un “caso disperato” possa diventare dottore della Chiesa

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La storia di alcuni Santi è conosciuta da molti, sebbene la loro ricorrenza liturgica rischi di essere considerata una consuetudine doverosa piuttosto che un’occasione per riflettere sulla loro spiritualità e coglierne i benefici.
Sant’Agostino è sicuramente uno dei Santi più conosciuti ed apprezzati della storia della Chiesa. La sua vicenda umana e spirituale ha appassionato tantissime generazioni e continua ad esercitare un enorme fascino verso coloro che desiderano scoprire l’agire di Dio nel cammino di conversione di un’anima.
Agostino nacque il 13 novembre 354, a Tagaste, località dell’attuale Algeria, che ora porta il nome di Souk-Ahras. La sua famiglia possedeva piccole proprietà terriere. Santa Monica, madre di Agostino, ha trasmesso la fede cristiana al suo figlio, il quale, però, abbandonò gli insegnamenti e l’esempio ricevuto da sua madre, preferendo la filosofia e il manicheismo. La sua vita fu segnata dall’incontro con una donna, dalla quale ebbe anche un figlio, e dalla dedizione di tutto il suo impegno allo studio e all’insegnamento della filosofia, della retorica e delle scienze umanistiche.
Un passaggio decisivo del suo cambiamento di vita avvenne durante un viaggio nel 387 a Milano, dove ricevette la grazia di ascoltare Sant’Ambrogio, dal quale ricevette il Sacramento del Battesimo. Questo fu il primo segno tangibile della sua conversione e del desiderio di servire Dio. Da Milano si trasferì a Roma, per recarsi in Africa con l’intenzione di fondare una comunità monastica. Ad Ostia sua madre Monica morì, provocando nel suo cuore un grande dolore, ma anche un enorme ringraziamento a Dio per la fede che gli aveva trasmesso. Agostino si recò ad Ippona, dove venne ordinato Vescovo. Agostino ha lasciato opere letterarie, teologiche e filosofiche che, ancora oggi, sono oggetto di studio e di meditazione. Testi come le Confessioni e la Città di  Dio, lasciano trasparire tutto il suo amore per la Chiesa, per la sete di verità dell’uomo e per la conoscenza delle Sacre Scritture, con le quali si guadagnò, per grazia di Dio, il titolo di Dottore della Chiesa.
Durante l’invansione dei barbari ad Ippona da parte dei Vandali, nel 429 Agostino si ammalò gravemente. Morì all’età di 76 anni, il 28 agosto 430.
Agostino è stato un uomo davvero innamorato di Dio, che misteriosamente ha permesso un lungo cammino prima di giungere alla conversione. Guardando la storia di Agostino, comprendiamo l’ostinazione dell’uomo che vuole perseguire i suoi progetti dimenticandosi di Dio. Nello stesso tempo riconosciamo la grande perseveranza di Dio, il quale continua ad amare l’uomo invitandolo alla conversione attraverso i fatti della storia e rendendo il suo cuore insoddisfatto quando volge le spalle a Lui. Agostino aveva comprenso che tutta la sua conoscenza e tutto il suo sapere non avevano reso felice il suo cuore. Anche se aveva raggiunto fama e notorietà, il suo animo provava una profonda nostalgia, dovuta alla mancanza di qualcosa, che solo dopo scoprirà essere la perdita della relazione vitale con Dio.
Monica, la mamma di Agostino, la quale aveva compreso da sempre la radice dell’insoddisfazione del suo figlio, ha sempre avuto fiducia in Dio, il quale sempre ascolta ed esaudisce le preghiere che vengono elevate da un cuore sincero e sofferente. Monica ha pregato Dio non solo con le parole, ma versando lacrime amare che manifestavano tutto il suo dolore per la vita disordinata del suo figlio. Le madri sante sono la salvezza per i loro figli. La tenacia, la costanza e la determinazione di una madre, che cerca prima di tutto la salvezza dell’anima del suo figlio, sono virtù che esaltano la grande missione delle donne, le quali hanno un ruolo, delle volte nascosto, ma essenziale per la vita della Chiesa.
Dio ha permesso che Agostino abbandonasse la fede insegnata dalla madre per accostarsi alla filosofia e al manicheismo. Questo lungo periodo della sua vita può sembrare inspiegabile e insensato per il modo di pensare degli uomini, ma aveva un valore immenso agli occhi di Dio. Durante questo tempo lontano da Dio, Agostino ha potuto approfondire la conoscenza della filosofia, della retorica, dell’arte del buon scrivere e del buon parlare, che egli successivamente avrebbe messo a servizio dello Chiesa. Agostino ha lasciato memorabili pagine di commenti ai Vangeli e ai libri del Vecchio Testamento, capaci di attrarre i lettori alla bellezza, alla verità e alla ricchezza della Parola di Dio.
I nostri tempi sono caratterizzati da un forte impoverimento dello stile del linguaggio scritto, quasi come se la povertà del linguaggio corrispondesse ad un scarso riconoscimento della dignità delle persone. Usare un lessico impoverito e stringato è sinonimo di bassa considerazione dell’interlocutore, di poca apprezzamento dell’argomento trattato e di scarso approfondimento dei contenuti esposti. Questo non significa che si deve usare un linguaggio aulico o arcaico, comprensibile solo negli ambienti universitari ed accademici. Quello che si dice o quello che si scrive deve essere prima di tutto comprensibile a tutti per essere accolto, meditato ed attuato. Allo stesso tempo è importante usare un linguaggio consono alle situazioni, rispettoso dell’argomento trattato e degno dell’interlocutore.
La storia della Chiesa ha sempre evidenziato come il carattere sacro e trascendente dei suoi contenuti offerti, debba riflettere la bellezza, la ricchezza ed il valore dei suoi insegnamenti, attraverso un linguaggio semplice e comprensibile, ma che contenga anche il valore letterario del testo sacro, che è Parola di Dio prima di essere parola degli uomini.
Agostino è un uomo che non crea distacco, ma suscita un desiderio di avvicinamento a lui e alla sua storia. Il suo essere stato a lungo peccatore, l’avere abbracciato per anni il manicheismo dona speranza, perchè appare evidente, leggendo la sua storia personale, come la conversione di un uomo è frutto prima di tutto della grazia di Dio e non certo dei meriti personali. Quanta consolazione produce la conoscenza di questa storia per tanti madri e padri che vedono in questo momento i loro figli ribelli verso la frequentazione della Chiesa!
La storia di Agostino ci è di monito a non giudicare nessuno prima del tempo, ma a lasciare a Dio di decidere i tempi della conversione di un uomo. Quanti uomini nel corso della storia sono stati considerati un caso disperato! Eppure la pazienza e la bontà di Dio li hanno resi apostoli del Vangelo, capaci di parlare al cuore degli uomini anche a distanza di tempo della loro morte.
Gli scritti di Agostino sono l’eredità più preziosa che ha lasciato alla Chiesa, la quale è stata arricchita dall’inestimabile dono della corretta interpretazione della Scrittura e della profonda conoscenza della Parola di Dio, la quale continua a parlare alla vita delle persone tramite Agostino, perché prima di tutto Dio ha parlato personalmente al suo cuore tramite lo Spirito Santo.

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Osvaldo Rinaldi

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