Santa Marta, 26 settembre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Santa Marta: “Signore cosa pensi?”

Omelia di papa Francesco di martedì 26 settembre 2017

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Nella Messa mattutina a Santa Marta, papa Francesco ha esortato oggi, martedì 26 settembre 2017, i battezzati a “vivere” un concetto chiave della spiritualità cristiana: la familiarità con Dio. Significa — così ha spiegato — rimanere in presenza del Signore, ovunque siamo, persino nel bus o nella metro, e parlare interiormente con lui, chiedendogli: Signore cosa pensi?”.
Nella sua omelia, riportata come di consueto dal programma italiano di Radio Vaticana, il Pontefice ha meditato sul cortissimo brano del Vangelo di oggi (Luca 8,19-21), in cui Gesù sembra persino disconoscere la proprio madre, dichiarando infatti che sua madre e suoi fratelli sono “coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”.
Questo significa, ha spiegato Francesco, che per Gesù il concetto di famiglia supera quello tradizionale di gruppo sociale in cui siamo nati e cresciuti. Più che essere “discepoli”o anche “amici”, il rapporto con il Signore non debba essere né “formale”, né “educato” o “diplomatico”.
Familiarità con Gesù — ha sottolineato il Papa — significa superare la distanza che ci separa da lui ed “entrare nella casa di Gesù”, “entrare in quella atmosfera, vivere quella atmosfera, che è nella casa di Gesù”.
“Vivere lì, contemplare, essere liberi, lì”, ha proseguito il Pontefice, “perché i figli sono i liberi, quelli che abitano la casa del Signore sono i liberi, quelli che hanno familiarità con Lui sono i liberi.”
La familiarità con Dio implica “stare con Lui, guardarlo, ascoltare la sua Parola, cercare di praticarla, parlare con Lui”. Significa fare “quella preghiera che si fa anche di strada: ‘Ma, Signore cosa pensi?’”, ha proseguito il Papa, che ha ricordato l’esempio di santa Teresa, la quale “trovava il Signore dappertutto, era familiare col Signore dappertutto, anche fra le pentole in cucina”.
“Familiarità col Signore” significa perciò “rimanere” in presenza di Gesù, ha detto Francesco, che ha rammentato anche la chiamata di Andrea e Giovanni. Non solo “andarono dietro Gesù”, ma “rimasero, stettero con Lui tutta la giornata”.
Familiarità con Dio quindi non è tenersi a distanza, non è “tu lì e io qui”, ma “è vicinanza, è sentirsi della famiglia di Gesù”, ha ribadito il Pontefice, che al termine della sua meditazione ha invitato i fedeli a chiedere proprio questa grazie di “capire cosa significa familiarità col Signore”. (pdm)

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ZENIT Staff

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