Sant'Agata, maestra di fede

Dalla “A” di amore alla “Z” di zucchero: la grande festa che Catania ha dedicato alla santa patrona

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“Oggi celebriamo la memoria di Sant’Agata, vergine e martire. La sua virtù eroica stimoli voi, cari giovani, in particolare gli studenti delle scuole a comprendere l’importanza della purezza e della verginità; aiuti voi, cari ammalati, ad accettare la croce in spirituale unione con il cuore di Cristo; e incoraggi voi, cari sposi novelli, a comprendere il ruolo della donna nella vostra vita familiare.

Questo ricordo e augurio di Papa Francesco, a conclusione dell’Udienza del mercoledì in piazza San Pietro, arricchiscono la festa della patrona di Catania, la bella Agata che a sedici anni, nel 251, durante le persecuzioni dell’imperatore Decio, per essersi rifiutata di venerare gli dei pagani, fu sottoposta dal proconsole Quinziano a molteplici supplizi e al taglio delle mammelle e mori tra i carboni ardenti nella fornace.

La giovane e bella Agata dal cielo ha sempre protetto la sua città, Catania, che la venera come patrona e modello di vita cristiana.

Nell’alfabeto della festa, intreccio di religiosità popolare, folclore, tradizione e cultura, che inizia con la “A” dell’amore dei catanesi per la giovane Agata e termina con la “Z” delle cose zuccherate che profumano la città di torrone, olivette, paste di mandorle.  Alla lettera “P”, oltre al premio della Candelora d’oro che viene consegnata a personaggi illustri e quest’anno è stata assegnata all’astronauta Luca  Parmitano, siciliano di Paternò, il quale ha fatto vedere delle immagini stupende della Sicilia, figura la “P” del solenne pontificale che quest’anno è stato officiato dal Card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e Presidente della CEI.

Nel fasto solenne dal sacro rito, al quale hanno partecipato i Vescovi della Sicilia con il Card. Paolo Romeo di Palermo, la voce del card. Bagnasco ha trasmesso un messaggio di speranza e di fiducia ai giovani: “Fate sentire la vostra giovinezza, la vostra voce, portate il vostro entusiasmo, a volte turbolento, ma bello; noi adulti vi siamo vicini con rispetto, offrendovi una parola, e speriamo un esempio, di sapienza e di speranza, di doveroso e responsabile aiuto”.

La vergine Agata, che nel suo nome sintetizza la bontà e la bellezza, è stata presentata come “maestra” perché ”ci educa alla fede e alla vita buona del Vangelo”.

L’esercizio delle virtù cristiane nella vita quotidiana, l’hanno resa “eroina del cielo, vergine bella” e come ha spiegato il presidente della CEI: “Sono i piccoli cedimenti ripetuti che preparano i grandi tradimenti, così come sono i piccoli gesti buoni che preparano gli atti eroici. Se ci si abitua alle piccole bugie, si diventerà dei bugiardi, inaffidabili, se ci si allena a piccoli atti di generosità, si diventerà santi”.

L’invito a vivere la fede con gioia secondo le indicazioni dell’Evangelii gaudium ben si coniuga con il senso della festa e della devozione popolare che instaura un senso di vera appartenenza ed un legame di familiarità con la vergine Agata, santa patrona.

Un particolare appello il card Bagnasco l’ha indirizzato ai genitori, condividendone le gioie e le preoccupazioni per i figli, i sacrifici e le ansie per il loro domani. L’impegno a “camminare insieme” famiglia e comunità ecclesiale per rispondere all’emergenza educativa non è soltanto una “sfida” ma una guida sicura seguendo “come stella polare la vita buona che il Vangelo ci indica”.

Certamente il richiamo alla verginità della giovane Agata, salutata dall’inno dei primi vespri “ “Iesu corona virginum” è oggi una lezione resa eloquente dalla testimonianza della vita che, nella fedeltà ai valori cristiani, si è fatta dono per gli altri.

Come ha ribadito l’arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina, nel messaggio alla Città, dalla festa della Patrona scaturisce l’impegno a rendere la città pulita, laboriosa, aperta al dialogo rispettoso e accogliente, fuggendo le tentazioni del malaffare e della criminalità.

I tre giorni di festa che hanno catalizzato la vita della Città, hanno avuto quest’anno il dono del bel clima e, mentre in tante regioni d’Italia imperversava il mal tempo a Catania ha brillato il sole anche sull’Etna, illuminando la neve bianca di giorno, mentre la notte ha dato spettacolo con il fiume di rossa lava incandescente.

L’ordine e la compostezza dei numerosissimi devoti intervenuti da ogni parte d’Italia e dall’estero hanno contribuito alla regolarità e legalità delle diverse fasi organizzative dell’evento, unico nel suo genere per importanza e partecipazione, essendo, appunto la terza festa mondiale per importanza e coinvolgimento di popolazione, arricchita da giochi pirotecnici e piromusicali di grande prestigio.

Il corteo interminabile dei devoti con il sacco bianco, con in mano il fazzoletto bianco per salutare la Santa Patrona e con tanti telefonini accesi per immortalare il volto della giovane Santa nel prezioso busto reliquario, ha risposto festoso al grido “Cittadini! Viva San’Agata” e le preghiere di tanti giovani in cerca di lavoro sale al cielo, invocando la protezione di Sant’Agata sulla città di Catania.

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Giuseppe Adernò

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