San Sebastiano (Dipinto del Sodoma)

San Sebastiano: morire per Cristo sul campo di battaglia

La storia del martire romano indica la virtù della prudenza e del coraggio, praticate anche in ambienti ostili alla fede cristiana

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La venerazione della vita di alcuni santi trascende il tempo. La loro storia di fedeltà a Cristo e la Chiesa è una testimonianza che rimane per sempre nel cuore di ogni essere umano come risposta all’anelito di eternità.
Un santo dei primi secoli della vita della Chiesa che suscita ancora oggi tanta devozione ed ammirazione è San Sebastiano. Poche sono le notizie certe riguardanti la sua vita ma quelle poche informazioni sono sufficienti per comprendere la sua santità.
Sebastiano nacque a Milano nel 263. Egli nutriva il desiderio di abbracciare la carriera militare con l’intenzione precisa di sostenere i cristiani perseguitati a causa della fede. Come tutti i cristiani arruolati nell’esercito romano di quel tempo, essi mantenevano segreta la loro fede, non per timore di vedersi sottrarsi i loro beni e nemmeno per il rischio di perdere la loro vita, ma per poter essere di aiuto nei momenti di tribolazione ad altri uomini e donne bisognosi di un sostegno spirituale.
Sebastiano recò soccorso ai cristiani incarcerati e condotti al supplizio, ed invitando alla conversione i soldati e i prigionieri pagani. Tra coloro ai quali Sebastiano testimoniò la sua fede vi furono personaggi illustri, come il governatore di Roma, Cromazio, e suo figlio Tiburzio, i quali, dopo la loro conversione, affrontarono il martirio.
Quando Diocleziano prese in mano le redini dell’impero romano, vista l’alta considerazione che nutriva verso Sebastiano, gli affidò l’incarico di capitano della prima compagnia della Guardia Pretoriana di Roma.
L’opera apostolica e missionaria di Sebastiano non rimase segreta ma giunse all’orecchio dell’imperatore Diocleziano, il quale convocò Sebastiano per rendere conto del suo operato, persuadendolo a rinnegare la sua opera missionaria di evangelizzazione. Sebastiano confessò apertamente a Diocleziano la sua fede cristiana, rifiutando di rinnegare il suo credo verso Gesù Cristo. Vista la saldezza della fede di Sebastiano, Diocleziano cercò di convincerlo passando alle minacce. Ma la fedeltà a Cristo di Sebastiano non fu scalfita dalla paura della morte. Dopo una prolungata insistenza, Diocleziano decise di condannare a morte Sebastiano, il quale fu legato ad un albero e trafitto da frecce lanciate dai soldati. Vi è una tradizione che racconta un’altra vicenda della sua morte, che non sarebbe avvenuta in quel modo. I soldati, dopo l‘esecuzione a morte, lasciarono Sebastiano legato all’albero, senza verificarne il suo effettivo decesso. Una pia donna vedova, visto il corpo di Sebastiano, si avvicinò per prendere il suo corpo e seppellirlo, ma ebbe la felice sorpresa di vederlo vivo, decidendo così di curarlo. Poco tempo dopo Sebastiano si presentò a Diocleziano, il quale rimase molto sorpreso nel vederlo ancora vivo. Sebastiano criticò molto l’opera di persecuzione dei cristiani da parte di Diocleziano. La sua motivazione riguardava la bontà dei cristiani, i quali non avevano inimicizie con alcuno e pregavano per i romani. Diocleziano irretito dalle parole di Sebastiano, ordinò ai soldati che Sebastiano fosse condotto in un locale vicino e picchiato a morte.
La deposizione del corpo di San Sebastiano nelle catacombe cristiane, che da oggi portarono il suo nome, avvenne il 20 Gennaio 304. Sul luogo della sua morte fu costruita una delle principali chiese di Roma, la Basilica di San Sebastiano, situata presso l’antica via Appia.
Quale insegnamento lascia la vita di questo grande santo martire della Chiesa delle origini? L’esperienza di vita di Sebastiano ci vuole insegnare la virtù della prudenza e del coraggio, praticate cercando di infiltrarsi negli ambienti ostili alla fede cristiana. Del resto questa è l’opera compiuta da Gesù Cristo, il quale è venuto per salvare i peccatori, per dare speranza agli increduli di questo mondo e per insegnare la fede cristiana a coloro che non hanno mai sentire parlare della Buona Notizia del Vangelo.
Oggi vi sono tanti ambiti sociali che necessitano di una testimonianza cristiana per rinnovare l’essenza per i quali sono stati pensati ed istituiti.  Quanta necessità ha la nostra società di famiglia cristiane, che testimonino la bellezza del vivere insieme, la possibilità di perdonarsi tra tutti i suoi componenti, l’impegno fattivo di una educazione orientata al dialogo, all’ascolto e alla comprensione!
Quanto bisogno hanno i nostri tempi di politici che spendano la loro vita al servizio del bene comune, a prendersi cura degli scartati della società, a promuovere l’occupazione per i giovani e per le persone più anziane ancora lontane dalla pensione, a contribuire a diffondere un livello di servizi esteso ad ogni fascia sociale della popolazione! Quanto sono importanti i medici cristiani che si preoccupano dell’anima del paziente con lo stesso interesse con il quale offrono le cure mediche per il corpo! Quanto valore hanno per la formazione dei giovani i santi professori che instaurano un dialogo con i loro alunni, per farli sentire esseri umani da educare e non oggetti da riempire con nozioni tecniche e letterarie!
Sebastiano rimase fedele a Cristo sino a subire un martirio cruento e disumano. Quanti cristiani oggi ricevono il martirio dell’esclusione sul posto di lavoro e all’interno della famiglia di origine, solo perché dichiarano e testimoniano il loro credo nella fede cristiana! Gli esponenti di rilievo del mondo politico, economico e finanziario sembrano anche oggi avere paura dei cristiani, i quali continuano a proporre la rivoluzione pacifica della misericordia, della condivisione e della pace.
Quanto sarebbe bello se gli “Erodi” dei nostri tempi governassero con l’ausilio di Gesù il mondo, interrompendo la costruzione e la vendita delle armi, vivendo la cultura della condivisione a discapito della piaga della corruzione. I potenti e i governanti potrebbero mantenere il loro potere, godendosi dei beni guadagnati ma, nello stesso tempo, rendendo contente tante persone, le quali vedrebbero riacquistare quella dignità che molte volte gli viene sottratta.
Oggi Sebastiano testimonia la speranza che un germe del regno dei cieli possa iniziare a sbocciare sulla terra. Il sangue del sacrificio di ogni martire diventa quel seme di speranza da cui fiorisce un rinnovamento della società e della Chiesa, affinché ogni essere umano possa godere del bene della dignità umana durante il suo pellegrinaggio terreno.

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Osvaldo Rinaldi

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