San Domenico e il Santo Rosario

La preghiera più forte per vincere i nemici della fede

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di padre Hernán Jiménez, O.P.

ROMA, giovedì, 31 maggio 2012 (ZENIT.org) – San Domenico ha promosso e divulgato la preghiera del Rosario, come lode alla Santissima Vergine Maria.  La preghiera del Rosario è un invito a meditare i misteri di Cristo, in compagnia della Madonna, che è stata associata in modo  speciale all’Incarnazione, Passione e Resurrezione  del Suo Figlio.

San Domenico, che era un uomo di grande preghiera, dedicava molto tempo al suo incontro personale con Gesù e studiava la sua persona con molta dedizione. Era dotato di una squisita sensibilità spirituale che non passò inosservata ai suoi confratelli. Infatti, sono stati proprio loro a conservare i suoi “Modi di Pregare”.

Secondo una leggenda, la Madonna stessa insegnò a San Domenico a recitare il Rosario, perché è una preghiera molto forte per vincere i nemici della fede. Grazie a questa preghiera tanti peccatori si sono convertiti e si convertono ancora oggi alla fede cattolica e la recitano per intercedere ed ottenere tante grazie.

San Domenico ci ricorda che nel cuore della Chiesa deve ardere il fuoco missionario che spinge incessantemente a trasmettere il Vangelo, dove sia necessario: Cristo è il bene più prezioso e valido, che ogni uomo e donna di ogni tempo ha il diritto di conoscere e amare. Nell’iconografia, a San Domenico si sono associati vari simboli, fra cui il Santo Rosario che era un grande aiuto nella sua predicazione.

Alla Madonna piace la preghiera del Rosario perché è la preghiera dei semplici, degli umili, ma che può essere pregata da tutti. Si può pregare in qualunque luogo e a qualunque ora. È un onorare Iddio e la Madonna. Ella lo ha mostrato ogni volta che ha fatto la sua apparizione: a Fatima, a Lourdes. Soprattutto a Fatima si è identificata con il titolo di “Madonna del Rosario”. In ogni apparizione, raccomanda questa preghiera ai suoi figli per lodare, ringraziare e chiedere sostegno e grazia a Gesù.

Fu il papa Pio V che istituì la festa della Madonna del Rosario dopo della battaglia di Lepanto. Si racconta che il Pontefice si trovava a Roma e stava recitando il Rosario per ottenere la vittoria sull’armata turca, quando uscì dalla cappella e, guidato da una ispirazione, annunziò la vittoria da parte dell’armata cristiana e instituì la festa della Madonna delle Vittorie aggiungendo alle Litanie il titolo di “Aiuto dei cristiani”.

Lungo i secoli, i Papi hanno raccomandato la recita del Rosario e l’hanno arricchito di molte indulgenze. Gli ultimi Papi hanno sottolineato l’importanza di questa devozione, soprattutto il Rosario in famiglia, perché è un modo pratico di fortificare l’unità familiare.

San Domenico aveva scoperto in questa devozione un’arma per evangelizzare la gente di quel tempo. Aveva scoperto il mezzo con il quale pregare, meditare e contemplare. Infatti, recitando questa preghiera, lodava Gesù tramite e in unione con la sua santa Madre Maria.

Meditando i misteri e la vita di Gesù e riflettendo su questi fatti poteva arrivare alla contemplazione dell’Unica Verità: Gesù Cristo. Possiamo dire che egli ci mostra il cammino attraverso cui arriviamo all’unione con Gesù e con Dio, nostro Padre buono. Fin dagli inizi della vita domenicana la preghiera e la contemplazione furono parte integrante ed elementi indispensabili della vita dei frati.

Come riferimento a questo, il Papa Benedetto XVI in una delle sue udienze generali così si esprime: “Il motto dei Frati Predicatori – contemplata aliis tradere -, ci aiuta a scoprire un anelito pastorale nello studio contemplativo di tale verità, per l’esigenza di comunicare agli altri il frutto della propria contemplazione. E’ San Domenico stesso che, con la sua santità, ci indica due mezzi indispensabili affinché l’azione apostolica sia incisiva.

Anzitutto, la devozione mariana, che egli coltivò con tenerezza e che lasciò come eredità preziosa ai suoi figli spirituali, i quali nella storia della Chiesa hanno avuto il grande merito di diffondere la preghiera del santo Rosario, così cara al popolo cristiano e così ricca di valori evangelici, una vera scuola di fede e di pietà”.

Il secondo mezzo, per lui, è la vita monastica: grani viventi del Rosario sono le Monache di Clausura che, vivendo 24 ore in preghiera, appaiono come petali di rose dell’Ave Maria.

Finendo questa meditazione invito tutti ad assumersi responsabilità sulla devozione alla recita del Santo Rosario, accogliendo l’esortazione del Papa: “Cari fratelli e sorelle, la vita di San Domenico di Guzmán sproni noi tutti a essere ferventi nella preghiera, coraggiosi nel vivere la fede, profondamente innamorati di Gesù Cristo” (Udienza Generale, 3 febbraio 2010).

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ZENIT Staff

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