Sacerdote e martire

Appello dei vescovi di Damasco dopo l’uccisione del sacerdote greco-ortodosso Fady Haddad

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ROMA, domenica, 28 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Presentiamo in traduzione italiana il testo dell’appello lanciato dal consiglio dei vescovi di Damasco, in Siria, dopo l’uccisione del sacerdote greco-ortodosso Fady Haddad.

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Dopo aver completato i suoi studi presso il Seminario di San Giovanni Crisostomo a Balamand, nel nord del Libano, padre Fady HADDAD era stato ordinato sacerdote al patriarcato greco-ortodosso a Damasco nel 1995 e nominato parroco della parrocchia di S. Elia a Catana, nella periferia sud-ovest di Damasco, una piccola città colpita dalla crisi.

Nel tentativo di mediazione per liberare un parrocchiano rapito da un gruppo armato, Padre Fady (43 anni) è stato a sua volta rapito il 18 ottobre 2012 e ritrovato morto con un proiettile alla testa il 24 ottobre 2012…

E’ il secondo sacerdote-martire in Siria dallo scoppio delle violenze.

Il primo sacerdote ad essere ucciso è stato Padre Bassilios NASSAR, assassinato nel gennaio 2012 a Hama (200 km a nord di Damasco) mentre tentava di salvare un ferito.

I vescovi di Damasco (6 ortodossi e 4 cattolici) riuniti il giorno dei funerali di padre HADDAD hanno lanciato giovedì 25 ottobre l’appello che segue:

1) Presentiamo le nostre sincere condoglianze alla Chiesa greco-ortodossa: il Patriarca IGNAZIO IV, sinodo, clero e parrocchie, pregando il Signore di accogliere nel suo regno il sacerdote-martire e tutti i martiri della Siria.

2) Deploriamo fermamente gli attacchi che colpiscono i cittadini innocenti, i luoghi di culto cristiani e musulmani e gli uomini di religione impegnati nel servizio umanitario e spirituale in questi giorni di sofferenza che segna la nostra amata Siria.

3)  Deploriamo il complotto straniero che sta seminando male e distruzione nel nostro pacifico Paese, poiché la violenza e la divisione non fanno parte della natura del popolo siriano e delle sue tradizioni pacifiche.

4) Rinnoviamo il nostro appello per la riconciliazione, la fine delle violenze, della proliferazione delle armi e dell’effusione di sangue, invitando al dialogo per trovare una soluzione che garantisca la pace, la libertà, la giustizia e l’uguaglianza di tutti i cittadini.

5) Presentiamo i miglior auguri ai nostri fratelli musulmani in occasione dell’ALADHA (Eid el-Kebir), dicendo loro : La vostra festa è la nostra festa, le vostre gioie e le vostre pene sono anche le nostre. Da fratelli abbiamo vissuto, e fratelli saremo.

6) Concludiamo rendendo grazie al sacerdote martire coronato dal Signore. Solo il Signore saprà consolare la sua Chiesa, la sua parrocchia, la sua famiglia e riportare la pace in Siria.

Damasco, il 25 ottobre 2012,
Consiglio dei vescovi di Damasco

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ZENIT Staff

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