Russia: scoperte al Cremlino due icone murate dai bolscevichi

Una di Cristo Salvatore, l’altra di San Nicola di Myre

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MOSCA, venerdì, 21 maggio 2010 (ZENIT.org).- Due icone che erano state murate dai bolscevichi adornano di nuovo due torri della muraglia del Cremlino a Mosca, hanno reso noto il Servizio Ortodosso di Stampa</a> ed Europaica (N° 180, 18 maggio 2010).

I mezzi di comunicazione russi hanno annunciato la notizia il 12 maggio scorso citando i servizi dell’amministrazione presidenziale e museale che gestiscono il sito storico del Cremlino, antica residenza degli zar e dei Patriarchi di Russia.

I responsabili della gestione del Cremlino hanno deciso di restaurare e restituire ai cittadini le icone, che hanno sei secoli e sono state scoperte alla fine di aprile in due torri della fortezza sotto uno strato di gesso applicato dai bolscevichi.

Le due icone adornano le porte delle due torri principali della muraglia del Cremlino che dà sulla Piazza Rossa.

“I lavori sono iniziati con l’eliminazione dello spesso strato di gesso che copriva le icone dal 1937”, ha dichiarato ai giornalisti la portavoce del Dipartimento dei Musei del Cremlino, Jeanne Bélochapkine.

“Sembra che le due icone siano state dipinte a olio sopra gli affreschi, e i lavori di restauro sono destinati a verificare questa ipotesi”, ha dichiarato il direttore generale aggiunto dei Musei del Cremlino, André Batalov.

La prima icona rappresenta Cristo Salvatore su uno sfondo dorato, con due monaci russi santi ai suoi piedi: San Sergio di Radonezh e San Barlaam di Katyn (Novgorod).

Si trova sulla porta Spasskaïa (del Salvatore), la porta d’ingresso solenne sotto la torre principale del Cremlino, proprio di fronte alla chiesa di San Basilio il Benedetto, sulla Piazza Rossa.

La seconda icona, che adorna la torre Nikolskaïa (di Nicola), più a nord e anch’essa nella Piazza Rossa, rappresenta San Nicola di Myre (IV secolo), particolarmente venerato dai fedeli ortodossi russi.

Secondo la testimonianza degli storici, le icone erano ancora visibili nei primi mesi del 1918.

In seguito vennero dissimulate sotto una spessa maglia metallica, e nel 1937, all’apogeo di una nuova ondata di campagne antireligiose, furono completamente ricoperte di gesso. Alla fine di aprile sono state riportate alla luce.

Le prime analisi permettono agli esperti di affermare che l’icona di San Nicola risale al XV secolo o all’inizio del XVI, il che conferma le testimonianze dei restauratori che hanno lavorato su questa icona nel 1918.

L’icona di San Nicola è stata gravemente danneggiata dagli spari nell’assalto dei bolscevichi al Cremlino nel novembre 1917.

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ZENIT Staff

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