Ring the Bell

Prodotta dalla “Provident Film”, la pellicola racconta come due giovani fratelli scoprono la loro vocazione cristiana prendendosi cura di ragazzi orfani ed abbandonati

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Rob Decker è un agente sportivo che sembra avere tutto ciò che desidera: successo nel suo lavoro e soldi. Durante un weekend si reca in un piccolo paese di campagna per cercare di ingaggiare Sean, un ragazzo dell’high school locale che mostra un particolare talento per il baseball. E’ sicuro di avere successo, puntando sulla prospettiva di facili guadagni. Il ragazzo invece vuole soprattutto laurearsi in medicina per essere utile al suo prossimo e Rob scopre che gli abitanti del paese vivono sereni, con semplicità e nella fede. Incontra anche Daisy, una ragazza che con suo fratello Scooter si prende cura di ragazzi orfani o disadattati. Le sicurezze di Rob iniziano a crollare…

Ring the Bell è un altro lavoro della casa di produzione Provident Film, che ha realizzato opere come Fireproof e October Baby: si stratta di film professionali, pienamente inseriti nel circuito commerciale statunitense, che hanno l’obiettivo primario di parlare di fede cristiana. Gli autori sono di fede riformata ma molto spesso (come nei due titoli citatati) i messaggi trasmessi (l’indissolubilità del matrimonio, il rigetto dell’aborto) sono prima di tutto cristiani senza connotazioni specifiche. Anche in quest’ultimo lavoro, disponibile in DVD in inglese con sottotitoli in italiano, c’è un sincero richiamo sull’importanza del porsi al servizio degli altri in nome di Cristo, anche se si presume, in un’ottica riformata, un rapporto diretto fra l’uomo e Dio, senza necessità di sacramenti.

Rob Decker è un giovane procuratore sportivo di successo, presidente della ditta da lui stesso creata: non ha un animo cattivo ma la sua filosofia di vita è molto semplice: conquistare le migliori procure a tutti costi e in questo si sente pienamente realizzato (non ha figli e non è sposato). Il suo prossimo obiettivo è quello di ingaggiare Sean, un ragazzo di 17 anni particolarmente promettente che vive in una piccola città di campagna. Decide di recarsi lui stesso nel paese, convinto che raggiungerà facilmente l’obiettivo grazie ai significativi guadagni che potrà prospettargli. Si accorge ben presto di trovarsi in un altro mondo: incontra Daisy e Scooter, due fratelli figli di genitori missionari cristiani che sono andati in vari paesi a predicare il vangelo ma che sono poi morti in un incidente aereo lasciandoli orfani. I due fratelli sono rimasti nella casa dei genitori ed ora si prendono cura di ragazzi disadattati. Ciò che più sconcerta Rob è la loro completa noncuranza verso ciò che per lui è così importante: il successo e il denaro. Daisy e Scooter sentono di aver  ricevuto dal Signore una precisa chiamata nell’aiutare quei ragazzi: sono felici per questo e non desiderano altro.  Nel cortile di casa loro c’è una campana: viene suonata da coloro che sentono di esser stati toccati dalla fede.

Anche  Sean non è interessato alla carriera sportiva che gli prospetta Rob: desidera soprattutto frequentare l’università per diventare  dottore. Rob inizia a riflettere sul significato della propria esistenza di fronte a questi esempi che gli prospettano qualcosa di così diverso  e  quella sera, dopo essersi  recato assieme agli altri  ad ascoltare un predicatore che è arrivato in città, si ferma a contemplare quella campana che forse finirà per suonare.

Gli attori sono tutti bravi, la regia è professionale. La sceneggiatura scivola troppo facilmente in facili contrapposizioni: la città e la campagna, la ricerca del denaro e una vita vissuta semplicemente. In questo modo il film evita di spiegarci come si possa essere buoni cristiani anche vivendo in città invece che in campagna, anche quando si è pienamente concentrati  nelle proprie, oneste, attività professionali.

Non a caso la promozione su Internet del  DVD è accompagnata da un testo di commento dove i passaggi principali della storia vengono affiancati a brani del Nuovo Testamento per una ulteriore riflessione.

Fa comunque piacere vedere laici che parlano normalmente di Gesù e di fede (nei film europei è qualcosa di praticamente sconosciuto: unica brillante eccezione è stato il film francese L’amore inatteso) ma il predicatore che viene presentato nel film usa espressioni che fanno riferimento a un cristianesimo un po’ generico (“il Signore non mi chiederà a quale chiesa appartengo ma cosa ho fatto per Lui” e l’espressione: “Se confessiamo che Gesù è il nostro Signore siamo salvi” lo qualifica come un predicatore appartenente a una chiesa riformata.

Resta da ammirare come in U.S.A. film che parlano apertamente di fede possono venir prodotti in modo professionale ed  entrano nel normale circuito delle sale cinematografiche e riuscendo anche a fare profitti. 

Titolo Originale: Ring the Bell
Paese: USA
Anno: 2013
Regia: Thomas Weber
Sceneggiatura: Mark Miller, Thomas Weber
Produzione: Provident Films
Durata: 102
Interpreti: Ryan Scharoun, Ashley Anderson McCarty, Casey Bond

Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it

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ZENIT Staff

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