Ricomporre i cocci di una fede perduta

Questo l’obiettivo della prossima visita di Papa Francesco al santuario mariano di Aparecida

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Papa Francesco ha voluto implementare il suo viaggio apostolico in Brasile per la GMG di Rio con la visita al santuario mariano nazionale della Madonna Aparecida.

E’ la valorizzazione dell’incontro profetico e programmatico nell’omonima città paulistana dell’episcopato latinoamericano nel 2007, ma è soprattutto l’ennesima dimostrazione della devozione mariana manifesta e convinta che sta accompagnando i lunghi e spediti passi di Papa Bergoglio.

All’indomani della sua elezione stupì e piacque l’inedito gesto di pietà mariana annunciato la sera precedente e che lo vide pellegrino alla Salus Populi Romani della basilica di S. Maria Maggiore.

Il Papa ha ripetuto il gesto alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù per raccomandare la riuscita spirituale dell’evento e coloro che vi parteciperanno, all’intercessione della Vergine Maria.

Nel santuario della Madonna di Aparecida, non lontano dalla megalopoli di San Paulo, si venera la Madonna rappresentata da una statuetta dell’Immacolata dall’aspetto di una donna pingue e gravida, come la Madonna di Guadalupe.

Questo non sta a significare soltanto un omaggio alla verginità di Maria, ma esprime anche l’atteggiamento della Madonna verso l’intero popolo delle Americhe: Ella, infatti, gli si offre come Sposa.

Se consideriamo la vicenda della cristianizzazione del continente americano, scopriamo che si è trattato fondamentalmente di un connubio nel quale ha senza dubbio influito la funzione materna della Madonna.

Non alludiamo qui alle molte forme di sincretismo religioso per cui la Vergine viene sovente identificata con le antiche divinità che simboleggiavano la fertilità femminile; facciamo piuttosto riferimento ad un evento storico di cui la stessa Spagna va per prima giustamente orgogliosa, e cioè al fatto che l’evangelizzazione delle Americhe ha generato – anche in senso fisico – la maggioranza dei cristiani.

Il Papa visita dunque il luogo dove questo connubio è avvenuto, con lo sguardo rivolto però soprattutto al futuro, grazie ai giovani.

E’ per l’alta percentuale di persone al di sotto dei trenta anni di età che l’America del Sud è chiamata il “Continente della speranza”.

Benché il Brasile vanti il primato anagrafico dei battezzati cattolici nel mondo, in questi ultimi decenni ha conosciuto un proselitismo aggressivo di sette protestanti che hanno creato una transumanza religiosa significativa. Dalle più recenti statistiche, molti degli stessi battezzati non si riconoscono più cattolici eppure dopo le disattese promesse di salute e prosperità ventilate dagli espedienti retorici delle sette protestanti, molti rientrano nuovamente nella Chiesa Cattolica testimoniando che l’elemento che più mancò loro durante la permanenza fuori dal cattolicesimo fu proprio la figura della Vergine Maria.

La Madonna Aparecida è venerata e rappresentata da una statuetta di terracotta abbellita da una corona di oro e da un manto blu con bordature.

Secondo la storia, tutto risale alla seconda metà di ottobre del 1743, quando Pietro di Almeida, conte di Assumar e governante della capitania di San Paolo, fu di passaggio per la città di Guaratinguetà.

Gli abitanti del posto vollero rendergli omaggio con un lauto banchetto e benché non fosse la stagione della buona pesca, degli uomini generosi si lanciarono nel rio Paraiba in cerca di pesce.

I pescatori Domingos Garcia, João Alves e Filipe Pedroso pregarono la Madonna di concedere loro una pesca fruttuosa per onorare l’illustre ospite.

Dopo vari tentativi falliti, accompagnarono il corso del fiume fino al porto di Itaguaçu.

Erano oramai scoraggiati quando João Alves lanciò ancora le reti e pescò piuttosto che pesce, una statuetta dell’Immacolata, priva di testa.

Rilanciò in acqua le reti e a grande sorpresa recuperò al primo colpo la testa di quella stessa statua mariana.

Dopo aver recuperato e congiunto le due parti di quella statua, pescarono tanto di quel pesce da rischiare l’affondamento.

Questo fu il primo miracolo attribuito alla Santa Vergine di Aparecida, nome che deriva dal modo in edito con il quale la Madonna “apparve” dalle acque.

Il prodigio del ritrovamento e della pesca miracolosa si diffuse presto nella zona attirando moltitudini di persone in cerca di grazie.

La casa di Filipe Pedroso si improvvisò oratorio pubblico, ma presto, per ragioni di capienza si costruì una cappella nella collina dei cocchi.

Nel 1834 fu iniziata la costruzione di una chiesa più grande (l’attuale basilica vecchia) terminata solo nel 1888.

I primi miracoli prodotti dalla devozione alla Madonna Aparecida e riconosciuti dall’autorità ecclesiastica furono diversi.

Fra i più significativi si ricordano:

– lo spegnimento e l’accensione ripetuta delle candele che illuminavano la statua stessa;

– la rottura dei ceppi e delle catene a favore dello schiavo Zaccaria che chiese al padrone di pregare davanti quell’immagine;

– il recupero della vista di una bambina cieca che all’approssimarsi di Aparecida gridò alla mamma: “Com’è bella quella chiesa laggiù!”

Maria, come recita il documento conclusivo della conferenza di Aparecida, è la grande missionaria che continua la missione del suo Figlio e forma i missionari.

La proposta dei padri sinodali ad Aparecida – di cui l’allora cardinale Giorgio Bergoglio ne fu un attivo interlocutore – fu la visione mariana di una Chiesa madre come la Vergine Maria e non solo burocratica e funzionaria.

Il progetto di una Chiesa modellata su Maria, come “casa e scuola di comunione”, è sicuramente quello che Papa Francesco vorrà realizzare attraverso i giovani, ricchi di vitalità e generosità, ma spesso incompresi e abbandonati a se stessi, figli di una generazione di padri e madri spesso latitanti.

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Alfonso Maria Bruno

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