Religiosi Camilliani: da oggi all'11 ottobre, riunita la Consulta generale a Roma

Presenti i superiori maggiori e i delegati. Al centro dei lavori la rivitalizzazione dell’Ordine

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Riorganizzare l’Ordine e migliorarne la distribuzione geografica, con un occhio di riguardo allo spirito missionario. Sono questi gli obiettivi principali del radunodella Consulta generale e dei superiori maggiori e delegati dell’Ordine dei Ministri degli infermi(Religiosi Camilliani), convocati a Roma da oggi all’11 ottobre.

L’incontro, che si celebra annualmente, assume un significato particolare alla luce del quarto centenario della morte di San Camillo de Lellis, fondatore dell’Ordine. Il raduno di Roma ha come tema centrale le decisioni prese nel Capitolo generale, in particolare il cosiddetto “Progetto camilliano”, che punta a rivitalizzarne le attività e ad ottimizzarne le risorse umane.

“Riorganizzare l’Ordine significa anche espanderlo il più possibile, annunciando il Vangelo ovunque, ma con una speciale premura verso i popoli che non hanno ancora conosciuto il nome di Gesù Cristo”, spiega padre Renato Salvatore, superiore generale dei Camilliani.

Fra le mozioni approvate nell’ultimo Capitolo generale, l’idea di costituire, in collaborazione con i laici, organizzazioni non governative che sostengano progetti formativi, sanitari, assistenziali e sociali, soprattutto a favore dei paesi più poveri, ricavando le risorse necessarie sia dall’attività delle comunità religiose, sia da benefattori, agenzie o istituzioni disponibili all’aiuto o alla cooperazione internazionale.

Fiore all’occhiello delle organizzazioni non governative è quella denominata “Salute e sviluppo”, che si occupa soprattutto dei progetti missionari dell’Ordine in coordinamento con le singole province.

Presenti in quaranta Paesi del mondo, i Camilliani confermano così il loro impegno a fianco dei poveri e dei sofferenti, sull’esempio di San Camillo. Da ricordare che, oltre ai tradizionali voti di povertà, castità e obbedienza, i Ministri degli infermi emettono con professione solenne un quarto voto di assistenza agli ammalati, anche a rischio della vita.

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ZENIT Staff

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