Regione Lazio: approvata una mozione per i malati di SLA

Il provvedimento consente di sostenere i costi per l’assistenza domiciliare diretta

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Quella che i malati di Sclerosi laterale amiotrofica stanno portando avanti per l’assistenza domiciliare, è “una battaglia innanzitutto di dignità”. Lo ha affermato il consigliere Pdl della Regione Lazio, Fabio De Lillo a seguito del recepimento delle istanze recentemente sollevate dai malati di SLA ed accolte dal Ministero dell’Economia.

Si tratta di una battaglia che la Regione “non può non sostenere – ha proseguito De Lillo – soprattutto in questo momento di diffusa difficoltà. Per questo saluto positivamente l’approvazione della mozione da me presentata per l’incremento e l’attivazione dei fondi per l’assistenza a domicilio dei malati affetti da Sla”.

Il provvedimento votato oggi all’unanimità dall’aula impegna il presidente della Regione Lazio e commissario ad acta, Nicola Zingaretti ad attivare i fondi già disponibili e ad incrementare le relative voci di bilancio per sostenere i costi destinati all’assistenza domiciliare diretta, indiretta e di caregiver.

L’approvazione unanime rende “peraltro la Regione Lazio capofila nell’introduzione di questa figura assistenziale già realtà in altre nazioni europee. Inoltre con questa mozione si chiede la previsione di fondi atti a garantire alle famiglie dei pazienti richiedenti la fornitura di macchinari facilitatori della comunicazione”, ha aggiunto De Lillo.

Con riferimento ai malati di SLA (330 nel Lazio, 165 solo a Roma), il consigliere regionale ha auspicato che “si intervenga immediatamente al fine di riattivare i fondi da troppo tempo bloccati.  Si tratta di un tema sul quale non possono esserci divisioni di nessun tipo, meno che mai politiche: tutte le amministrazioni devono dimostrare la massima attenzione su simili questioni, che riguardano da vicino le persone, la loro sofferenza, e il sostegno alla loro quotidiana battaglia per la vita”.

Un ulteriore auspicio del consigliere De Lillo è che gli interventi previsti per la SLA si possano estendere “anche per altre patologie gravi, al fine di garantire tutta la vicinanza possibile delle istituzioni ai malati”.

Commentando la morte di Raffaele Pennacchio, il malato di SLA divenuto noto per la sua battaglia per la domiciliazione di tutti i disabili gravi, De Lillo ha dichiarato: “Si tratta di un obiettivo fondamentale per i malati, poiché in questo modo possono ricevere le stesse cure all’interno di un contesto familiare”.

La domiciliazione dei disabili gravi, oltre all’alleggerimento delle strutture finanziarie, consentirebbe a tali pazienti “di affrontare le difficoltà in un luogo certamente più caldo di una corsia di ospedale, con importanti effetti positivi sia psicologici che di contrasto alla malattia stessa con relativa maggiore capacità di recupero”.

Se da un lato, spesso, sono i familiari dei malati a offrire loro questa assistenza continua, a scapito perlopiù delle proprie attività lavorative, il loro impegno, in tutta Europa viene riconosciuto nel termine di caregiver. “Con la mozione approvata ieri viene introdotta questa figura anche nella Regione Lazio, prima fra tutte le altre realtà italiane”, ha dichiarato De Lillo.

“Il nostro impegno – conclude De Lillo – sarà quello di predisporre un contributo di sostegno ai familiari che garantiscono l’assistenza amorevole ai malati gravi, andando in questo modo incontro anche alle loro esigenze. Un obiettivo fondamentale, sul quale proprio Pennacchio si è speso fino all’ultimo”.

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ZENIT Staff

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