Rallégrati, piena di grazia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Lc 1,26-38

Lettura

Nel sesto mese dal concepimento di Giovanni, l’angelo Gabriele viene inviato a portare un nuovo annuncio, questa volta a Maria. Tale annuncio ricalca il precedente, ma non siamo più nella solennità del Tempio di Gerusalemme, bensì in una semplice casa della piccola città di Nàzaret; non c’è un sacerdote, ma un’umile fanciulla. Anche Maria, come Zaccarìa, rimane turbata, ma l’angelo la rassicura e la invita a non temere. Anche Maria, come Zaccarìa, chiede spiegazioni, ed è proprio la notizia che Elisabetta, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio, a confermare che nulla è impossibile a Dio.

Meditazione

Le parole che l’angelo Gabriele rivolge a Maria, prima ancora di contenere l’annuncio della nascita di Gesù, rappresentano un’importante dichiarazione sull’identità di Maria stessa. Sono le parole che ogni giorno ripetiamo nella meravigliosa preghiera dell’Ave Maria. Parole che dovettero sembrare strane alla stessa Maria, tanto da turbarla profondamente, più della visione di un angelo in casa sua, e se ne domandava il senso. Innanzitutto, l’angelo si rivolge a Maria con una formula di saluto molto particolare: «Rallégrati!», che non è semplicemente un invito alla gioia, ma rimanda alle parole rivolte dai profeti alla Figlia di Sion, cioè alla comunità dei tempi messianici, pronta ad accogliere il Re-Messia salvatore, che sta per venire ad abitare in mezzo al suo popolo (cfr. Sof 3,14; Zc 2,14). Maria è dunque «la Figlia di Sion per eccellenza» (LG 55), pronta ad accogliere il Verbo di Dio fattosi carne che viene ad abitare in mezzo a noi. L’angelo, poi, si rivolge a Maria chiamandola piena di grazia. Il suo annuncio spiega che Maria è la piena di grazia perché ha trovato grazia presso Dio. Grazia (in greco cháris) è il dono gratuito dell’amore che ha la sua sorgente in Dio stesso, che è amore. Maria è stata scelta dall’eternità per essere la madre terrena del Figlio, e come il Padre ama il Figlio e il Figlio ama il Padre dall’eternità, così Maria è da sempre amata dal Padre e dal Figlio. Questa scelta non toglie a Maria la libertà di accettare e portare a termine tale compito: come in tanti racconti di vocazione dell’Antico Testamento, anche a Maria l’angelo dice: «Il Signore è con te», assicurandole così l’assistenza divina per compiere responsabilmente la difficile missione che le viene affidata.

Preghiera

«Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa, tutti voi che l’amate. Sfavillate con essa di gioia, tutti voi che per essa eravate in lutto. Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni: succhierete e vi delizierete al petto della sua gloria. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò» (Is 66,10-11.13).

Agire

Pregherò l’Ave Maria mettendone le parole accanto a quelle dette dall’angelo e da Elisabetta, e cercherò di vivere gli stessi sentimenti di Maria.

Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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