Raimondo Lullo: un martire e la sua eredità

Lettera che la Diocesi di Maiorca ha pubblicato in preparazione del 700° anniversario della morte del Beato

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“Disse l’amico all’Amato: Io non ho cessato di amarti, dal giorno in cui ti ho conosciuto. Poiché in te e per te e con te sono stato, ovunque io fossi. Rispose l’Amato: Neanche io, dopo che tu mi hai conosciuto ed amato, ti ho mai dimenticato, e non ti ho mai ingannato né tradito”.

Ai membri della Chiesa cattolica di Maiorca e delle altre confessioni cristiane con le quali condividiamo uno stesso amore per uno stesso Signore, ai cittadini della nostra amata terra: a tutti, i migliori auguri di pace e speranza.

In occasione del settimo centenario della morte del Beato Ramon vogliamo avvicinarci al suo mistero facendo memoria del suo messaggio, ringraziando il miracolo della sua fede. Possa aiutarci a scoprire il futuro che Dio ha racchiuso in esso per il nostro oggi.

Nell’alba del mondo che iniziava con l’arrivo di Giacomo I nella Mayurqa musulmana, tempo di dolore e di speranze, d’agitazione e di novità, nacque nella città di Palma colui che sarebbe diventato il figlio maggiore della nostra stirpe, figlio di Ramon Llull e Isabel d’Erill.

Sveglio, intelligente e ardito, dotato della finezza dei poeti, conobbe l’intensa passione che lo avrebbe progressivamente condotto a quell’Amore più grande di ogni altro amore, e comunque l’unico alla sua altezza. All’ombra del Cristo crocefisso Ramon scoprì il segreto della felicità umana, e fu quindi in grado di orientare la sua ansia di vivere verso l’inseguimento non meno appassionato di Gesù. E riuscì nell’intento.

Uomo del suo tempo, seppe amarlo. Approfittò di ogni circostanza per impegnarsi con un mondo le cui contraddizioni diventavano nel suo cuore altrettante opportunità per una grande, unica, definitiva ossessione: che il Dio e Padre di Nostro Signore Gesù Cristo venisse conosciuto e riconosciuto, adorato, seguito, amato. Il primo luogo nel seno della Cristianità, e in seguito, per mezzo dell’evangelizzazione, in tutte le terre il cui orizzonte poteva scorgere alla luce di Miramar.

Imparando l’arte di amare imparò anche ad accogliere la voce di Dio che parla in ogni battito di vita. Le opere, quasi trecento, che lasciò scritte nel corso di una lunga esistenza – più di ottant’anni – sono altrettante varianti sull’identico argomento di questa volontà. Fiducioso nella chiarezza della ragione, che ci rende simili al Creatore, credette all’efficacia della scienza ed ebbe fiducia nel dialogo, come strumento di trasformazione di un mondo nuovo, un mondo che ha l’anima come verità. E l’arte di amare, genesi di ogni giustizia della libertà e della pace universale.

Visse una vita ammirevole in tutti i sensi della parola. Il martirio ne fu cima e coronamento, il sigillo più pregiato della passione per l’Amato, sempre conservata senza fratture. E con il canto degli uccelli che ricamavano l’alba nel cuore dell’amico, partì settecento anni or sono verso quel luogo dove Dio è tutto in tutti, e l’amore voluto, intuito, amato e assaporato è pienezza, totalità ed infinito nel cuore della Trinità Santa.

La Chiesa di Maiorca, che da allora si è sforzata di essere per tutti un vero libro di contemplazione dove poter trovare il volto del Dio Vivo e Vero, vuole qui, oggi, rinnovare la testimonianza di Ramon.

Vuole rivitalizzare quel pazzo amore che muove al dono della vita, con gli occhi fissi in Gesù, affinché nel sonno e nella veglia, stando fermo o in moto, il mio cuore non stia attento a nessun’altra cosa che non sia il ricordo della tua Passione e della tua grande bontà, e non desideri altro che dare gloria e lode a Te, che sei nostro Dio e Signore.

Vuole comunicare la bellezza del Vangelo per mezzo della testimonianza viva dei suoi membri agli uomini e alle donne di buona volontà, facendo suo il desiderio di Ramon: A te, potente Signore, io chiedo: manda nel mondo uomini pronti a morire per amor tuo e che mostrino la verità della fede predicando in tutto il mondo.

Vuole ritrovare l’Arte di portare alla gente di oggi le parole liberatrici del maestro di Nazareth, e farlo, come Ramon, con l’obiettivo di avvicinare la società al Regno delle Beatitudini, promuovendo il dialogo sapienziale che cerca i semi della bontà, la verità e la bellezza che si celano nella semplicità e la complessità della vita quotidiana, affinché nei tempi difficili della crisi la parola di Ramon non cada nell’oblio: Avarizia è accumulare cose che per gli uomini sono superflue e che sono invece necessarie per i poveri, le quali per insaziabile appetito vengono rubate ai poveri, in ragion del cui furto i poveri patiscono fame, sete, freddo, nudità, malattia, tristezza e morte […], per questo i ricchi non hanno carità e non amano i poveri, poiché, sebbene danno loro elemosina, tolgono loro tutto quel che possono.

Con questo proposito la Chiesa di Maiorca si accinge a celebrare i settecento anni dalla morte del Beato Ramon Llull. Chiede quindi l’intercessione del Beato, la preghiera dei buoni cristiani e, convinti che questo sia un tempo di grazia, invita tutti i destinatari di questa lettera a lavorare per raggiungere un triplo obiettivo:

– Proseguire e incitare efficacemente il processo di canonizzazione del nostro Beato
– Diffondere ovunque la conoscenza della vita e dell’opera di Ramon
– Sensibilizzare i membri della Chiesa Cattolica riguardo alla santità di Ramon Llull e d’offrire ai membri della società maiorchina la possibilità di conoscere il significato attuale del suo amore per Gesù Cristo.

Che l’Amato dell’amico Ramon, che è anche il nostro Amato, benedica questi propositi della sua chiesa e ci aiuti a portarli a buon fine. In modo che anche noi si possa dire con il maestro dalla barba fiorita: Che grande beatitudine è amare il mio Amato, che ama i suoi amanti con infinito amore.

Che Dio vi protegga
Bisbat de Mallorca

***

Per un approfondimento: SARA MUZZI, Per conoscere Raimondo Lullo, Ed. Porziuncola, Assisi 2006, pagine 56, euro 7,00.

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ZENIT Staff

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