Radio, Tv e giornali cattolici in Amazzonia (Prima parte)

Un’intervista con padre Enrico Uggé, sacerdote del Pime

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di padre Piero Gheddo

ROMA, domenica, 16 settembre 2012 (ZENIT.org).- Padre Enrico Uggé, sacerdote del Pime dal 1970 (veniva dal seminario diocesano di Lodi), è a Parintins dal marzo 1972 ed ha lavorato soprattutto fra gli indios Sateré-Mawé, studiandone la lingua e la cultura, evangelizzando e fondando la scuola tecnica San Pietro nel territorio riservato a questa tribù. E’ un convinto promotore dei mezzi moderni di comunicazione per diffondere il Vangelo e formare i cristiani. L’ho intervistato il 10 settembre 2012 a Milano. Ecco l’intervista.

Come è nato questo impegno?

Padre Enrico Uggé: Quando nel 1990 mons. Risatti mi chiamò dai villaggi degli indios e mi ha affidato la Radio Alvorada, per me è stata una sfida che mi ha subito appassionato,  per gli indios nelle foreste e lungo i fiumi la radio era quasi l’unico mezzo per tenersi in contatto col resto del mondo. Ho preso sul serio l’impegno e ringraziando Dio c’è stato un progresso rapido. Alla Radio con le onde medie abbiamo aggiunto le onde corte. Abbiamo un raggio d’ascolto di circa 400 chilometri e con le onde corte ci prendono anche i radio-amatori della Finlandia.

In Amazzonia c’è la rete cattolica “Radio Notizia dell’Amazzonia” che con 20 radio  copre da Manaus a Macapà, a dà notizie amazzoniche, che in quell’immensa regione sono importanti; siamo anche uniti con la Onda, la rete delle 800 radio cattoliche brasiliane, e possiamo riprendere programmi e notiziari che vengono dal R.C.R. (Centro Rete Cattolica delle Radio). In Brasile la Chiesa cerca di potenziare i suoi strumenti di comunicazione e noi a Parintins siamo ben sistemati e ci teniamo alla qualificazione dei nostri giornalisti. A Belem un altro missionario del Pime padre Claudio Pighin ha una importante e stimata scuola di comunicazioni.

La vostra è una radio generalista? E quante ore trasmette al giorno?

Padre Enrico Uggé: La nostra va dalle 5 del mattino alle 10 di sera, il nostro logo è “Informare – Formare – Divertire”. Io sono direttore della programmazione, il mio compito è di seguire e orientare i programmi, dando molta importanza alle notizie ben fatte, controllate, interessanti. L’Amazzonia è ancora una regione isolata, la gente vuol sentire anzitutto le novità. Poi viene la formazione perché siamo una radio cattolica, ma non tutta rosari e preghiere. Ogni domenica c’è la Messa trasmessa, poi ci sono le preghiere, le catechesi, le conferenze religiose. Alle sei del mattino di domenica ho una breve registrazione che spiega il Vangelo della giornata, molto sentita specie dai catechisti che debbono andare nei villaggi senza prete a radunare la gente, pregare e spiegare il Vangelo. Non è tanto una spiegazione dottrinale, ma un discorso per animare i villaggi e i catechisti alla Parola di Dio, alla bellezza della fede. La nostra radio è una delle più importanti fra quelle cattoliche in Brasile perché è fatta da professionisti e ben orientata nella fedeltà alla Chiesa e nella lettura cristiana degli avvenimenti.

Come mai dalla radio sei passato al giornale?

Padre Enrico Uggé: Nel maggio 1994 ho incominciato il settimanale Novo Horizonte per avere gente che studia, scrive, prepara per iscritto i nostri programmi e fa il giornale che in genere ha 12 pagine settimanali. Nei primi tempi della Prelazia con mons. Cerqua c’era un giornale, ma poi si era fermato. Oggi ci sono scuole ovunque, i brasiliani leggono più che in passato e si sentiva il bisogno di uno strumento che conserva le notizie e i testi importanti ed è letto. Radio e giornale sono nella stessa sede e si aiutano a vicenda.

Poi è nata la televisione cattolica a Parintins. Siamo collegati con le due televisioni cattoliche brasiliane, Cançào Nova (dei carismatici) e Rede Vida (della CNBB, la Conferenza episcopale brasiliana) e anche con Nossa Senhora De Nazaré, la televisione di Belem che ci ha aperto degli spazi per fare dei programmi nostri. Siamo diventati quasi una succursale della Tv di Belem che ci dà più spazi per diventare la Tv di Parintins che ormai ha 120mila abitanti, e questo è importante perché la regina delle comunicazioni è la televisione. E’ una Tv molto ascoltata specie dalle 11 all’una fa molto caldo e in Amazzonia la gente se ne sta tranquilla a casa e vede la Tv.

La nostra importanza è a livello regionale. Il telegiornale lo facciamo noi. La Tv richiede più del giornale e della radio, bisogna avere gente preparata a parlare alla Tv e non è facile. Ci seguono molto perchè ci sono notizie locali. Alla fine abbiamo tre minuti per il commento di una notizia che ha colpito. Io sono convinto dell’importanza di una Tv come la nostra (come della radio del resto). In chiesa vengono il 20% e tutti gli altri? Gran parte vede la televisione cattolica e questa è vera evangelizzazione. Fino ad oggi siamo l’unico telegiornale locale di Parintins.

Voi coinvolgete anche chi vi segue alla radio, televisione e giornale?

Padre Enrico Uggé: Noi lavoriamo con passione, non solo io, ma redattori e collaboratori, cerchiamo di trasmettere la fede e la visione di fede della vita. Abbiamo iniziative per coinvolgere la gente, ad esempio abbiamo fatto il Natale dei bambini, organizziamo dei tornei di calcio e calcetto anche per tirar fuori dalla strada molti ragazzi. Radio Tv e giornale sono della Fondazione Evangelii Nuntiandi, giuridicamente staccata dalla diocesi, se si chiudesse va tutto alla diocesi. Ma ci sono anche dei programmi religiosi durante la settimana, per la famiglia, gli sposi, i fidanzati, gli ammalati, preparati da collaboratori anche religiosi fuori della redazione. Ogni giorno abbiamo mezz’ora dedicata ai bambini. Pensa alle migliaia di bambini che sono nei villaggi, lungo i fiumi, isolati, che non vedono mai niente per loro. E’ un programma vivace che insegna qualcosa ai bambini. C’è una maestra che per parla, racconta una favola, oppure parla di Gesù e della Mamma del Cielo oppure spiega le belle maniere, poi i bambini scrivono, vengono a trovarci, mandano i loro compitini. Noi valorizziamo i momenti importanti della comunità, accompagniamo la vita della gente e questo è il segreto per farci sentire.

Fate anche pubblicità a pagamento?

Padre Enrico Uggé: Facciamo parlare un po’ tutti. Per sostenerci, affittiamo qualche mezz’ora a qualche ente o gruppo che hanno interesse a far sentire la loro voce, ad esempio il Comune, gli enti statali che lavorano a Parintins e informano di quel che fanno. C’è un regolamento per chi parla, non offendere o accusare nessuno, dire la verità ecc. Diciamo al sindaco: guarda che se dici che hai asfaltato la strada e poi non è vero, noi lo diciamo agli ascoltatori. Non affittiamo a partiti politici, ma enti pubblici e anche privati, poi diamo tempi gratuiti alle scuole, ospedali, associazioni di volontariato, campagne per la vaccinazione. I politici possono parlare un certo tempo, però registrano prima in modo da controllare quel che dicono e farlo finire nel tempo stabilito. Per legge dobbiamo tenere per un mese grandi nastri di registrazione di tutto quel che trasmettiamo, poi si possono riusare. Questo perchè qualcuno potrebbe lamentarsi di una trasmissione e bisogna risentirla. Anche la parte tecnica di radio e televisione è difficile. Noi siamo proprio isolati, la città più vicina è Manaus a 500 chilometri sul fiume.

[La seconda parte verrà pubblicata domani lunedì 17 settembre]


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ZENIT Staff

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