Raccolta firme per la difesa della Famiglia in Croazia

Un referendum per far includere nella Costituzione che la famiglia è costituita da un uomo e una donna

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Il 12 di maggio è iniziata in Croazia la raccolta firme per indire un referendum per introdurre nella Costituzione la definizione di famiglia come unione tra un uomo e una donna.

La raccolta di firme è promossa dall’iniziativa U ime obitelji (A nome della famiglia), che riunisce diverse realtà di gruppi e associazioni per i diritti civili, i quali nelle due settimane tra il 12 ed il 16 maggio hanno attivato più di 2000 punti di raccolta firme distribuiti in tutto il Paese.

Il quesito referendario proposto dall’iniziativa è: “Vuoi che la Costituzione della Repubblica di Croazia precisi che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna?”

Nei primi due giorni sono state raccolte 130.000. Affinché la petizione sia valida è necessario raccogliere 375.000 firme in due settimane. La petizione ha il sostegno della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa serba e delle comunità musulmane, così come da diversi rappresentanti della vita pubblica in Croazia.

Nel sito ufficiale dei promotori del referendum, la raccolta delle firme è indicata come “iniziativa civica, In nome della famiglia’, e invita persone, le famiglie, le organizzazioni non governative che promuovono i valori umani, le associazioni religiose, le comunità, i movimenti e tutti coloro che pensano che il matrimonio è tra un uomo e una donna a sostenere l’iniziativa.

Essi aggiungono che “la definizione del matrimonio come comunione tra uomini e donne è coerente con i valori, la cultura e l’identità del popolo croato”. Una chiara definizione del matrimonio nella Costituzione della Repubblica di Croazia “avrà un effetto positivo non solo nella legislazione ma anche nella società in generale”.

La mobilitazione della popolazione è un tentativo per evitare che accada in Croazia quanto è accaduto in Francia, e cioè l’approvazione di matrimoni gay con libertà di adozione.

Secondo i promotori del referendum c’è in atto una campagna internazionale per promuovere leggi e misure che vanno contro la famiglia e che tentano di stravolgere il diritto naturale, cercando addirittura di stravolgere la originaria differenza sessuale.

A questo proposito l’attuale governo croato, con maggioranza di sinistra e liberale, ha suscitato una grande opposizione da parte della società civile, da quando nel settembre del 2012 ha introdotto nel curriculum scolastico la materia “Educazione alla salute”, che in verità propone un’educazione sessuale molto liberale per i bambini e gli adolescenti.

Il programma è stato introdotto violando le regole del diritto e non ha rispettato tutte le procedure stabilite dalla legge. In questo caso, lo Stato ha introdotto il nuovo programma senza neanche consultare i genitori. La polemica è diventata scottante quando le autorità hanno respinto anche le richieste di esonero e di obiezioni di coscienza. La grande maggioranza dei genitori ha respinto l’obbligatorietà del programma in oggetto ed ha rivendicato il diritto di educare i propri figli in un argomento così importante come l’educazione sessuale.

Come è accaduto in Francia ed anche in Spagna, i gruppi ideologicamente più radicalizzati hanno scelto la via della provocazione e della violenza. In un certo numero di luoghi dove sono state raccolte le firme per il referendum si sono verificati incidenti, con i volontari che sono stati insultati e anche attaccati.

L’episodio più grave in una delle principali piazze della capitale Zagabria. Un giovane ha lanciato un oggetto incendiario contro il tavolo dove si stavano raccogliendo le firme, causando ustioni a una donna. Nello stesso giorno uno studente che stava raccogliendo le firme è stato aggredito da un uomo.

Mentre stavo invitando persone a firmare per il referendum, Kristina una ragazza di 20 anni, è stata aggredita con un pugno alla testa da uno sconosciuto che è scappato via. La ragazza sta bene e ha deciso di continuare fino alla fine della raccolta delle firme.

Il 26 maggio Kristina ha detto: “E’ stato terribile subire un aggressione, solo perché faccio parte di qualcosa che qualcuno non condivide. Questo è imbarazzante per tutti coloro che incoraggiano questi attacchi o non fanno nulla per fermarli. In ogni caso io continuerò a battermi per questa causa. Non possono impedirmi di esercitare il diritto di dire che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna”.

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Rocío Lancho García

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