Mons. Vincenzo Bertolone

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Quelle materne “viscere di misericordia”

Riflessioni a margine della lettera pastorale 2015-16 di monsignor Vincenzo Bertolone

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Invocando Maria, Madre di Misericordia, monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e presidente della Conferenza Episcopale Calabra, nella sua ultima lettera pastorale, in un intero capitolo intitolato Annunciare le viscere di misericordia del nostro Dio, ha indicato  alcuni punti chiave per vivere, nell’anno giubilare della misericordia, l’esperienza della tenerezza materna del Padre.

Scrive Bertolone: “La prima delle due parole ebraiche contenute nel concetto veterotestamentario di misericordia è il plurale di “rechem“, che designa la profondità del seno materno… riferito all’Altissimo, sta ad indicare la premura materna con la quale il Signore custodisce il frutto delle sue viscere. Il popolo ebraico non esitava a riconoscere a Dio il volto di una madre (Is 49,15).

Mi torna alla mente una delle tre “parabole della misericordia”, che arriva a paragonare Dio ad una donna: “Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: ‘Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto’. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte” (Lc 15,8-10).

Osserva Bertolone: “Se nella Bibbia così si commenta la misericordia di Dio, nessuna meraviglia che abbia potuto parlare di Dio come madre il Papa Giovanni Paolo I… ‘Noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile… È papà; più ancora è madre…”.

Questa misericordia, che mons. Bertolone lega strettamente alla beatitudine della povertà, e che è “tenerezza verso i deboli, peccatori, prostitute, asserviti al potere, vittime delle nuove patologie sociali” non è quindi  soltanto un sentimento umano da ricco a povero, da forte a debole, ma, direi, è il comportamento abituale della persona: è ciò che, “ontologicamente”, è ogni donna: madre che sempre accoglie e perdona. Per mons. Bertolone, “ecco cosa significa oggi per la madre-Chiesa annunciare e praticare la misericordia… è attraverso la preghiera, nella sofferenza, nelle difficoltà, nell’oppressione, che gli anawim, i poveri di JHWH, scoprono la incomparabile Misericordia di Dio… O Padre, concedici di poter vedere il tuo volto misericordioso e lodare senza fine la tua misericordia!”.

 

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Anna Rotundo

Anna Rotundo (Catanzaro) è laureata in scienza religiose: insegna religione nelle scuole secondarie, è componente del comitato di redazione del giornale diocesano Comunità Nuova" e di diverse altre riviste. Si occupa, tra l'altro, di cultura, diritti umani e diritti delle donne."

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