Quando Papa Francesco era Vescovo di Buenos Aires

Gabriele Paparo, addetto scientifico dell’ambasciata italiana a Buenos Aires, racconta la vita e le attività di Bergoglio in Argentina

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Da vescovo della capitale argentina Jorge Mario Bergoglio si è mostrato come oggi lo stiamo conoscendo da pontefice. Un uomo semplice e cordiale, legato alla sua comunità. Anche il ricordo di Gabriele Paparo, ricercatore dell’Istituto di acustica ‘Orso Maria Corbino’ del Cnr ma da otto anni addetto scientifico dell’ambasciata italiana a Buenos Aires, conferma le altre testimonianze sul nuovo pontefice.

“Ricordo una messa nella Cattedrale di Buenos Aires, soprattutto l’omelia: asciutta e fatta di parole semplici, in quel caso riferite all’importanza della famiglia”, dice Paparo. “Dopo la celebrazione sono andato a salutarlo e lui mi ha detto subito ‘l’Italia é nel mio cuore’, ma in spagnolo, tant’è che in questi giorni mi sono molto meravigliato sentendolo parlare così bene nella nostra lingua. A Buenos Aires, anche negli incontri con il nostro ambasciatore, aveva parlato sempre in spagnolo”.

Del resto Bergoglio, com’è noto, è nato in Argentina da una famiglia di origine piemontese, anche se dopo la laurea come tecnico chimico ha seguito il percorso seminariale e sacerdotale in Sudamerica, Spagna e Germania. Le sue visite in Italia però non sono mai mancate e gli è stata assegnata tra l’altro la parrocchia romana di San Roberto Bellarmino. 

Ma come lo conoscono i cittadini e i fedeli di ‘Baires’? “Come una personalità di profonda cultura teologica ma con una ancor maggiore attenzione pastorale, soprattutto di una particolare spontaneità: nel rapporto personale ha un atteggiamento di grande umiltà e sobrietà”, osserva Paparo. “Non bisogna però sottovalutarne la statura intellettuale che ha espresso nei suoi scritti. Il mix tra sapere e concretezza nella vita del resto rimanda alla sua formazione gesuita”.

Una combinazione che l’attuale Papa Francesco ha confermato dal pulpito, nelle sue omelie: “C’è una grande attenzione alla dimensione storica del presente con i suoi problemi: giustizia, uguaglianza, solidarietà e responsabilità nell’esercizio del potere sono i suoi messaggi più costanti, in genere accompagnati da proposte di lavoro personale e di gruppo, quando si rivolge alle comunità”, prosegue l’attaché.

Non sono però tanto le parole quanto i gesti ad aver reso Bergoglio molto amato dai suoi fedeli e concittadini. “La sua vicinanza personale è tangibile, come pure l’apertura e la capacità di dialogo, il suo aiuto costante ma discreto per chi ha bisogno”, conclude Paparo. Caratteristiche che in questi primi tempi di pontificato stanno entusiasmando, ma Papa Francesco sui principi che lo animano non fa ‘sconti’. “Credo che confermerà la sua conduzione chiara e ferma del governo della Chiesa.

Alcuni giornali argentini scrivono che l’elezione ‘non è buona notizia’ per il governo, spesso criticato dall’allora arcivescovo per le misure economiche e sociali, oltre che per le divergenze di carattere morale. Un papa sudamericano è comunque una grande novità che potrebbe aiutare molto un’area del mondo in grande fermento ma ancora segnata dalla povertà”.

Fonte:  “Almanacco della Scienza” (http://www.almanacco.cnr.it), Quindicinale a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr)

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Marco Ferrazzoli

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