Quando la Poesia batte l'Ipad

In una scuola di Roma un concorso di poesia ha avuto un grande successo di partecipazione

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Alla scuola primaria e secondaria di Roma (Iunior International Institute) è stato realizzato un concorso di poesia che ė stato epico!

Un concorso tra tutti gli alunni della scuola: ognuno doveva scrivere un testo in un’ora d’italiano. Il migliore di ogni classe veniva premiato. 

Più di duecento persone, da 5 a 80 anni, tutti gli alunni e gli insegnanti insieme, vari altri collaboratori scolastici, un buon gruppo di genitori, e a guidare la premiazione c’erano un poeta, Daniele Mencarelli (che nelle settimane precedenti si era letto tutte le 200 poesie), e il giovane attore, Andrés Gil.

A rompere il ghiaccio è stato un giovanissimo, di I primaria, che si è lanciato ad alzare la mano e a intervenire al microfono: “Per alimentare la poesia ti devi allenare sempre, perché il maestro ci fa leggere perché così alimentiamo la nostra poesia e ci fa imparare di più”.

Dopo l’applauso scrosciante che ha espresso la sorpresa di questo intervento “ardito”, Mencarelli ha commentato: La nostra epoca travisa un po’ il significato del talento, che da solo non basta mai: serve l’allenamento, serve la costanza, serve anche un po’ il sacrificio! Nel caso della poesia servono le letture, l’esercizio continuo, altrimenti il talento si secca come una pianta. Va sempre alimentato.

Una delle poesie recita così:

Diventare grandi come gli insegnanti

Scrivere è imparare

Zaini come pietre

Sapore come rose

Confuso nelle lezioni come un bambino sperduto nel bosco,

avere il corpo all’aria è come stare alla ghiaia.

Un alunno di III primaria

Commento del poeta:

“Confuso nelle lezioni come un bambino sperduto nel bosco” è probabilmente il verso più autentico e mirabile di tutti quelli pervenuti. La capacità di avvicendare immagini, di legare in figure di grande presa retorica fa di questo bambino un fanciullino il cui sguardo regala, e si spera regalerà, doni di parole. 

Grande stupore mi ha destato quando, conclusa la premiazione è stato chiesto al poeta se aveva notato cambiamenti tra i testi delle elementari e quelli dei ragazzi più grandi della scuola media. La risposta è stata:

Quello che ho notato dal punto di vista contenutistico è il passaggio ovviamente legato all’età: le prime aperture di un sentimento che sta al poeta come le rose alle spine: la malinconia, avere nello sguardo dei momenti di apparente tristezza. Ma la malinconia è qualcosa d’altro, è un motore che può esservi utile nella vita. Questa è la differenza più grande! Ma attenzione: se la malinconia fosse una malattia, io da tempo immemore dovrei stare sotto terra; la malinconia è un sentimento meraviglioso che ci fa guardare con occhi nuovi.

Magnifico, lo trovo magnifico!

Vorrei pubblicare tutte le poesie premiate con i rispettivi commenti, ma intanto, accontentatevi di questo! 

Credo che iniziative così sono da sponsorizzare perchè oggi i professori la poesia l’hanno resa, lontana, inarrivabile, bizantina…e diciamocelo: un po’ noiosa.

Ma con ciò che ė successo alla Iunior international institute (nome della scuola), ho capito che la poesia non è un barola, la poesia è la cosa più quotidiana che io conosca.

La poesia non è un abito da cerimonia, ma è più simile ad una polo e delle scarpe da ginnastica.

In Italia, c’è una scuola che cresce ma nessuno lo vede, se ne parla sempre male. La scuola che tutti vogliono: genitori, professori, alunni. 

Una scuola fatta di persone al servizio e in collaborazione con altri. Una scuola che non si vede sui social, in tv e sui giornali, la vera scuola: quella di cui nessuno parla mai.

Sulle macerie di quella scuola, si costruisce una scuola in cui si pensa, si propone, si battaglia, si decide, si prende l’iniziativa, e si cerca un senso a ciò che si fa, perchè ci si crede…  

Come direbbe lo scrittore D’Avenia:I prof sono come l’acqua: una relazione. Nessuno si è mai dissetato con un atomo di ossigeno e due di idrogeno separati… 

Così si cresce!

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Giovanni Vassallo

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