Quando l'equo-solidale veste la moda

L’affermazione dei principi etici, il rispetto dei Diritti Umani, lo sviluppo economico delle popolazioni povere, sono i nuovi obiettivi del mondo delle passerelle

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Sempre più spesso la creatività, la manualità e la professionalità degli stilisti nel realizzare abiti ed accessori si uniscono a scopi solidali, volti a favorire la giustizia sociale e l’economia delle popolazioni che vivono in condizioni svantaggiate e in estrema povertà.

Il concetto di moda si rinnova inaugurando importanti prospettive incentrate sul mercato equo-solidale. Una nuova frontiera volta a sostenere la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo e il rispetto verso l’ambiente, senza tralasciare lo sviluppo formativo e culturale dei Paesi economicamente più deboli.

Dopo l’approccio alternativo sul mercato, inizialmente promosso dal settore del cibo, il commercio solidale si arricchisce ora grazie all’attenta partecipazione del mondo della moda.

Fra i numerosi e celebri Ateliers che frequentemente s’impegnano a promuovere progetti con scopi di beneficenza, vi sono anche ulteriori marchi dove l’aiuto alle popolazioni povere si pone come obiettivo unico e costante.

Partendo dall’Altromercato con la linea Auteurs du monde, firmata da Marina Spadafora, si giunge all’ethical fashion store Trame di Storie e PortenierRoth.

L’esperienza e la professionalità sviluppata nel mondo della moda di Maria Spadafora assume tratti unici e caratteristici attraverso la realizzazione di capi artigianali, realizzati con animo etico al fine di aiutare le popolazioni e di rispettare l’ambiente.

Dopo anni passati a lavorare nel settore del fashion system per importanti maison come Prada, Miu Miu e Ferragamo, Spadafora ha sentito il bisogno di unire le abilità professionali con i principi e i valori umani.

Ed è così che, grazie ad una sentita e voluta collaborazione con Altromercato, ha fondato la sua linea, Auteurs du monde, definendola “antropologica”, in quanto ogni capo racconta la storia dell’artigiano che l’ha creato. La maggior parte degli abiti, infatti, sono realizzati dalle donne dei paesi asiatici, dell’America latina e dell’Africa.

Le collezioni presentate per Altromercato quindi, hanno in sé una preziosità che non deriva solo dall’unicità dei tessuti realizzati a telaio e dei capi cuciti a mano, ma anche dalla volontà di contribuire allo sviluppo economico dei Paesi in difficoltà, alla loro istruzione, alla loro cultura e al rispetto verso i fondamentali principi etici.

Innovative prospettive, riecheggiate anche dal marchio Trame di Storie, il cui fine solidale si traduce in un aiuto a migliorare la vita delle popolazioni del Bangladesh, dell’India, della Colombia, del Guatemala, del Vietnam e anche dell’Italia (in quest’ultimo caso, per aiutare i giovani ragazzi con problemi psichici ad entrare nel mondo del lavoro).

È un nuovo modo di fare moda dove viene a meno il termine “consumo”, per essere sostituito con espressioni quali “sostegno”, “collaborazione” e “bontà”.

Il marchio Trame di Storie, unisce l’abilità manuale e artistica delle sarte e degli artigiani con la loro storia e le loro memorie, affinché ogni singolo accessorio e vestito possa essere portatore del messaggio di speranza e di aiuto che si pone con ogni singolo acquisto.

L’indissolubile rapporto fra moda ed etica, si afferma anche attraverso il giovane brand PortenierRoth, nato nel 2007 a Berna, fondato da due stiliste: Sabrine Portenier ed Eveline Roth. Anch’essa una linea di abiti caratterizzata da un’etica volta ad aiutare le donne del Kenia e del Ghana. Obiettivo equo-solidale che ha avuto un importante esito attraverso il progetto internazionale Ethical Fashion Initiative in collaborazione con il Centro del Commercio Internazionale.

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Maria Anastasia Leorato

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