Quando i crociati cercarono di difendere la Terra Santa

Un libro di Rodney Stark spiega le vere ragioni delle crociate

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 13 ottobre 2010 (ZENIT.org).- “Le Crociate non furono un atto di colonialismo, ma la risposta militare a una lunga serie di aggressioni da parte dell’Islam contro i Luoghi Santi e i pellegrini”. E’ quanto sostiene Rodney Stark nel libro “Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate” (Lindau)

Ripercorrendo la storia delle sette maggiori Crociate, che si svolsero tra il 1095 e il 1291, il libro di Stark dimostra come l’Europa abbia dovuto reagire a una vera e propria strategia di conquista.

“Finalmente un libro sulle crociate convincente ed equilibrato, lontano dalle recenti diatribe ideologiche e grossolane che le liquidavano come un brutto affare”, ha scritto Jeffrey Burton Russell, professore emerito di Storia della University of California.

Secondo il docente statunitense “Stark dimostra che i crociati erano ben lontani dall’intento di colonizzare, e reagivano solo agli attacchi. La loro motivazione fondamentale, per quanto talvolta abusata, era allo stesso tempo difensiva e spirituale”.

E Philip Jenkins, professore di storia e studi religiosi presso la Pennsylvania State University , ha affermato “questo libro si lancia all’assalto dei facili miti che gli studiosi hanno reso popolari a proposito delle crociate. L’esito è sbalorditivo. Il suo più grande risultato è di farci vedere i crociati nei loro veri termini”.

In effetti Stark, docente di scienze sociali alla Baylor University in Texas, smonta uno ad uno tutti i pregiudizi secondo cui “durante le crociate un mondo cristiano imperialista ed espansionista devastò, saccheggiò e colonizzò un Islam pacifico e tollerante”.

L’autore documenta, con precisione e vastità di fonti storiche, come il mondo moderno creda a leggende circa la presunta superiorità culturale, tecnologica e militare del mondo islamico, sulla immaginata rozzezza dei barbari europei, e sulle motivazioni che avrebbero spinto parte dei secondogeniti della nobiltà europea a cercare, ricchezze, terre e bottino in Terra Santa.

Secondo Stark non è affatto vero che mentre l’Europa viveva secoli bui, l’Islam aveva raggiunto il livello più alto nelle arti e nelle scienze e nella tecnologia.

Il docente di scienze sociali spiega che le parti più avanzate della cultura araba erano in realtà espressioni dei popoli conquistati e cioè la cultura greco-giudaica-cristiana di Bisanzio, con gli autori e le conoscenze di comunità cristiane come i copti e i nestoriani, la sapienza dello zoroastrismo persiano e le grandi scoperte dei matematici hindu.

Nel libro Stark riporta come gli arabi musulmani non amassero né i libri né la ruota.Il docente statunitense riporta che quando il comandante delle forze arabe che avevano conquistato Alessandria d’Egitto chiese al califfo Umar che cosa dovessero fare dell’enorme biblioteca della città, Umar rispose: “Se ciò che in essi è scritto è concorde con il Libro di Dio (Il Corano), sono superflui; se è in disaccordo non sono graditi. Pertanto distruggeteli”.

Inoltre – fa sapere Stark – “quello che sappiamo con assoluta certezza è che dopo la conquista islamica dell’Egitto, del Nord Africa e della Spagna, da tutte queste terre scomparve la ruota. Per secoli non vi furono più né carri né carretti. Tutte le merci venivano trasportate a mano oppure ammassate su cammelli, muli o cavalli”.

Circa l’ipotesi diventata luogo comune secondo cui la crociate non avevano nulla di spirituale ma vennero alimentate dai secondogeniti della nobiltà europea per acquisire proprietà e ricchezze, Stark riporta in dettaglio l’appello dei Pontefici per proteggere la Terra Santa, in particolare l’appello di Urbano II a Clermont (1095) nel quale si approfondisce la tradizione millenaria del pellegrinaggio.

Dal libro di Stark si comprende chiaramente come fosse proprio la volontà di espiazione, il desiderio di salvezza eterna, l’impegno a riconquistare e proteggere la Terra Santa, a motivare i tanti uomini che combatterono nelle crociate.

Migliaia di persone, tra cui anche i membri delle famiglie reali europee, vendettero tutto quello che avevano e in molti casi pure si indebitarono, per rispondere all’appello papale e finanziare e alimentare le Crociate.

I crociati europei si batterono valorosamente, con coraggio e ardore. Vinsero battaglie anche quando erano in condizioni di inferiorità numerica e di mezzi. Persero la Terra Santa solo a causa delle divisioni che laceravano i cristiani d’Occidente da quelli d’Oriente, e per le rivalità delle diverse famiglie reali europee.

Un altro particolare che la vulgata moderna sembra aver dimenticato è che gli islamici praticavano continui massacri dei cristiani che si recavano a Gerusalemme. Solo durante l’epoca del sovrano d’Egitto al-Hakim, all’inizio del XI secolo, centinaia di cristiani vennero crocifissi e lapidati, i monaci del monastero di Mar Saba messi al rogo, migliaia di chiese vennero devastate, tra cui la stessa chiesa del Santo Sepolcro.

Il libro di Stark si conclude ribadendo che non sono certo state le crociate la radice dell’odio che alberga nei cuori dei terroristi fondamentalisti.

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ZENIT Staff

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