Quali sono i semi del Verbo?

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ROMA, venerdì, 3 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Padre Silvano Zoccarato, dopo più di trent’anni di missione nel Nord Camerun, è stato mandato dal Pime (con altri due confratelli), per rispondere all’invito del vescovo di Laghouat-Ghardaia nel deserto del Sahara, mons. Clude Rault dei Padri Bianchi. Dal 2006 è titolare della comunità cristiana a Touggourt. La sua parrocchia è la più estesa del mondo, circa due milioni di kmq. Ecco una sua “cartolina dell’Algeria” [padre Piero Gheddo]

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Quali sono i semi del Verbo che il Concilio riconosce presenti nelle varie religioni e culture? Giovanni Paolo II ad Assisi li ha ricordati e ne ha precisato uno, quello della preghieraTra questi semi del Verbo e i raggi della sua verità  si trova senz’altro la preghiera, spesso accompagnata dal digiuno, da altre penitenze e dal pellegrinaggio ai luoghi sacri, circondati di grande venerazione”. Anche il card. Martini scrive: “Questi accenti di fede e di profonda umanità, ampiamente diffusi nei testi sacri delle religioni del mondo, possono farci pensare a quel “libro dei popoli” di cui parla la Bibbia (cfr. Salmo 87,6): un libro celeste, nel quale Dio stesso scrive, ma le cui pagine trovano riferimento anche nei libri dei popoli del mondo”.

Nella mia vita di missionario, prima nel Nord Camerun e adesso in Algeria, a contatto con tanta gente di culture e religioni diverse, me lo sono chiesto continuamente e me lo chiedo ancora. Il primo che ho trovato ovunque è il senso di Dio. Ricordo l’emozione avuta dopo aver accompagnato a casa un camerunese che ritornava da sua madre dopo anni di vita in Gabon. Nel totale silenzio, la madre si stende a terra, e alza per tre volte le mani verso cielo, pregando e ringraziando Dio. Come il padre del bambino appena nato che secondo la sua tradizione, per tre giorni, mattina, mezzogiorno e sera si reca su un’altura e presenta il bimbo al cielo. O la gente che in momenti forti come trovando l’acqua, o dopo un fulmine, o alla nascita di un figlio, grida: “Bosa, bosa, bosa” per dire: “Sei tu che fai, sei tu”.

Il senso della presenza e dell’azione del trascendente accompagna e riempie ancora tutta l’esistenza di molti popoli e questo diventa una testimonianza. Benedetto XVI dice con coraggio: “Le religioni del mondo, per quanto si può vedere, hanno sempre saputo, che in realtà, non c’è che un solo Dio”.

Il secondo è il  senso della vita che esplode in danze frenetiche nelle feste del matrimonio, della nascita e perfino nella “festa della morte”. Molti popoli soffrono ancora per la povertà, le calamità, e le ingiustizie, ma continuano a credere nella forza e nella gioia della vita. Davanti a certe mamme, mi chiedo dove trovino ancora la pazienza e la fiducia.

Il terzo è il senso dell’altro vissuto nell’ospitalità abrahamitica e nella condivisione con l’altro. Si sa che sono i poveri che condividono e tutti possiamo raccontare esempi di aiuto tra vicini e tra parenti anche in situazioni di grave disagio. Io lo vedo continuamente nella mia gente. E’ vero che tutto  è avvenuto e avviene soprattutto tra gente di religioni e culture che qualcuno definisce come primitive. Sta di fatto che questi sono i “sensi” essenziali che hanno permesso a loro di vivere.

Se si riflette bene, potremmo definire questi tre segni con le categorie a noi familiari di Virtù della fede, della speranza e della carità. Questi semi del Verbo, col tempo, o si seccano o si sviluppano. Si seccano quando l’uomo non sente più il bisogno di Dio e dell’ Altro. Si sviluppano quando l’uomo riconosce i suoi valori vitali e li mantiene vivi. Si deteriorano quando un gruppo etnico vive isolato, come in prigione di se stesso o dentro una bolla, preoccupato solo di difendersi. E allora vanno rivitalizzati, purificati, aperti…

Giovanni Paolo II ha detto che in ogni preghiera autentica lo Spirito Santo prega. Dobbiamo credere che lo Spirito stia fecondando quei semi e stia facendo crescere anche in loro l’albero, sì, l’albero della croce di Gesù, l’unico che ha espresso ed esprime pienamente, ancora, fede, speranza e carità.

Padre Silvano Zoccarato

Missionario del Pime in Algeria

zoccarato.silvano@pime.org

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ZENIT Staff

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