"Qual è il ruolo delle Nazioni Unite in Siria?": il cardinale Bagnasco interpella il mondo diplomatico

A margine del pellegrinaggio alla Madonna della Guardia, il presidente CEI invoca l’intervento dell’Onu davanti all’imminente attacco alla Siria annunciato da Usa, Gran Bretagna e Francia

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In Siria “mi chiedo e ci chiediamo ancora una volta quale sia il ruolo delle Nazioni Unite”. È lapidario il cardinale Angelo Bagnasco nel commentare – ieri sera a margine del pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Guardia – la sconvolgente notizia di un intervento da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia nella regione.

È lapidario, ma allo stesso troppo scosso per non interpellare il mondo diplomatico e invocare una parola chiara che possa evitare di martoriare ancora una terra già ferita da continue guerre e violenze.

“Certamente – ha affermato il porporato – la via della guerra, e vediamo la storia anche recente, non sembra che abbia portato dei grandi frutti”. L’appello è pertanto “al buon senso, al negoziato, al dialogo in tutti i modi con molta umiltà”. A tal proposito, il presidente dei vescovi italiani ha assicurato le preghiere alla Madonna della Guardia, protettrice di Genova, affinché “ci doni saggezza e luce per il dono della pace che è basato sulla giustizia, sulla buona volontà dei singoli, delle nazioni e dei capi delle nazioni, possa diventare realtà”.

Parlando poi della situazione politica italiana, il cardinale ha espresso il suo personale punto di vista sulla questione di tornare alle urne nel breve periodo. Una ipotesi da bocciare pienamente, secondo il porporato, perché – ha spiegato – “c’è bisogno di stabilità e dell’apporto di tutti, nei limiti delle possibilità di una democrazia”. “Tutti – ha aggiunto – siamo consapevoli che la situazione non è per niente leggera, è molto seria, e questa serietà e gravità della situazione economico sociale che si riflette sulla povera gente è particolarmente sentita nelle città industriali”.

Pertanto, ha affermato Bagnasco, “un ritorno alle urne significherebbe una depressione ulteriore per la gente, sofferenza e incertezza”. “Non parlo di costi” ha precisato, spiegando che la sua maggiore preoccupazione è il messaggio che potrebbe essere percepito dalla popolazione “già in gravissime difficoltà”. Gli italiani – ha osservato infatti il cardinale – aspettano “di giorno in giorno qualche segnale concreto, sperando che i grandi sacrifici che da anni famiglie, giovani e meno giovani stanno facendo non vadano perduti, non si buttino via”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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