Puntare sullo sviluppo rispetto alla ricchezza

Il prof. Alberto Quadrio Curzio ricorda che la solidarietà serve allo sviluppo nel bene comune

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di Antonio Gaspari

ROMA, sabato, 5 maggio 2012 (ZENIT.org).- “Ridurre ladominanza della finanza rispetto all’economia reale, puntare sullo sviluppo rispetto alla ricchezza, ricordare che la solidarietà serve allo sviluppo nel bene comune”.

Lo ha detto il prof. Alberto Quadrio Curzio, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice, professore emerito di Politica economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e vice presidente dell’Accademia dei Lincei, intervenendo al Convegno internazionale “Institutions, Society and Markets: towards a new international balance?” che si sta conclude oggi all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano.

Secondo il prof.Quadrio Curziorecessione e disoccupazione sono soloa alcuni effetti del “liberismo libertario che ha accorciato gli orizzonti temporali affidandosi alla finanza come reggitore massimo dei mercati mondiali attraverso una incontrollata globalizzazione finanziaria”.

Il Vice Presidente dell’Accademia dei Lincei ha sostenuto che “nei cinque passati anni i G 20 e i G 8 non hanno concluso quasi nulla sul fronte del riordino del sistema finanziario globale” e la soluzione sarebbe quella di “passare alla inter-globalizzazione o alla ri-polarizzazione di grandi aree mondiali. Bisogna cioè avere aree di libero scambio grandi ma non così grandi da essere incontrollate dai poteri istituzionali”.

“Una seconda ipotesi di soluzione – ha precisato l’illustre docente – è di ri-proporzionare nelle singole aree della ri-polarizzazione il rapporto tra istituzioni, società, economia e mercati”.

“In merito all’Europa – ha spiegato – il sistema economico ha dei buoni fondamentali e rappresenta anche un modello di buona composizione tra sviluppo ed equità, economia reale e bancaria, manifattura e servizi nonché di cooperazione tra stati” ma “è in crisi grave perché gli operatori finanziari mondiali hanno scommesso che la solidarietà economico-istituzionale europea non reggerà e comportandosi di conseguenza hanno la forza gravitazionale per far si che la loro aspettativa si avveri”.

Per il prof. Quadrio Curzio, l’Europa deve difendersi. Ma come?

Introducendo “una tobin tax sui movimenti di capitali finanziari a fini speculativi che entrano ed escono dall’Europa. Ciò non ha nulla a che fare con i movimenti di capitali connessi all’economia reale che dovranno rimanere liberi”.

“Il quarto percorso – ha concluso – è che l’Europa deve valorizzare il proprio risparmio con grandi investimenti infrastrutturali, finanziati con strumenti come gli EuroUnionBond. Con il solo rigore, pur necessario, non si creano crescita e sviluppo. Per tornare allo sviluppo serve oggi un nuovo slancio europeista, ancorato al paradigma del liberalismo sociale basato su sussidiarietà, solidarietà e sviluppo”.

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ZENIT Staff

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