"Pronto?". "Sono Papa Francesco, diamoci del tu"…

Il Pontefice ha chiamato a sorpresa, domenica, un giovane studente veneto che gli aveva consegnato una lettera a Castel Gandolfo

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Otto minuti di telefonata. Sono bastate però per far dire dopo a Stefano Cavizza, giovane studente di Camin (Padova): “È stato il giorno più bello della mia vita”. D’altronde non capita tutti i giorni che rispondendo al telefono di casa si senta dall’altra parte: “Sono Papa Francesco, diamoci del tu”.

Le telefonate senza intermediari ormai sono il “pezzo forte” di Papa Bergoglio. Seppur giudicate come “anomalie” o “rotture di protocollo”, il Pontefice non smette di chiamare vecchi amici o semplici fedeli che hanno chiesto di parlare con lui.  

Così faceva da cardinale a Buenos Aires e anche la sera stessa dell’elezione, il 13 marzo, aveva telefonato a casa di due famiglie che era solito frequentare nei soggiorni romani. Ha proseguito poi in questa simpatica abitudine anche nei giorni successivi, chiamando personalmente il suo edicolante di fiducia per avvisarlo che non avrebbe più ritirato la sua copia del quotidiano «La Nación», a causa di un “nuovo incarico romano”. Sono seguite conversazioni telefoniche con il suo dentista, con la segretaria, con un sacerdote che gli aveva spedito un libro e tanti altri.

Quella al 19enne padovano è già la seconda chiamata a sorpresa di quest’estate: solo qualche settimana fa, il Papa aveva contattato Michele Ferri, fratello di Andrea Ferri, l’imprenditore titolare di alcuni impianti di benzina ucciso nella notte tra il 3 e il 4 giugno scorso. Michele aveva infatti scritto al Santo Padre per cercare un po’ di consolazione per la grave perdita. E Francesco ha prontamente risposto.

Ora il privilegio è toccato a Stefano, studente di ingegneria, che giovedì 15 agosto, dopo l’Angelus per la Solennità dell’Assunzione, a Castel Gandolfo, aveva consegnato ad un cardinale una lettera diretta al Santo Padre. Domenica, quindi, il telefono di casa Cabizza è squillato due volte. La prima volta non ha risposto nessuno. La seconda, intorno alle 17, il giovane ha alzato la cornetta e pronunciato la formula convenzionale: “Pronto, chi parla?”. “Sono Papa Francesco, diamoci del tu” è stata la risposta.

La reazione è stata quella che avrebbe avuto qualunque fedele nel sentire queste parole: emozione, nodo in gola, leggero imbarazzo, ma, allo stesso tempo, una gioia senza pari. “Non potevo crederci” ha dichiarato infatti Stefano al Gazzettino, raccontando che il Pontefice ha subito precisato che tra Gesù e gli Apostoli ci si dava del tu. “Mi ha detto di dargli del tu – ha riferito – dicendomi: ‘Credi che gli Apostoli dessero del lei a Gesù? O lo chiamassero sua eccellenza? Erano amici come lo siamo adesso io e te, ed io agli amici sono abituato a dare del tu'”.

Il giovane ha poi affermato di aver “riso e scherzato” con il Vescovo di Roma “per circa otto minuti”. Inoltre – ha aggiunto – il Papa “mi ha chiesto di pregare molto per Santo Stefano e anche per lui”. In chiusura alla conversazione, Bergoglio ha impartito allo studente veneto la sua speciale benedizione. “Ho sentito crescere una gran forza” ha commentato Stefano, aggiungendo: “Ho voluto parlare di questa mia esperienza fantastica solo per mettere in luce il gesto di grande umiltà e vicinanza a noi fedeli di Papa Francesco”. 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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