Progetto cristiano per il recupero di detenuti e famiglie

Una iniziativa del Rinnovamento nello Spirito Santo

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di Alessandra Nucci

ROMA, mercoledì, 13 maggio 2009 (ZENIT.org).- In seno al Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) è nata un’iniziativa sociale dalle caratteristiche uniche al mondo: un progetto di recupero rivolto al mondo carcerario, con al centro il detenuto, non da solo, bensì insieme alla sua famiglia.

Avviene nel cuore della Sicilia, appena fuori Caltagirone, uno dei circondari a più grande delinquenza minorile. La sede è un fondo nobiliare di 40 ettari donato alla Diocesi di Piazza Armerina dalla famiglia di don Luigi Sturzo, il fondatore nel 1919 del Partito Popolare Italiano.

Qui, dei detenuti prossimi alla fine della pena sono ospitati, insieme alle loro famiglie, per partecipare a un programma di reinserimento che prevede non solo la loro liberazione dal punto di vista sociale ma anche la messa in libertà spirituale. “Si confonde la libertà con la liberazione”, ha spiegato il Presidente del RnS Salvatore Martinez, ideatore dell’iniziativa.

“Occorre entrare nelle strutture del peccato per liberare il male che c’è in quel cuore, mettendo il detenuto a contatto con il bene. E la famiglia, cellula vitale della società, è il luogo dove si educa al bene, è lì che le aspettative di vita dei detenuti possono essere ricostruite, attraverso una rieducazione agli affetti, ai sentimenti, alla memoria e all’interiorità”.

L’esperienza siciliana verrà “esportata” nel resto d’Italia (in Campania, Lazio, Veneto e Lombardia) grazie all’interessamento del Ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha dato il suo immediato benestare per la costituzione di un’Agenzia Nazionale Reinserimento e Lavoro (ANReL), sulla base di una convenzione-quadro fra il Ministero e la Fondazione a cui fa capo il progetto: l’Istituto di Promozione Umana intitolato a “Monsignor Francesco Di Vincenzo”, una realtà nata nell’ambito del RnS.

“Si tratta di un fatto importante – ha commentato il Ministro – che va oltre le tante parole che si spendono sulla rieducazione dei detenuti. Serve garantire che la pena non sia contraria al senso di umanità e dare ai detenuti la possibilità di un riscatto morale”.

“Se non si apre infatti loro un’altra via, continueranno a percorrere l’unica via che conoscono: quella del crimine – ha detto –. Per questo riteniamo che questo modello possa diventare contagioso, e stiamo individuando luoghi e interlocutori per svilupparlo ulteriormente”.

Il progetto, che nasce in collegamento con la più grande organizzazione al mondo ad occuparsi dei diritti dei carcerati, Prison Fellowship International, viene attuato insieme alla Caritas Italiana e con le grandi reti sociali delle Acli e della Coldiretti.

Oltre alla famiglia, il progetto prevede altre tre “invarianti sociali”: chiesa, cultura e lavoro.

“Quando diciamo ‘chiesa’ intendiamo anche ‘fede’”, ha precisato ancora Salvatore Martinez, citando l’esempio dell’inclusione nel programma di un indiano, non credente, a cui l’interessamento della Fondazione Di Vincenzo ha permesso di conseguire in breve tempo il ricongiungimento alla moglie e ai figli. “Come ci ha insegnato Madre Teresa, dall’amore che ci viene dato, si riscopre il valore del Vangelo di Gesù”.

Quanto al lavoro, nel “Polo di Eccellenza” intitolato ai fratelli Sturzo sono presenti due grandi componenti: la terra, che adesso produce olio, zafferano, mandorle e piante officinali; e l’artigianato, svolto dai detenuti sotto la guida dei migliori maestri ceramisti di Caltagirone.

Un primo grande risultato di questo addestramento è stato esportato a Vienna, nel cui centro, tra la cattedrale, il palazzo imperiale e la chiesa dei minoriti, si trova ora un presepe meccanizzato, realizzato interamente dai detenuti del fondo Sturzo.

“Il percorso che la Convenzione fra Ministero e Fondazione intende seguire è anche quello della piccola impresa familiare”, ha detto il magistrato Gaspare Sturzo, pro-nipote del fondatore del PPI e consulente per il progetto, nel sottolineare che sono 35mila i posti scoperti nella piccola imprenditoria e nell’artigianato.

“Allora questa è la strada da percorrere – ha chiosato – una strada perfettamente compatibile con il messaggio cristiano, scritta da Toniolo, ribadita da Sturzo, e che oggi con l’aiuto di tutti i volonterosi cerchiamo di porre in essere”.

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ZENIT Staff

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