Profughi: l’Opera Don Orione apre centro d’accoglienza a Tortona

Presso un ex monastero, nasce il progetto Braccia e cuore in grado di ospitare fino a 30 persone

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L’Opera Don Orione ha affidato una sua casa di Tortona, in comodato gratuito, alla Cooperativa Villa Ticinum per realizzare in tempi brevi un progetto di accoglienza capace di ricevere fino a 30 profughi. Il progetto è stato denominato Braccia e cuore e sarà realizzato nell’ex monastero delle Suore Sacramentine non vedenti, trasferite in altra casa più piccola. È quanto dichiara in una nota l’Ufficio Stampa dell’Opera Don Orione.

La Congregazione fondata da San Luigi Orione, prosegue la nota, è per lunga tradizione sensibile all’accoglienza dei desamparados e di “quelli che nessuno accoglie”. Oggi, sono i profughi e i richiedenti asilo. In Italia, gli Orionini hanno già alcune case aperte all’accoglienza di piccoli nuclei di profughi ed anche alcune strutture qualificate per l’accoglienza.

Questo progetto di Tortona, si precisa nella nota,  era in gestazione da tempo. La Congregazione orionina è già impegnata in varie località d’Italia per accogliere e aiutare queste persone, cercando di unire senso civile e carità cristiana. È un’emergenza di grande rilevanza di cui ci si sta rendendo sempre più conto realisticamente. Si presenta con aspetti politici e umanitari che vanno affrontati insieme, ma anche tenuti distinti, nel rispetto delle attuali leggi dello Stato e in attesa di altre migliori.  Nell’iniziativa di Tortona, città di Don Orione, la Congregazione mette a totale disposizione una casa – un edificio molto ampio in un’area di un ettaro e mezzo -, un assistente spirituale e volontari, mentre la Cooperativa Villa Ticinum avrà la piena responsabilità della gestione operativa, economica e legale del progetto Braccia e cuore.

La Cooperativa Villa Ticinum ha già dato buona prova  – precisa ancora la nota – del suo operato nelle due strutture di accoglienza attive da tempo, già collabora nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR); ha buona sintonia di valori e di stile nella realizzazione di accoglienza qualificata di profughi.

Ai profughi non sarà dato solo un alloggio, spiega la nota, ma si offrirà una convivenza assistita e animata da operatori sempre presenti per dare Braccia e cuore. Non si offriranno solo beni ma anche relazioni umane. Verranno offerti loro servizi di socializzazione, di insegnamento della lingua italiana, di educazione civica e relazionale, di mediazione culturale. La loro permanenza è regolata in accordo con la Prefettura e potrà essere breve o un poco prolungata, ma è pensata “per non essere un parcheggio umiliante per i profughi e pericoloso per i cittadini, ma un’esperienza e un tempo utile di conoscenza e di incontro”.

“Non è mai stato facile e privo di rischi e di fastidi, conclude la nota, aiutare i poveri e quanti sono in situazioni estreme, ma fare una buona accoglienza significa trasformare un problema in risorsa civile e spirituale”. 

 

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ZENIT Staff

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