Primo bilancio del Sinodo dell'Africa

Del Relatore Generale, il Cardinale Turkson

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 14 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Questo martedì pomeriggio è stata presentata al Sinodo dei Vescovi per l’Africa la cosiddetta “Relatio post disceptationem”, la Relazione successiva alla discussione.

Si chiude così la prima parte dell’assemblea sinodale, in cui i padri sinodali hanno avuto l’opportunità, in 13 sessioni plenarie, di presentare le loro proposte, raccolte nella Relazione.

Alla sessione plenaria è stato presente Papa Benedetto XVI, che ha seguito con attenzione il discorso del Relatore Generale del Sinodo, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, come ha testimoniato padre David Gutiérrez della “Radio Vaticana”.

Il Cardinale Turkson ha articolato la Relazione in 20 grandi temi ricalcati sui 195 interventi dei padri sinodali che si sono succeduti nelle 13 precedenti congregazioni generali.

Nelle proposte dei padri, ha segnalato, ci sono allusioni a molte luci e a vari successi ottenuti negli ultimi 15 anni, soprattutto per l’applicazione del primo Sinodo per l’Africa (1994).

Ad ogni modo, ci sono state anche molte ombre e si sono presentati vari problemi, facendo pensare in qualche momento che l’assemblea assomigliasse più a una riunione delle Nazioni Unite, dove si presentano le lamentele per le difficoltà che si vivono.

Per questo, nella Relazione il Cardinale Turkson, citando un padre sinodale, insiste sul carattere pastorale del Sinodo, che deve esortare la Chiesa in Africa a continuare il suo pellegrinaggio accompagnando i popoli, cercando il miglioramento delle condizioni sociali, politiche ed economiche, rafforzando la fede in Cristo degli abitanti di quel continente.

I 20 temi scelti dal Relatore spaziano dalla natura della riunione alle strutture di comunione ecclesiale, affrontando le sfere socio-culturale, socio-politica e socio-economica per poi soffermarsi a riflettere su Cristo riconciliatore, come giustizia e come pace.

Le parti finali della Relazione sono state dedicate a temi specifici, come la famiglia, la dignità della donna e il suo ruolo nella società e nella Chiesa, i laici, il clero, la vita consacrata, riservando un paragrafo a valutare l’azione dei mezzi di comunicazione in Africa.

Nella sfera socio-culturale, ha riferito il Relatore, i padri sinodali deplorano il fatto che nella società africana, al di là del nomadismo e dei conflitti per l’acqua e le zone di pascolo, ci siano tendenze emergenti che sono divergenti e perfino opposte ai valori tradizionali e hanno un carattere e contenuto morale discutibile.

Molti padri sinodali lamentano il destino della famiglia in Africa con “la distruzione di una autentica visione del matrimonio e la nozione di una sana famiglia”, e considerano l’istituzione seriamente minacciata di instabilità e dissoluzione a causa della povertà, dei conflitti, dei credo e delle pratiche tradizionali, come la stregoneria, e delle malattie, soprattutto la malaria e l’Hiv/Aids.

I padri sinodali hanno anche descritto in vari modi il feroce attacco alla famiglia e all’istituzione fondamentale del matrimonio giunta da Paesi esterni all’Africa e attribuibile a varie fonti: ideologica (ideologi di genere, nuova etica sessuale globale, ingegneria genetica) e clinica (anticoncezionali, pianificazione familiare ed educazione alla salute sessuale, sterilizzazione), e ad emergenti stili di vita “alternativi” (matrimoni omosessuali, unioni di fatto).

Le donne, a cui nella prima Assemblea Speciale per l’Africa si è alluso come a “bestie da soma”, hanno iniziato ad accedere in certi Paesi a posti di spicco e leadership a livello giuridico, politico, di economia e ingegneria, ma in altri Stati subiscono ancora l’esclusione dalle funzioni sociali, dall’eredità, dall’istruzione e dal processo decisionale. Sono inoltre vittime indifese nelle zone di conflitto: vittime di matrimoni poligamici, di abusi, del traffico per la prostituzione.

I bambini, “la parte più sofferente della popolazione africana”, sono descritti come maltrattati (bambini-soldato, lavoro infantile, traffico di esseri umani) e viene loro negato il diritto all’istruzione. Ovunque, tuttavia, sono beneficiari di vigorosi programmi di informatizzazione delle scuole.

Anche i giovani sono stati menzionati tra i problemi dell’Africa a causa della loro esposizione all’abuso di droghe, all’infezione da Hiv/Aids, alle gravidanze adolescenziali, all’emigrazione, al traffico di esseri umani e ai viaggi che li riducono in condizione servile.

Nell’ambito socio-politico, i padri sinodali sottolineano la necessità di avere Governi e politici che esercitino una leadership di servizio con un esercizio del potere trasparente e responsabile, il rispetto dei diritti umani e l’amministrazione della ricchezza nazionale per il benessere pubblico.

Nell’ambito socio-economico, il Relatore segnala che “povero” e “povertà” sono due parole ricorrenti nelle esposizioni dei padri sinodali circa i loro Paesi e Governi, le popolazioni e le Chiese. La povertà ha giustificato innumerevoli interventi della Chiesa per la ricerca di soluzioni efficaci.

La “Relatio post disceptationem”, presentata questo martedì pomeriggio, termina con una serie di 25 domande che guideranno i lavori dei 12 circoli minori, che da questo mercoledì hanno il compito di preparare le proposizioni che saranno portate nelle sessioni plenarie per la loro approvazione e la consegna al Santo Padre.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione