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Presto Santi il fondatore dei "frati operai" e il primo martire lasalliano

Il Papa autorizza le canonizzazioni dei Beati Ludovico Pavoni e Salomone Leclercq. Riconosciute anche le virtù eroiche del francescano Raffaele Emanuele Almansa Riaño

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Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare tre decreti, durante l’udienza di ieri con il cardinale prefetto Angelo Amato. Si tratta del decreto riguardante il miracolo attribuito al Beato Ludovico Pavoni (1784-1849), sacerdote e fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, e il miracolo del Beato Salomone Leclercq (1745-1792), martire dei Fratelli delle Scuole Cristiane.  Il Papa ha anche autorizzato il riconoscimento delle virtù eroiche del Servo di Dio Raffaele Emanuele Almansa Riaño (1840-1927) sacerdote, già Professo dell’Ordine dei Frati Minori.

Nato Brescia l’11 settembre 1784 da genitori nobili e benestanti, Ludovico Pavoni sin dalla sua ordinazione sacerdotale, nel 1807,  si dedicò ad un’intensa attività catechistica, fondando presto un suo “oratorio” sapientemente organizzato per l’educazione cristiana dei ragazzi e degli adolescenti più poveri. Un’iniziativa, questa, che nel 1821, sfocerà nella fondazione di un“Collegio d’arti”, che si chiamerà “Pio Istituto S. Barnaba” per adolescenti e giovani poveri o abbandonati, ai quali in seguito aggiunse una sezione per sordo-muti. Nei trent’anni che seguirono Pavoni sviluppò un suo metodo educativo, che lo pone all’avanguardia degli Educatori più illuminati dell’800; organizzò un modello di istruzione e di avviamento al lavoro che prelude alle moderne scuole professionali; diede inizio ad un’eccezionale attività tipografica ed editoriale, precorrendo l’apostolato attuale dei mezzi della comunicazione sociale; introdusse nel mondo del lavoro sapienti riforme di assoluta novità. Infine fondò la Congregazione religiosa dei Figli di Maria Immacolata, i cosiddetti “frati operai”, talmente nuova e audace da lasciare a lungo perplesse autorità civili e religiose, che solo dopo oltre un decennio diedero il riconoscimento ufficiale. Padre Lodovico morì il 1° aprile 1849 a Saiano, presso Brescia, vittima eroica del suo prodigarsi per portare in salvo i suoi ragazzi dal pericolo dei combattimenti delle Dieci Giornate di Brescia. Giovanni Paolo II lo ha dichiarato beato il 14 aprile 2002.
Fratel Salomone, al secolo Guillaume-Nicolas-Louis Leclerq, fu il primo lasalliano a subire il martirio durante la persecuzione avviata dai fautori della Rivoluzione Francese contro la Chiesa cattolica, dopo l’abbattimento della monarchia capitingia, intorno alla fine del ‘700. Nato a Boulogne-ser-Mer il 15 novembre 1745, allo scoppio della rivoluzione Fratel Salomone era segretario di Fratel Agathopn, superiore Generale dell’Istituto delle Scuole Cristiane, dopo essere stato insegnante, direttore ed economo. Incarichi svolti sempre con grande amore per le anime e dedizione ai propri doveri. Avendo rifiutato di prestar giuramento di fedeltà alla Costituzione, come imponevano i persecutori, si trovò a vivere da solo a Parigi in stato di clandestinità. Il 15 agosto 1792 fu poi arrestato e rinchiuso nel convento dei carmelitani di Parigi, riorganizzato come prigione, con numerosi altri compagni. Il 2 settembre seguente quasi tutti i prigionieri, tra i quali Fratel Salomone, furono massacrati a colpi di spada nei locali e nel giardino del convento. Furono beatificati il 17 ottobre 1926 da Papa Pio XI unitamente ad un gruppo complessivo di 191 vittime dei massacri di settembre.
[S.C.]

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ZENIT Staff

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