Presto Beato il vescovo rumeno Antonio Durcovici, martire del regime comunista

Insieme al martirio del presule, la Chiesa ha riconosciuto le virtù eroiche di tre religiose: le Serve di Dio Onoria Nagle, Celestina Bòttego, Olga della Madre di Dio

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La Chiesa avrà un nuovo Beato e tre Venerabili. Papa Francesco ha ricevuto, questa mattina, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e ha autorizzato il Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti il riconoscimento del martirio di Antonio Durcovici, Vescovo di Iaşi (Romania), ele virtù eroiche di tre religiose: Onoria Nagle, Celestina Bòttego, Olga della Madre di Dio.

Mons. Durcovici nacque ad Altenburg (Austria) il 17 maggio 1888. Fu ucciso in odio alla Fede nel carcere di Sighet (Bucarest, Romania), il 10 dicembre 1951, durante il regime comunista rumeno, dopo aver subito indicibili sofferenze per due anni in un lager della Moldavia durante la prima guerra mondiale, in quanto originario dell’Austria. Negli anni della dura persecuzione anticristiana rumena, nonostante le minacce del regime, svolse una fervida attività di apostolato visitando le parrocchie della Diocesi e annunciando il Vangelo. Venne arrestato nel 1949 e rinchiuso nel duro carcere di Sighet, dove morì a 63 anni. Il regime della Romania, come per tanti altri martiri della Chiesa, ha voluto cancellare ogni memoria del vescovo di Iaşi, non rimane alcun ricordo delle sue sofferenze durante la prigionia.

La prima delle tre nuove Venerabili, di cui la Chiesa ha riconosciuto le virtù eroiche, è Onoria “Nano” Nagle (in religione: Giovanna di Dio), religiosa irlandese del 1700, fondatrice della Congregazione delle Suore della Presentazione della Beata Vergine Maria, che dedicò la sua intera vita all’assistenza e all’istruzione dei giovani, soprattutto i poveri.

Dopo di lei, Celestina Bòttego, fondatrice della Società Missionaria di Maria. Nata a Glendale (Ohio, Stati Uniti d’America) nel 1895, morì a San Lazzaro di Parma nel 1980. Secondo la leggenda, la Venerabile non voleva fondare alcuna congregazione perché si riteneva “più adatta a guastare le opere di Dio che a farle”, mentre voleva fare solo “gli interessi di Gesù”. Dio, però, le ispirò questa forte missione e Celestina si impegnò nell’aiuto degli ultimi, degli ex carcerati, dei nomadi e diseredati. 

Infine, Olga della Madre di Dio (al secolo: Olga Maria Fortunata Gugelmo), suora professa della Congregazione delle Figlie della Chiesa, nata in provincia di Vicenza nel 1910 e morta a Mestre nel 1943. Di lei si ricorda soprattutto l’ideale mistico contemplativo dell’adorazione eucaristica che incentrò la sua vita, l’instancabile servizio in parrocchia, e una quotidianità vissuta sempre con fede profonda e amore autentico.

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ZENIT Staff

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